Illustri in pillole
Villa Ferniani
Villa Ferniani, a Errano, appena fuori da Faenza, racconta la storia della famiglia omonima e di uno dei suoi capostipiti, il conte Annibale, che nel 1693 acquista in città un’officina ceramica in declino e la rilancia grazie alla collaborazione di grandi artisti.
Al pianterreno della residenza di campagna, oggi sede del Museo ceramico Ferniani, si può ammirare il vasto campionario di questa fabbrica prestigiosa, attiva per due secoli, fino al 1893: circa milleduecento pezzi di maioliche modellate in forma di sculture, vasi, stoviglie, specchiere e persino di mobili.
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Palazzo Boncompagni
Palazzo Boncompagni, nel centro storico di Bologna, deve il suo nome al cardinale che divenne papa nel 1572 con il nome di Gregorio XIII, lo stesso a cui si deve la celebre la riforma del calendario.
Fu proprio lui, al secolo Ugo Boncompagni, a scegliere l’insegna sul portale, con il drago alato che la leggenda vuole dotato di vista infallibile, simbolo della protezione assicurata dal pontefice alla cristianità.
L’elegante loggiato interno conduce prima alla grande Sala delle Udienze, riccamente affrescata, e poi al piano nobile, grazie a una sorpresa: una perfetta scala a elica attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola.
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Palazzo Rosso
Palazzo Rosso, stupefacente costruzione affacciata sul Canale Navile, a Bentivoglio, è uno dei più noti esempi extraurbani della stagione Liberty bolognese. Semplice ed elegante, riassume in sé i caratteri locali e internazionali dell’arte sviluppatasi in Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Fu la residenza di Carlo Alberto Pizzardi, ultimo esponente di una nobile e ricca famiglia, contraddistintosi per le sue opere filantropiche e per i numerosi lasciti alle istituzioni locali, con particolare attenzione per l’Amministrazione degli Ospedali di Bologna.
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Palazzo Zucchelli
Nel centro storico di Bologna, a pochi passi da Porta Maggiore, Palazzo Zucchelli ospita la Fondazione intitolata alla famiglia di Carlo Zucchelli, cantante lirico ottocentesco, contemporaneo di Rossini e Donizetti.
Una famiglia tutta dedita alla musica e all’arte: è per questo che ancora oggi la Fondazione, nata nel 1959 e riconosciuta come ente morale dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dà un sostegno concreto agli allievi più talentuosi del Conservatorio e dell’Accademia di Belle Arti.
Dal 2016 il giardino del Palazzo fa da scenario fiorito per “Zu.Art”, rassegna di esposizioni concerti ed eventi.
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Palazzo Comelli
Palazzo Comelli, a Ca’ Melati di Bargi, nel territorio di Camugnano, domina dall’alto la valle del Limentra, sull’Appennino bolognese.
Gestito dal Gruppo Studi Cesare Mattei e inserito nell’Ecomuseo Camugnanese, racconta la vita, le passioni e l’ascesa sociale dei Comelli, toccando i vari interessi coltivati dagli esponenti della casata: dalla pratica del notariato alla meccanica di precisione, dall’amore per l’arte alla misurazione del tempo, dall’agronomia alla scienza medica, fino alla religiosità.
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Casa Museo Guerrino Tramonti
La Casa Museo Guerrino Tramonti, a Faenza, si trova nell’abitazione-laboratorio dello scultore, ceramista e pittore che le dà il nome e che, con circa 400 opere, mette in mostra un’ampia panoramica del suo multiforme estro creativo.
Dalle sculture in terracotta degli anni Trenta e Quaranta del Novecento si passa ai dipinti del periodo veneziano e si arriva alle opere in ceramica smaltata policroma, fino ai famosi dischi decorativi eseguiti con la tecnica dell’invetriatura a grosso spessore, messa a punto dall’artista negli anni Cinquanta, quando dirigeva la Scuola d’arte di Castelli.
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Museo Casa Frabboni
Il Museo Casa Frabboni ha sede nell’edificio donato dal pittore Natale Guido Frabboni e dalla moglie Ivana Cesari alla comunità di San Pietro in Casale, nella pianura bolognese.
Ristrutturata dall’architetto Pier Luigi Cervellati, la dimora è stata aperta al pubblico nel 2003 e, insieme alle opere dell’artista e alla sua collezione di maioliche e icone, ospita il primo nucleo del Museo della Città (con reperti dall’età del bronzo al Rinascimento) e nelle sue sale alterna mostre dedicate ad artisti contemporanei.
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Casa Studio Wolfango
In via Santo Stefano, a Bologna, c’è la Casa Studio di Wolfango, nome d’arte di Wolfango Peretti Poggi. Il grande appartamento mantiene intatto l’ultimo luogo di vita e di attività dell’artista celebre per i suoi grandi acrilici su tela, in cui gli oggetti quotidiani, osservati dall’alto e ingranditi con la lente, sorprendono e disorientano chi li guarda.
Disegni, acqueforti e manifesti con le sue illustrazioni popolano i muri e raccontano il talento multiforme di “W”, testimoniato anche dalla stanza tutta dedicata al presepe in terracotta da lui stesso creato plasmando ogni anno una statuina ispirata al presente o ai suoi cari.
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Casa Museo Renzo Savini
La Casa Museo di Renzo Savini, a Bologna, ospita al suo interno una collezione particolarissima, frutto di una raccolta portata avanti per una vita intera.
L’appartamento, disegnato dall’architetto Raoul Biancani, si sviluppa su tre livelli, accomunati dalla presenza costante di opere della natura e opere dell’arte, accostate in modo creativo: dalle pietre alle sculture, dai dipinti ai fossili, dai libri alle maioliche.
Al centro dello spazio spicca un piccolo “gabinetto delle meraviglie”, traduzione aggiornata della “wunderkammer”: l’antenata rinascimentale e barocca del museo moderno.
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Casa Cesare Maltoni
La casa che fu di Cesare Maltoni a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, conserva alcune tracce dell’edificio settecentesco che lo scienziato romagnolo acquistò e ristrutturò a partire dal 1970 per farne il suo rifugio solitario.
Oltre agli ambienti dedicati alla quotidianità, dai salotti alla cucina, restano le stanze da lui adibite ad archivi per le ricerche e le pubblicazioni che ne fecero un oncologo di fama internazionale e uno dei più attivi sostenitori dell’importanza della prevenzione nella cura del cancro.
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Museo Casa natale Arturo Toscanini
La casa in cui è nato il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, a Parma, è il museo che conserva la sua memoria.
Sensibilità musicale, abilità tecnica ed energia nell’interpretazione sono le doti che hanno reso celebre nel mondo un artista unico anche per il temperamento e la passione civile.
Oggetti, ritratti, abiti, registrazioni e filmati d’epoca riportano al tempo in cui le sue mani guidavano i musicisti ed entusiasmavano gli spettatori: la destra con la bacchetta a segnare il tempo, la sinistra in alto a dare forma al suono.
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Villa Silvia-Carducci
A Lizzano, sulle colline cesenati, Villa Silvia-Carducci unisce nel suo due nomi illustri: quello della contessa Silvia Pasolini Zanelli, che di questo luogo fece un ritrovo appartato per musicisti e scrittori, e quello del poeta Giosuè Carducci, suo amico e confidente, che spesso fu ospite nelle eleganti stanze della casa.
Oggi la villa settecentesca, donata al Comune di Cesena, è sede del Museo Musicalia, realizzato dall’Associazione Musica Meccanica Italiana: percorrendone le sale e camminando nel giardino letterario si può tornare al tempo in cui le note venivano diffuse da organi, piani melodici e grammofoni.
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Casa Museo al Belvedere Pietro Ghizzardi
A Boretto, nella Bassa reggiana, la Casa Museo al Belvedere risuona ancora della storia meravigliosa di Pietro Ghizzardi: il contadino che dipingeva con i colori fatti da sé e scriveva in una lingua tutta sua.
Medaglia d’oro alla mostra naif di Luzzara nel 1968, “il Pietrone” diventa famoso qualche anno dopo, quando Einaudi pubblica “Mi richordo anchora”, autobiografia scritta in un italiano non troppo forbito ma vivissimo, pulsante di forza e di inventiva.
Le stanze in cui l’artista ha vissuto l’ultima parte della sua vita sono costellate dalle sue opere, dai suoi appunti e dagli oggetti di un’esistenza semplice.
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Casa Museo Carlo Zauli
La Casa Museo Carlo Zauli, a Faenza, racconta la vicenda artistica e umana di un ceramista divenuto scultore di fama internazionale senza dimenticare le sue origini.
Le tecniche, gli arnesi e i materiali che utilizzava sono esposti negli spazi del laboratorio in cui terre, rocce e metalli venivano trasformati in sculture: la cantina delle argille, la stanza degli smalti, la sala dei forni e quella dei grandi rilievi.
Il giardino scultoreo, all’esterno, completa lo sguardo sull’opera di un maestro che nelle sue opere non ha mai smesso di far dialogare forma e materia.
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Museo Marconi
Villa Griffone, a Pontecchio Marconi, ha fatto da incubatrice all’invenzione della radio e della comunicazione senza fili, che oggi chiamiamo “wireless”: è proprio qui, nella “stanza dei bachi”, che Guglielmo Marconi mise a punto i suoi primi esperimenti.
Dove un tempo per produrre seta si allevavano falene, il futuro Premio Nobel per la Fisica studiava il metodo migliore per inviare segnali a distanza. Una sfida che, superata la collina di fronte al suo laboratorio, lo porterà a collegare le due rive opposte dell’Atlantico.
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Archivio Gastone Biggi
A Tordenaso, sulle colline del Parmense nei pressi di Langhirano, la Casa Rossa che fu dimora e laboratorio creativo per il pittore Gastone Biggi conserva la sua memoria grazie alla Fondazione e all’Archivio che ne portano il nome.
Le pareti e i soffitti offrono allo sguardo una parte delle opere realizzate in oltre sessant’anni di attività, in cui Biggi, che fu anche poeta e scrittore, ha esplorato le infinite varietà delle forme e dei colori.
Sulle sue tele la geometria diventa poesia, perché “il mondo” - diceva - “non ha bisogno di antichi e nuovi dolori, ma di nuove serenità e di nuove bellezze”.
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Museo Cervi
Tra Gattatico e Campegine, nel cuore della pianura reggiana, si trova la casa colonica che fu abitata dalla famiglia dei sette fratelli Cervi, fucilati il 28 dicembre 1943 per la loro attività antifascista.
Qui ha sede il Museo Cervi, che ha ereditato il lascito morale dei capifamiglia Alcide e Genoeffa, per anni impegnati a tramandare la storia dei figli e la loro testimonianza di coraggio civile.
Attrezzi, strumenti di lavoro e oggetti della vita quotidiana raccontano la realtà della mezzadria nell’Italia rurale del secolo scorso, intrecciandola con le vicende dei movimenti contadini e della Resistenza nelle campagne.
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Casa Carducci
Chi entra in Casa Carducci, a Bologna, ha l’impressione che sia abitata da migliaia di ospiti silenziosi: sono i libri e le carte che servirono al poeta per i suoi studi e le sue opere.
Dallo studio alla biblioteca, dal corridoio-archivio alla camera da letto, lungo le scaffalature fanno capolino tutti i volumi con cui visse il “vate”.
Nelle altre stanze, dal salotto buono alla cucina, il gusto di sua moglie Elvira trasmette l’atmosfera borghese di un’abitazione di fine Ottocento. Passando dal giardino memoriale, proprio a ridosso dei viali urbani, si può salutare il volto pensoso di Giosuè, scolpito in marmo bianco da Leonardo Bistolfi.
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Archivio Cesare Leonardi
L’Archivio Cesare Leonardi, gestito dall’associazione culturale fondata da allievi e collaboratori dell’“architetto degli alberi”, tutela la sua casa-studio-officina e divulga le sue opere.
La casa (ben descritta nell’ebook dedicato) ha sede nel Villaggio Artigiano Modena Ovest, il primo del genere realizzato in Italia, ed è costruita in modo da integrare vita e lavoro in un edificio caratterizzato dalla continuità visiva tra spazi interni e giardino esterno. Tutti i mobili sono realizzati con le tavole di abete verniciate in giallo tagliate da Leonardi stesso nell’ambito del progetto ventennale “Solidi”.
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Palazzo Tozzoni
Abitato per cinque secoli dalla stessa famiglia, oggi Palazzo Tozzoni fa parte integrante dei Musei civici di Imola.
Percorrendo le sue stanze perfettamente conservate, dal salone e dagli appartamenti del piano nobile agli spazi più privati dei salotti e della biblioteca, fino a scendere nella cucina e nelle cantine, si può viaggiare nei vari modi di abitare che si sono avvicendati nel tempo e guardare da vicino come sono cambiati i gusti del collezionismo, le mode e le scelte di arredamento.
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