Biografia

Lucio Gambi [Ravenna 1920 – Firenze 2006] è considerato il più importante geografo italiano dell’ultimo secolo, sicuramente colui che ha saputo innovare più in profondità una disciplina relegata, prima di lui, al rango di materia “descrittiva e misurativa di oggetti e di fenomeni”.

Biografia

Lucio GambiStudioso in grado di aprire la geografia al contributo metodologico della ricerca storica, letteraria, sociologica, demografica, Gambi è stato anche fra i protagonisti del dibattito culturale e politico che, a partire dagli anni ’60, ha percorso le nostre Università e ha accompagnato l’attuazione delle Regioni.
Ha partecipato alla Resistenza e militato nel movimento Giustizia e Libertà; a quel periodo risale la sua collaborazione a una radio popolare che, in Romagna, seguiva in diretta i processi ai gerarchi fascisti.

Dal 1953 è docente presso l’Università di Messina e successivamente ricopre la cattedra di “Geografia umana” all’Università Statale di Milano, dove, negli anni della contestazione giovanile, è tra i docenti che più si impegnano nel tentativo di mediazione tra le posizioni dell’Ateneo e quelle del Movimento studentesco.
 
Un impegno politico che mantiene nel tempo e che manifesta in termini culturali, con gli studi e le ricerche, rimaste magistrali, sugli insediamenti rurali, le forme dei campi, le bonifiche, i generi di vita dei contadini. Nel 1964 pubblica Questioni di geografia, una raccolta di saggi che rappresenta un invito alla comunità scientifica per un riesame della concezione tradizionale della geografia. Nel 1970 pubblica con Giuseppe Barbieri La casa rurale in Italia, a venti anni di distanza dalla pubblicazione della dissertazione di laurea La casa rurale nella Romagna.

“Fare cultura è impegnarsi per la società”, scrive nella prefazione di Una geografia per la storia, uscito per Einaudi nel 1973, raccolta di scritti metodologici che interpretano “la geografia come storia della conquista conoscitiva e della elaborazione regionale della Terra in funzione di come è venuta ad organizzarsi la società”.

Lucio GambiNel 1975 viene nominato primo Presidente dell’Istituto beni artistici, culturali e naturali che la Regione Emilia-Romagna ha costituito quale organismo scientifico al servizio della programmazione e della pianificazione regionale. Sono gli anni delle campagne di rilevamento dei beni culturali sul territorio, del censimento delle case rurali, dell’inventario dei centri e nuclei storici, delle indagini sulla cultura materiale. Con l’Istituto e la Regione Emilia- Romagna il rapporto di collaborazione continuerà negli anni, fra l’altro in occasione della redazione del Piano Territoriale Paesaggistico del 1986.
Dal 1975 al 1990 è docente di “Geografia politica ed economica” all’Università di Bologna, dove, per alcuni anni è presidente del Corso di laurea in storia e direttore del Dipartimento di discipline storiche. Dal 1993 è Socio dell’Accademia dei Lincei (nel 1995 ne diverrà Socio nazionale).
Collabora con continuità alle riviste di settore “Lares”, “Quaderni storici”, “Rivista Geografica Italiana”, “Studi Romagnoli”; partecipa a importanti lavori collettivi fra cui: Capire l’Italia del TCI, la Storia di Forlì, la Storia di Ravenna, La Galleria delle carte geografiche del Vaticano, la Storia d’Italia Einaudi.
Lucio Gambi è stato non solo uno studioso di grande livello scientifico, i cui scritti rimangono fondamenta disciplinari, sia quelli teorici che quelli applicati a casi di studio, ma anche e soprattutto un organizzatore di studi, un suggeritore instancabile di progetti, affabile e disponibile, che, in conversazioni private, lezioni, testimonianze, ha insegnato a generazioni di allievi, ad ampliare il concetto di patrimonio culturale, a interpretare la storia nel suo contesto ambientale, a leggere il paesaggio affinchè esso possa divenire fondamento di uno sviluppo culturale, economico, politico, più armonico e consapevole.

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ultima modifica 2012-09-07T11:45:00+01:00
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