Cinquecentine, che passione!
Se in biblioteca sentite dire “cinquecentina”, non pensate alla piccola automobile italiana divenuta simbolo del boom, e neanche al veicolo giallo preferito da Lupin III per le sue fughe rocambolesche, perché qui, senza alcun equivoco, il termine sta a indicare un’edizione a stampa realizzata tra il 1501 e il 1600.
Una parte degli interventi di catalogazione promossi dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna e finanziati dalla Legge regionale 18/2000 riguarda proprio questo genere particolare di libro antico, testimone prezioso di una fase cruciale nell’evoluzione dell’oggetto-libro che ancora oggi sfogliamo.
Rispetto ai codici manoscritti dei secoli precedenti, infatti, i primi volumi realizzati con la stampa a caratteri mobili (i cosiddetti “incunaboli”) non presentavano grandi novità formali nell’organizzazione del testo. Sono state proprio le edizioni realizzate tra la fine del Quattrocento e il secolo successivo a segnare una svolta decisiva e a introdurre molti degli elementi tipici del libro moderno, così come lo conosciamo tuttora: si pensi al frontespizio, agli indici, alla paginazione, ai titoli correnti, alle note tipografiche e alle marche che contraddistinguono i vari editori.
L’attività di catalogazione informatizzata delle edizioni del XVI secolo svolta dalla Regione Emilia-Romagna si fonda sul censimento cartaceo avviato nel 1983 dalla Soprintendenza regionale per i beni librari e documentari in collaborazione con l’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU), censimento che ha portato a realizzare il catalogo delle cinquecentine italiane e straniere possedute dalle biblioteche emiliano-romagnole, in cui si contano circa duecentomila esemplari. Man mano che vengono informatizzate, le descrizioni prodotte nell’ambito del censimento regionale vanno quindi ad arricchire il censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo “Edit16”.
Le catalogazioni in corso, che sono state avviate nel 2021 e proseguono fino al 2023 con il riversamento completo delle schede cartacee nel catalogo del Servizio bibliotecario nazionale (SBN), riguardano in particolare la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna (dove sono state già catalogate 5.450 cinquecentine), la Gambalunga di Rimini (con 4.806 edizioni) e le comunali di San Giovanni in Persiceto (52), Crevalcore (49), Fusignano (84), Bertinoro (150) e Modigliana (296).
Di queste ultime tre biblioteche si segnalano tre esemplari di altrettante edizioni, ciascuno dei quali risulta essere a tutt’oggi un vero e proprio unicum nell’ambito del patrimonio italiano delle cinquecentine.
Si tratta dell’“Aurea rosa id est preclarissima expositio sup. evangelia totius anni” di Silvestro Mazzolini, stampato in gotico nel 1508 ad Haguenau e conservato nella Biblioteca comunale “Carlo Piancastelli” di Fusignano (Ravenna), del “Des recherches de la France” di Étienne Pasquier, stampato nel 1571 a Parigi e conservato nella Biblioteca comunale “don Giovanni Verità” e della Accademia degli Incamminati di Modigliana (Forlì-Cesena) e del “De castis incestisve nuptiis disputatio” di François Hotman, stampato nel 1594 a Basilea e conservato nella Biblioteca comunale “Aldo Spallicci” di Bertinoro (Forlì-Cesena).
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