Letterati
Nelle stanze in cui hanno preso corpo le pagine e i versi che rendono illustre l’Emilia e la Romagna sono gli oggetti a poter fare da tramite “magico” tra il nostro tempo e quello passato, annullando le distanze con la forza della loro concretezza. Qualche esempio?
Il tavolino senza cassetto su cui Marino Moretti limava le sue poesie “scritte col lapis”, dentro la casa sul porto canale di Cesenatico, può mettersi a dialogare con la sediolina preferita da Ludovico Ariosto nella sua amata residenza ferrarese, “piccola ma adatta” a lui.
L’acquaio in pietra della cucina in cui Giovanni Pascoli guardava sua madre preparare la piada, in quel di San Mauro, può rimandare al piccolo “forno di campagna” su cui Olindo Guerrini, a Sant’Alberto, sperimentava l’“arte di ricucinare gli avanzi” che gli valse un libro fortunato.
Ma la corrispondenza di “oggettivi” sensi potrebbe continuare di stanza in stanza. L’uniforme indossata da Renato Serra quando morì nella Grande Guerra, dalla teca della sua dimora cesenate, sembra salutare con la mano la fotografia che nella casa bolognese di Giosue Carducci ritrae il poeta delle Odi barbare, di cui Serra fu allievo all’università.
La bicicletta da corsa ancora “primitiva” con cui Alfredo Oriani, da Casola Valsenio, valicava le colline romagnole parlerebbe volentieri con quella da passeggio, più evoluta, che ieri fu di Alfredo Panzini e che oggi si mostra nella sua Casa Rossa a Bellaria-Igea Marina. Ed entrambe si rivolgerebbero, con il dovuto rispetto, alla moto Guzzi di Giovannino Guareschi, ora parcheggiata nella casa archivio di Roncole Verdi, là dove sorgeva il suo celebre ristorante...
Approfondimenti
PatER - Catalogo del Patrimonio culturale regionale:
Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna / LETTERATI
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Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna