Illustri in pillole
Le campagne di riconoscimento per l’assegnazione del marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”, avviate in base alla Legge regionale 2/2022, hanno messo in luce case museo, dimore, abitazioni, studi e archivi di artisti, letterati, musicisti, cineasti, scienziati, inventori, collezionisti, personaggi storici e famiglie illustri, risalenti in prevalenza agli ultimi due secoli.
Per presentare “in pillole” un panorama così vasto, queste realtà sono raccolte qui per brevi schizzi, in modo da comporre un mosaico “in progress” che, tessera dopo tessera, è destinato a contemplarle tutte, insieme ai luoghi e ai paesaggi culturali in cui sono inserite.
Casa Moretti
A Cesenatico, sull’acqua del porto canale, si specchia anche la casa che fu dello scrittore Marino Moretti. È qui che all’alba del Novecento mise su carta i suoi primi versi: “poesie di tutti i giorni”, “scritte col lapis”, ossia con la matita, per opporre alla magniloquenza del passato una nuova essenzialità.
Oggi Casa Moretti è un museo e un centro culturale attivo, dove la voce del poeta è ancora viva: “Cercatemi in giardino. / Tanto più vero e rozzo / anche in verso, anche in prosa. / Vi fiorisce l’anemone e la rosa, / vi stride la carrucola del pozzo. / E al secchio si berrà come in cammino”.
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Fondazione Magnani-Rocca
“Non frequento gli antiquari, non vado alle aste, non visito le mostre. Ho, sì, un mio museo immaginario, formato dalle opere più amate e ammirate nel tempo, tutte oggetto di uguale amore e degne della più devota contemplazione; abitano la mia mente come la mia casa”.
Luigi Magnani, letterato e critico musicale raffinato, definiva così la passione con cui alimentava la raccolta d’arte che oggi, dai capolavori degli Antichi Maestri a quelli degli autori più recenti, si può ammirare nella villa che ospita la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo.
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Villa Lanfranchi
Villa Lanfranchi, a Santa Maria del Piano, tra il fiume Parma e le colline di Lesignano de’ Bagni, è stata a lungo il luogo di vita e di lavoro del regista e collezionista Mario Lanfranchi.
Gli ambienti interni, arredati con eleganza e originalità, anche in modo da ricreare l’atmosfera di palcoscenici e set, raccontano le passioni multiformi del suo illustre abitante: il cinema, il teatro, l’opera, i libri, le corse di cani e cavalli, il fascino incantevole delle donne e la bellezza naturale delle piante.
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Casa Rossini
La Casa di Rossini, a Lugo, è un punto di riferimento per tutti gli appassionati del musicista celebre nel mondo per l’energia inconfondibile delle sue opere, dalla “Gazza ladra” al “Barbiere di Siviglia”.
L’allestimento museale realizzato dall’artista Claudio Ballestracci parte dalla Stanza del Prodigio, con l’ascolto di una delle primissime composizioni rossiniane (Gioacchino aveva solo dodici anni), e continua con le stanze della Mappa, della Dispensa e della Risonanza in un “crescendo” visivo e musicale.
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Archivio Angelo Davoli
L’Archivio Angelo Davoli, poco lontano dal centro di Reggio Emilia, mantiene intatto il laboratorio creativo di un artista che ci ha lasciati troppo presto.
Il grande tavolo da lavoro, le opere finite e quelle da finire, i libri, le foto e gli oggetti che hanno fatto parte della sua quotidianità danno il senso di un’esistenza dedicata completamente all’arte, da esplorare nelle sue varie forme: pittura, fotografia, scenografia, video... una vita in movimento, come le nuvole di vapore dipinte nei suoi cieli.
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Casa Studio Giulio Ruffini
La casa in cui il pittore e incisore Giulio Ruffini ha abitato fino al 2011, negli ultimi quarant’anni della sua vita, si trova nella campagna di Mezzano di Ravenna, nel cuore della Bassa Romagnola: un luogo caro sia alla sua memoria familiare, sia alla sua opera artistica, che spazia dai paesaggi rurali in trasformazione alle libere composizioni di oggetti domestici, dalle vedute urbane alle allegorie politiche.
Al piano superiore, aprendo la porta del suo studio, si possono ammirare decine di quadri e collages realizzati nel corso di una lunga carriera.
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Capanno Garibaldi
Il Capanno Garibaldi, nella Pialassa della Baiona (la laguna che oggi lambisce la zona industriale di Ravenna), deve il nome al suo ospite più illustre: il 6 agosto 1849, inseguito dall’esercito austriaco, Giuseppe Garibaldi si rifugiava proprio qui dopo aver seppellito sua moglie Anita, morta per gli stenti nella Fattoria Guiccioli.
La “Trafila garibaldina”, come fu chiamato l’itinerario che portò in salvo l’“Eroe dei Due Mondi” al di là degli Appennini, ripartì l’indomani da questa piccola costruzione coperta di canne palustri che serviva da riparo ai cacciatori.
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Casa natale Giuseppe Verdi
Nella pianura tra Parma e Piacenza, dove Giuseppe Verdi era di casa, l’itinerario alla scoperta del grande musicista inizia con l’esperienza multimediale offerta dalla dimora in cui nacque, a Roncole di Busseto, dove apprese le prime note sulla sua spinetta.
Andando da qui verso il Po si arriva a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, dove Verdi, divenuto ormai celebre, acquista una villa immersa nella campagna, rifugio prezioso in cui coltiva in pace la sua arte, mentre battezza gli alberi più grandi con il nome delle opere predilette: la quercia Trovatore, il salice Traviata, il platano Rigoletto.
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Museo Casa Barezzi
A Busseto, nella pianura tra Parma e Piacenza, il Museo di Casa Barezzi conserva la memoria del tempo in cui la dimora apparteneva al commerciante Antonio Barezzi, appassionato musicista, che prima fu mecenate del giovane Giuseppe Verdi e poi benedisse le nozze tra questi e sua figlia Margherita.
Ritratti, documenti, lettere e cimeli raccontano la carriera del Maestro, che tra queste mura mosse i primi passi nel mondo delle note, restando sempre legato al cofondatore della Società Filarmonica bussetana, che gli era stato (parole sue) “padre, e benefattore, ed amico”.
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Casa Artusi
Casa Artusi è il nome della fondazione che dal 2007 a Forlimpopoli, sulla Via Emilia tra Forlì e Cesena, mantiene in vita la memoria di Pellegrino Artusi, lo scrittore gastronomo ottocentesco a cui si deve “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, il libro di ricette più celebre della letteratura italiana.
Negli spazi restaurati dell’antico convento dei Servi di Maria, insieme a una scuola di cucina e a un ristorante, i visitatori trovano la biblioteca comunale che conserva i libri e le carte di Artusi e una stanza che, con arredi originali, rievoca la dimora in cui nacque, demolita negli anni Sessanta del Novecento nella piazza centrale del borgo.
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