Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da altri luoghi nascosti
“Ovunque si respira Guercino”: così si può sintetizzare il resoconto della sosta di Johann Wolfgang von Goethe a Cento, in provincia di Ferrara, città emiliana che ha dato i natali al pittore Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Frase che è anche il titolo dell’iniziativa della Regione Emilia-Romagna, avviata due anni fa, di scoperta e valorizzazione di tutti quei luoghi emiliano-romagnoli che conservano le opere del maestro del Barocco, per celebrare e indagare a fondo questo magnifico pittore.
Un’intensa attività di ricerca e promozione che ha portato a un altro straordinario episodio di questo progetto: la nuova mostra che apre a Cento (Fe) sabato 21 settembre negli spazi della chiesa di San Lorenzo con il titolo: “Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da altri luoghi nascosti”, aperta fino al 31 dicembre 2025.
Venti grandi opere, la maggior parte inedite pale d’altare, a firma di Guercino e dei suoi allievi, che fino ad oggi erano nascoste all’occhio del pubblico perché custodite in sedi non visitabili. Un percorso tra i capolavori del Guercino e della sua scuola provenienti da vari luoghi chiusi: chiese ancora inagibili a causa del sisma del 2012 e musei in corso di ristrutturazione, che hanno affidato alla città natale dell’artista questi capolavori “invisibili”.
Partendo dalla generosità del Comune di Forlì, che ha messo a disposizione cinque grandi opere di norma provenienti dal Palazzo del Merenda chiuso per ristrutturazione. Sono due le grandi pale che lo stesso Guercino inviò alla città, in grado di dimostrare la straordinaria tenuta qualitativa che connota la fase estrema dell’artista: l’”Annunciazione” (1648) e “San Giovanni Battista” (1653-1655).
Ad esse si affiancano la bellissima “Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina” del nipote di Guercino Benedetto Gennari e, destinate sempre a chiese forlivesi, la pala con i “Santi Anna e Gioacchino inginocchiati di fronte all’Eterno” di Cristoforo Serra, allusiva al mistero dell’Immacolata Concezione. Accanto lo “Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria”, opera sorprendente dell’ancora poco noto Giuseppe Maria Galeppini.
Tutti dipinti in grado di intrattenere un dialogo serrato con il patrimonio già in mostra nella Pinacoteca di Centro, nonché con altre opere ospitate dalla stessa chiesa di San Lorenzo. Anche se a partire dal 1642 il Guercino si era ormai trasferito a Bologna, i dipinti presentati confermano l’autorevolezza di una scuola che manteneva le proprie radici a Cento e ne ribadiscono l’indiscutibile originalità.
L’ambiente in cui si è formato il pittore è testimoniato dalla pala “San Lorenzo e san Pancrazio” (1610) di Carlo Bononi, proveniente dalla chiesa di San Lorenzo di Casumaro, e dalle lunette del rarissimo Giovanni Battista Gennari, uno dei capostipiti della famiglia che accompagnò l’attività del maestro.
Dalla chiesa del Rosario provengono cinque magnifiche grandi tele di Guercino. Questo luogo fu per l’artista, per molti anni priore dell’Arciconfraternita, un luogo dell’anima. Inaugurata il 13 giugno 1645, vide probabilmente il pittore contribuire al progetto della facciata oltre che realizzare molti dei capolavori esposti all’interno.
Databili 1644-45 sono in mostra: la Crocefissione e i tre dipinti della volta raffiguranti “Il Padre Eterno Benedicente”, “San Francesco”, “San Giovanni Battista”. Inoltre del 1622 la tela del Guercino “L’Assunta” con il suo illusionistico scorcio “dal sotto in su”.
Tutti questi capolavori del Guercino possono essere confrontati con opere analoghe, offrendo uno spunto di riflessione su pittori, alcuni assai rari, ancora da studiare. Dalla chiesa di san Pietro di Cento provengono: di Matteo Loves la “Madonna con il Bambino, con san Bernardino da Siena e l’angelo custode” (1630-40); di Matteo Mingarini la tela “Sant’Omobono” (1661). Inoltre di Benedetto Zalone databili 1620 circa due capolavori: la “Madonna Assunta con i santi Bonaventura, Francesco e la donatrice” e la “Madonna di San Luca con i santi Antonio Abate, Paolo, Sebastiano e Gregorio Magno”.
Dalla chiesa di san Biagio di Cento proviene la “Madonna in gloria con i santi Caterina da Siena, Francesco di Paola, Gaetano Thiene” di Benedetto Gennari (1659-60).
Infine da una collezione privata di Modena, si inseriscono nel percorso della mostra due tele di grandi dimensioni di Giovan Battista Gennari: “Natività della Vergine” (1606) e “Visitazione” (1606).
Cento si conferma il centro nevralgico delle celebrazioni del suo grande maestro dopo un anno della riapertura della Civica Pinacoteca “il Guercino”, nell’autunno scorso, grazie al restauro che l’ha riportata al suo splendore dai danni dovuti al sisma.
La mostra è curata dal Comitato scientifico composto da: Cristina Ambrosini, Daniele Benati, Stefano Benetti, Lorenzo Lorenzini, Lorenza Montanari, Maria Luisa Pacelli, mons. Paolo Marabini, Antonio Iommelli, Manuel Ferrari, Silvia Battistini, Giovanni Sassu.
Enti promotori sono: Regione Emilia-Romagna – Settore Patrimonio Culturale, Comune di Forlì, Comune di Cento, Fondazione Patrimonio degli Studi di Cento, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.
La mostra è aperta: venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00.
Il biglietto cumulativo comprende l’ingresso alla civica Pinacoteca “il Guercino”: intero € 10,00; young (19-26 anni) € 2,00; senior (+65 anni) € 6,00.
Per informazioni:
Sito web della Civica Pinacoteca Il Guercino
Guercino, un nuovo sguardo. Locandina (2.25 MB)
Guercino, un nuovo sguardo. Cartolina (741.71 KB)