L'albero di Giordano

racconto di Caterina Leoni

10 maggio 2020. É primavera ma sembra estate. Luca finalmente può affacciarsi al mondo.
Durante il lockdown la sua vita si è come congelata… ha sì continuato le lezioni on line e ha persino fatto l’esame di terza media comodamente seduto nella sua cameretta, ma non ha più potuto vedere gli amici, giocare a basket, bighellonare per il paese.
Per fortuna esistono i social, tuttavia è triste festeggiare il compleanno senza amici e Luca ha compiuto 14 anni senza quasi accorgersene. Perciò adesso che è possibile tornare a circolare sente forte il desiderio di recuperare il tempo perduto, giocare a calcio con Paolo, rivedere Anna, l’amica della sua cuginetta e andare a trovare Giulio, l’amico dell’infanzia perduta.
“Ciao Mamma esco… tornerò entro l’ora di cena!”, urla allacciandosi le scarpe da tennis, poi scompare per la tromba delle scale. Finalmente una boccata di ossigeno! Era uscito di casa solo due volte negli ultimi mesi, sempre per prendere il latte e il pane nella gastronomia più vicina.
Si sente carico, pieno di entusiasmo per questo rientro alla normalità. Una leggera brezza gli accarezza il viso. Decide in pochi secondi di andare a trovare Giulio che non vede da mesi.
La casa dell’amico non è lontana, deve giusto attraversare la via principale del paese e superare il piccolo supermercato all’angolo. “Sono felice di abitare a Castenaso” pensa tra sé e sé. Luca ama il suo paese, che è piccolo, ma proprio per questo è un posto tranquillo, dove c’è tutto ciò che si può desiderare e poi dista solo pochi chilometri da Bologna.
“Via Nasica… qui siamo proprio nel cuore del castrum romano”, riflette Luca immaginandosi un diretto discendente di Giulio Cesare. “Dimenticavo i Longobardi… già «siamo il prodotto di secoli d’invasioni e mescolanze fra popoli»!”, sorride pensando alle parole di Rambaldi, il suo prof. di Storia, che si lamenta sempre dell’ignoranza dei suoi allievi.
Ecco la palazzina in cui abita Giulio, proprio di fronte al chiosco dove passerà le serate estive con i suoi amici di sempre, tra una partita a calcetto e una a ping pong. Felice della leggerezza riconquistata suona più volte il campanello… non vede l’ora di ridere e scherzare con il suo amico.
Tutto tace. Aspetta un po’ seduto sul muretto d’ingresso. Niente, sono fuori tutti.
Sebbene sia un po’ deluso, non si perde d’animo, a due passi c’è un giardinetto pubblico, forse Giulio è lì col fratello più piccolo. Un boschetto, un’area pic-nic, i giochi per bambini, un campo da basket e un percorso vita rendono questo giardino un piacevole luogo di ritrovo per genitori con bambini piccoli e coppiette di adolescenti in cerca di luoghi in cui appartarsi.
In realtà non si tratta di un semplice giardino e un cartello all’entrata lo chiarisce subito, è “il Parco della Resistenza” di Castenaso. Per la prima volta Luca nota uno strano masso ai piedi del boschetto che lo attrae come un magnete! Avvicinandosi si accorge che non si tratta affatto di un masso, ma di un monumento, il monumento ai martiri della Resistenza. Una targa ricorda i nomi dei partigiani morti tra il 1943 e il 1945... Tra questi un nome, Giordano Gnudi, gli ricorda qualcosa…
Gli si impone l’immagine di suo nonno Gigi, volato via ormai da tre anni, che lo tiene sulle sue ginocchia. Lo faceva spesso, anche se soffriva di dolori all’anca, per tenere stretto quel nipote vivace e curioso quando gli raccontava alcuni episodi della sua vita, le “memorie” di quando era giovane.
“Ecco chi era Giordano Gnudi!”… Il volto di Luca si illumina al ricordo nitido del racconto che gli aveva fatto il nonno. “Povero Giordano – gli aveva detto – è stato ucciso a soli 14 anni, sotto un albero”. Insieme a lui "erano morti molti altri, in seguito ad un rastrellamento dei tedeschi contro i contadini e gli allevatori che si erano rifiutati di consegnare il proprio bestiame ai militari fascisti e nazisti. Era il settembre del’44”. Luca ricorda bene il racconto del nonno, forse perché questa vicenda lo aveva particolarmente colpito. Tira fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e digita su google “GIORDANO GNUDI + STRAGE NAZIFASCISTA”.
Gli appare una scheda:

Gnudi Giordano (5 giugno 1930 - 23 settembre 1944), per la sua giovane età non fece parte del movimento partigiano. Tuttavia, divenuto «il vivandiere» dei partigiani ospitati nella sua casa colonica, spesso s'intrattenne a parlare con essi, informandosi sull'attività svolta e custodendo gelosamente il contenuto di tali conversazioni. Il 23 settembre 1944, i tedeschi dopo uno scontro con i partigiani, incominciarono a sparare sugli abitanti per rappresaglia. Rifugiatosi dietro un albero, venne ucciso da una raffica di mitra sparatagli a bruciapelo. Dopo la Liberazione la sua salma è stata tumulata nel sacrario dei caduti «accanto a quei partigiani nelle cui fila avrebbe voluto militare». Il cugino Coriolano Gnudi cadde nella Resistenza. Riconosciuto partigiano nella 4a brigata Venturoli Garibaldi dal 18 luglio 1944 al 23 settembre 1944*.

“Cazzo, aveva la mia età!”, realizza questa volta con più chiarezza guardando la foto sbiadita a mezzo busto di Giordano… “un ragazzo come me, come Giulio, è stato ucciso a soli 14 anni, sotto un albero, forse in questo parco...”. Si siede per terra a gambe incrociate, appoggiandosi al tronco di un salice. É triste ma grato a quelle fronde ombrose che lo proteggono, si sente quieto e rilassato, socchiude gli occhi… gli sorridono nonno Gigi, nonna Palma… e il piccolo Giordano Gnudi… sono immagini diafane ma vive!
“Luca, che ci fai qui?”, urla Giulio all’amico assopito sotto l’albero.
Luca apre gli occhi un po’ stordito, sembra ancora perso nei suoi sogni.
“Dai vieni, ci sono anche Paolo e Antonio al campetto… finalmente possiamo giocare!!”
Luca si alza, con la mano sfiora la targa e corre saltellando verso il campo da basket.

* dal sito Storia e memoria di Bologna

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ultima modifica 2020-11-20T17:01:15+01:00
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