L’investimento del PNRR per il recupero e la valorizzazione del patrimonio rurale
Lorenza Bolelli, Settore Patrimonio culturale Regione Emilia-Romagna
Viene fornito un quadro delle attività in corso da parte della Regione nell’ambito della valorizzazione del patrimonio architettonico storico, e in particolare dei mulini antichi.
Con la Misura 1 Component 3 Investimento 2.2, il PNRR-Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, NextGenerationEU, il Ministero della Cultura ha assegnato alla Regione Emilia-Romagna attraverso il D.M. n.107 del 18 marzo circa 28 milioni di euro per portare a compimento, entro giugno 2026, interventi di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale con la finalità di attuare un ampio piano di valorizzazione e riqualificazione del patrimonio architettonico e paesaggistico in ambito rurale con l’obiettivo di preservare i valori dei paesaggi rurali storici attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni della cultura materiale e immateriale e al mantenimento e rispristino della qualità paesaggistica dei luoghi.
Sull’onda di queste disposizioni nazionali e in attuazione del PNRR, in aprile 2022, la Regione Emilia-Romagna ha approvato con Delibera di Giunta n. 570 l’Avviso pubblico rivolto ai privati, detentori a vario titolo (proprietari, affittuari, in comodato d’uso ecc.) con la finalità di assegnare i fondi previsti dal PNRR alle seguenti tipologie di beni:
1) edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, caseifici, scuole rurali, ecc.);
2) strutture e/o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l’attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, bassi servizi, essiccatoi, forni, pozzi, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);
3) elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (cappelle, chiese rurali, edicole votive, ecc.), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali, ecc.
Gli interventi finanziati hanno interessato beni privati tutelati per i quali sia intervenuta con Decreto la dichiarazione di interesse culturale (D.Lgs.n.42/2004) e immobili con più di 70 anni che siano censiti o classificati dagli strumenti regionali e comunali di pianificazione urbanistica. La misura del contributo concessa è pari all’80% della spesa ammissibile, elevabile al 100% della spesa ammissibile se il bene è oggetto di dichiarazione di interesse culturale, e comunque per un importo massimo di 150.000 euro.
In questo quadro dispositivo tracciato dal Recovery Fund, l’attenzione al patrimonio rurale occupa una parte importante per il recupero del paesaggio, in particolare di quello collocato nelle aree interne, pedemontane e montane della Regione. La tipologia dei mulini, che è il focus anche dell’attività di censimento e catalogazione che la Regione Emilia-Romagna con il Settore Patrimonio culturale ha avviato nel 2024, fa parte dell’attività di restauro e valorizzazione del patrimonio rurale che il Recovery Found ha attuato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’indagine capillare che si sta conducendo sulle provincie di Reggio-Emilia, Modena, Bologna e gli studi condotti dai contributi che troverete nelle sezioni di queste pagine dedicate al Convegno “Acqua passata macina ancora?” tenutosi l’11 aprile 2024 a Bologna costituiscono una immagine aggiornata delle indagini condotte su questi beni architettonici e al contempo riflessioni e spunti per un loro recupero e per una “nuova vita” di questi edifici che hanno rappresentato la storia economica, sociale e antropologica dell’Emilia-Romagna.
Il censimento dei mulini della Emilia-Romagna arriva a circa quarant’anni dalle prima ricerche e catalogazioni condotte dall’ex IBC e finalizzate alla redazione del Piano Paesistico Territoriale Regionale. Il rilevamento che il Settore Patrimonio culturale sta portando avanti, non solo si inserisce nell’attività di catalogazione nazionale avviata dal Ministero della Cultura con l’Istituto Centrale Catalogo e Documentazione ma costituisce un “apripista” per le tipologie specialistiche dei beni rurali finanziate dal PNRR.
Nel caso specifico dei mulini che sono in corso di recupero attraverso i contributi del PNRR dovranno essere resi disponibili alla pubblica fruizione. Gli interventi potranno altresì essere finalizzati alla realizzazione e allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi culturali, sociali, ambientali turistici (escluso l’uso ricettivo), per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio, anche connessi al profilo multifunzionale delle aziende agricole. Per questo, una particolare attenzione è stata posta ai beni ubicati in aree territoriali di elevato pregio paesaggistico (beni ubicati in aree di interesse paesaggistico tutelate dalla legge ai sensi dell’art. 142 del d.lgs. n. 42/2004 o di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136 del medesimo d.lgs.), ai paesaggi soggetti a riconoscimento UNESCO, FAO, GIAHS, , ai paesaggi rurali inseriti nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici di cui al decreto MI.P.A.A.F. n. 17070 del 19 novembre 2012, art. 4);
Le prime attività di recupero, restauro e valorizzazione avviate grazie ai fondi PNRR sono collocabili tra le province di Bologna, Reggio-Emilia, Parma e Ravenna, con un investimento complessivo di più di 3 milioni di euro e un finanziamento con fondi PNRR pari a 1 milione e quattrocento mila euro (vedi tabella sugli investimenti del PNRR).
Gli interventi resi possibili riguardano le seguenti categorie:
Risanamento conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, edifici, manufatti e fabbricati rurali storici ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale, coniugati, ove opportuno, ad interventi per il miglioramento sismico e dell’efficienza energetica nonché volti all’abbattimento delle barriere architettoniche;
Interventi di recupero funzionale e riqualificazione di immobili accatastati nella categoria F/2 (unità collabente) finalizzati ad un utilizzo con permanenza di persone e relativa riqualificazione della categoria catastale;
Interventi di manutenzione del paesaggio rurale;
Allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi culturali, sociali, ambientali turistici (escluso l’uso ricettivo), per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio, anche connessi al profilo multifunzionale delle aziende agricole.
Pertanto, nel complesso, le fasi che seguono l’obiettivo di recupero e valorizzazione di questi beni architettonici sono pertanto scandite dalle seguenti attività che la Regione con il Settore Patrimonio culturale ha messo in campo, grazie anche alla proficua collaborazione con l’Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici:
Fase 1 - Conoscenza
La nostra Regione attualmente ha un patrimonio mulini storici che si aggira intorno a 749 mulini storici, tra dismessi, degradati, in uso, stimato da pubblicazioni e studi del territorio regionale dell’ex IBC e di nuovo valorizzati e studiati dalla ricognizione che la Regione ha intrapreso con la catalogazione.
Fase 2 - Catalogazione
Il Settore Patrimonio culturale ha avviato una ricognizione e catalogazione puntuale di 480 mulini storici presenti delle Province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, definendo così una analisi tipologica condivisa con l’Istituto centrale del catalogo e della documentazione. Un’azione anticipatrice di ciò che il Ministero della Cultura, a seguito del bando rurali del PNRR, sta portando avanti, a livello nazionale, con Invitalia sulla catalogazione del patrimonio rurale, con la finalità di intraprendere azioni di valorizzazione e recupero funzionale e paesaggistico.
Fase 3 - Recupero
Interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio architettonico in area rurale e del paesaggio attraverso la «Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso, rurale» M1C3 (D.G.R. n.570/22). Hanno partecipato all’Avviso pubblico della Regione Emilia-Romagna previsto dal PNRR 22 mulini storici di cui 11 mulini storici attualmente finanziati per il recupero.
Fase 4 - Valorizzazione
Partendo dall’attività che la Regione Emilia-Romagna sta attuando con il bando PNRR sulla rigenerazione del patrimonio culturale in ambito rurale, Il Settore Patrimonio culturale della Regione ha inteso sviluppare un Accordo di collaborazione ( D.G.R. n.511/23) con l’Associazione nazionale Mulini storici (AIAMS) per la valorizzazione degli antichi mulini. Prima tappa di questo Accordo è proprio il Convegno che si è svolto l’11 aprile 2024: “Acqua passata macina ancora? Scenari possibili per i mulini storici in Emilia-Romagna”.
Lorenza Bolelli
Architetto laureata a Firenze con indirizzo storico architettonico, ha successivamente conseguito un Master biennale presso la Scuola nazionale della Pubblica Amministrazione ed è attualmente Responsabile dell’Ufficio di Pianificazione e Promozione degli interventi sul patrimonio culturale del Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, dove segue l’attuazione del recupero e valorizzazione del patrimonio architettonico in ambito rurale previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (NextGenerationEU) e le attività del Settore volte al recupero del patrimonio architettonico a destinazione culturale, oltre alla promozione legata alla conoscenza del patrimonio architettonico storico e contemporaneo. Ha svolto la sua precedente attività presso il Ministero dei beni e attività culturali a Roma come Responsabile dell’Ufficio di comunicazione e organizzazione della Direzione per l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero e come Responsabile della comunicazione del realizzando Museo MAXXI progettato da Zaha Hadid. Per il Comune di Roma ha seguito, come RUP, la realizzazione del Museo MACRO e si è occupata di coordinare processi di partecipazione negli interventi di rigenerazione urbana (concorso per l’area della ex caserma Montello).