Illustri in pillole
Nel 2023 si è conclusa la prima campagna di riconoscimento per l’assegnazione del marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”, avviata in base alla Legge regionale 2/2022: sono case museo, dimore, abitazioni, studi e archivi di artisti, letterati, musicisti, cineasti, scienziati, inventori, collezionisti, personaggi storici e famiglie illustri, risalenti in prevalenza agli ultimi due secoli.
Per presentare “in pillole” un panorama così vasto, queste realtà sono raccolte qui per brevi schizzi, in modo da comporre un mosaico “in progress” che, tessera dopo tessera, è destinato a contemplarle tutte, insieme ai luoghi e ai paesaggi culturali in cui sono inserite.
Villa Ferniani
Villa Ferniani, a Errano, appena fuori da Faenza, racconta la storia della famiglia omonima e di uno dei suoi capostipiti, il conte Annibale, che nel 1693 acquista in città un’officina ceramica in declino e la rilancia grazie alla collaborazione di grandi artisti.
Al pianterreno della residenza di campagna, oggi sede del Museo ceramico Ferniani, si può ammirare il vasto campionario di questa fabbrica prestigiosa, attiva per due secoli, fino al 1893: circa milleduecento pezzi di maioliche modellate in forma di sculture, vasi, stoviglie, specchiere e persino di mobili.
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Palazzo Boncompagni
Palazzo Boncompagni, nel centro storico di Bologna, deve il suo nome al cardinale che divenne papa nel 1572 con il nome di Gregorio XIII, lo stesso a cui si deve la celebre la riforma del calendario.
Fu proprio lui, al secolo Ugo Boncompagni, a scegliere l’insegna sul portale, con il drago alato che la leggenda vuole dotato di vista infallibile, simbolo della protezione assicurata dal pontefice alla cristianità.
L’elegante loggiato interno conduce prima alla grande Sala delle Udienze, riccamente affrescata, e poi al piano nobile, grazie a una sorpresa: una perfetta scala a elica attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola.
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Palazzo Rosso
Palazzo Rosso, stupefacente costruzione affacciata sul Canale Navile, a Bentivoglio, è uno dei più noti esempi extraurbani della stagione Liberty bolognese. Semplice ed elegante, riassume in sé i caratteri locali e internazionali dell’arte sviluppatasi in Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Fu la residenza di Carlo Alberto Pizzardi, ultimo esponente di una nobile e ricca famiglia, contraddistintosi per le sue opere filantropiche e per i numerosi lasciti alle istituzioni locali, con particolare attenzione per l’Amministrazione degli Ospedali di Bologna.
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Palazzo Zucchelli
Nel centro storico di Bologna, a pochi passi da Porta Maggiore, Palazzo Zucchelli ospita la Fondazione intitolata alla famiglia di Carlo Zucchelli, cantante lirico ottocentesco, contemporaneo di Rossini e Donizetti.
Una famiglia tutta dedita alla musica e all’arte: è per questo che ancora oggi la Fondazione, nata nel 1959 e riconosciuta come ente morale dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dà un sostegno concreto agli allievi più talentuosi del Conservatorio e dell’Accademia di Belle Arti.
Dal 2016 il giardino del Palazzo fa da scenario fiorito per “Zu.Art”, rassegna di esposizioni concerti ed eventi.
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Palazzo Comelli
Palazzo Comelli, a Ca’ Melati di Bargi, nel territorio di Camugnano, domina dall’alto la valle del Limentra, sull’Appennino bolognese.
Gestito dal Gruppo Studi Cesare Mattei e inserito nell’Ecomuseo Camugnanese, racconta la vita, le passioni e l’ascesa sociale dei Comelli, toccando i vari interessi coltivati dagli esponenti della casata: dalla pratica del notariato alla meccanica di precisione, dall’amore per l’arte alla misurazione del tempo, dall’agronomia alla scienza medica, fino alla religiosità.
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Casa Museo Guerrino Tramonti
La Casa Museo Guerrino Tramonti, a Faenza, si trova nell’abitazione-laboratorio dello scultore, ceramista e pittore che le dà il nome e che, con circa 400 opere, mette in mostra un’ampia panoramica del suo multiforme estro creativo.
Dalle sculture in terracotta degli anni Trenta e Quaranta del Novecento si passa ai dipinti del periodo veneziano e si arriva alle opere in ceramica smaltata policroma, fino ai famosi dischi decorativi eseguiti con la tecnica dell’invetriatura a grosso spessore, messa a punto dall’artista negli anni Cinquanta, quando dirigeva la Scuola d’arte di Castelli.
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Museo Casa Frabboni
Il Museo Casa Frabboni ha sede nell’edificio donato dal pittore Natale Guido Frabboni e dalla moglie Ivana Cesari alla comunità di San Pietro in Casale, nella pianura bolognese.
Ristrutturata dall’architetto Pier Luigi Cervellati, la dimora è stata aperta al pubblico nel 2003 e, insieme alle opere dell’artista e alla sua collezione di maioliche e icone, ospita il primo nucleo del Museo della Città (con reperti dall’età del bronzo al Rinascimento) e nelle sue sale alterna mostre dedicate ad artisti contemporanei.
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Casa Studio Wolfango
In via Santo Stefano, a Bologna, c’è la Casa Studio di Wolfango, nome d’arte di Wolfango Peretti Poggi. Il grande appartamento mantiene intatto l’ultimo luogo di vita e di attività dell’artista celebre per i suoi grandi acrilici su tela, in cui gli oggetti quotidiani, osservati dall’alto e ingranditi con la lente, sorprendono e disorientano chi li guarda.
Disegni, acqueforti e manifesti con le sue illustrazioni popolano i muri e raccontano il talento multiforme di “W”, testimoniato anche dalla stanza tutta dedicata al presepe in terracotta da lui stesso creato plasmando ogni anno una statuina ispirata al presente o ai suoi cari.
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Casa Museo Renzo Savini
La Casa Museo di Renzo Savini, a Bologna, ospita al suo interno una collezione particolarissima, frutto di una raccolta portata avanti per una vita intera.
L’appartamento, disegnato dall’architetto Raoul Biancani, si sviluppa su tre livelli, accomunati dalla presenza costante di opere della natura e opere dell’arte, accostate in modo creativo: dalle pietre alle sculture, dai dipinti ai fossili, dai libri alle maioliche.
Al centro dello spazio spicca un piccolo “gabinetto delle meraviglie”, traduzione aggiornata della “wunderkammer”: l’antenata rinascimentale e barocca del museo moderno.
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Casa Cesare Maltoni
La casa che fu di Cesare Maltoni a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, conserva alcune tracce dell’edificio settecentesco che lo scienziato romagnolo acquistò e ristrutturò a partire dal 1970 per farne il suo rifugio solitario.
Oltre agli ambienti dedicati alla quotidianità, dai salotti alla cucina, restano le stanze da lui adibite ad archivi per le ricerche e le pubblicazioni che ne fecero un oncologo di fama internazionale e uno dei più attivi sostenitori dell’importanza della prevenzione nella cura del cancro.
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