A tu per tu con il patrimonio
Immaginiamo un grande gomitolo che intreccia tanti fili, tutti diversi e tutti colorati. Se dipanarlo per intero non si può, possiamo almeno estrarne un tratto alla volta e osservarlo con calma, ascoltando cosa ci racconta: da dove proviene, di cosa è fatto, chi l'ha creato?
Il nostro patrimonio culturale è un infinito intreccio di meraviglie: queste storie brevi sono altrettanti fili, da guardare a tu per tu e da toccare con le proprie mani, per rendersi conto di quanto è prezioso e di quanto ci appartiene.
Del resto, “pensare al passato o a un mondo remoto attraverso le cose è sempre un processo di ri-creazione poetica”: parola di Neil MacGregor, lo storico dell’arte che, dopo aver diretto grandi musei, ha riconosciuto il ruolo decisivo dell’immaginazione nel rendere felici i nostri incontri con i prodotti dell’attività culturale.
Perché i testi critici e le competenze specialistiche sono indispensabili alla conoscenza, “ma poi serve un notevole slancio di fantasia per restituire il manufatto alla sua vita precedente e per instaurare con esso un rapporto generoso, che ci consenta di carpirgli tutte le informazioni che è in grado di offrire”. E con le informazioni, magari, anche le emozioni.
[La citazione è tratta dal libro di Neil MacGregor “La storia del mondo in 100 oggetti” (Milano, Adelphi, 2012)]
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