Il vernacolo piacentino: un'esperienza archeologica, Mario Di Stefano
rivista IBC IV,1996,4
LA PROVINCIA DI PIACENZA non vanta una ricca tradizione in tema di studi dialettologici. Il primo vero contributo sul nostro dialetto risale infatti al 1836, anno in cui vide la luce la prima edizione del vocabolario piacentino-italiano di Lorenzo Foresti.
Redatto secondo le tendenze linguistiche del tempo il dizionario rimane il documento più ampio ancor oggi disponibile sul dialetto locale, anche se non è certo esente da numerosi difetti che si possono riassumere in un'approssimata trascrizione fonetica, un'artificiosa traduzione dei vocaboli e una notevole scarsità della fraseologia. Solo sul finire del secolo scorso, grazie all'opera di Egidio Gorra, la fonetica del dialetto di Piacenza fu per la prima volta ampiamente e accuratamente trattata. Allo studio del Gorra fece seguito nel 1922 I'importante contributo di Mario Casella sulla fonologia del dialetto di Fiorenzuola d'Arda.
Ma bisognò attendere la fine della seconda guerra mondiale per avere una ripresa d'interesse per gli scritti dialettologici: proprio in quel periodo mons. Guido Tammi ed Ernesto Cremona, diedero alle stampe una breve grammatica e una piccola storia della poesia dialettale piacentina, che ebbero il pregio di far conoscere a un vasto pubblico le prime nozioni del nostro vernacolo.
Dopo la prematura scomparsa del Prof. Cremona, mons. Tammi s'impegnò nella redazione di un'ampia edizione critica dell'opera dei poeti dialettali piacentini Faustini e Carella, al termine della quale si dedicò alla stesura di un nuovo dizionario piacentino, rimasto purtroppo incompleto al momento della sua morte.
Una svolta nel settore della dialettologia locale si ebbe nel 1989 quando la Dott. Lotte Zorner, dell'Università di Innsbruck, che già in precedenza si era occupata del dialetto piacentino, diede alle stampe uno studio sulla fonetica storica, sui sistemi fonologici e sulla morfosintassi delle varietà dei dialetti di Travo, Groppallo e Vediceto.
L'opera, che senza dubbio è da ritenersi uno dei più significativi contributi scientifici per la dialettologia locale, è purtroppo sconosciuta alla gran massa dal momento che a sei anni di distanza dalla pubblicazione, nonostante gli sforzi di vari enti e associazioni culturali, attende ancora di essere tradotta in lingua. Un altro positivo apporto agli studi sulla dialettologia locale, specialmente riguardo al rapporto tra dialettologia e folklore, lo diede il Centro Etnografico Provinciale.
Sorto sul finire degli anni '70 per iniziativa dell'Amministrazione Provinciale di Piacenza, il Centro si prefiggeva di contribuire alla raccolta e all'organizzazione sistematica del materiale relativo alle tradizioni popolari della provincia di Piacenza.
Dall'anno della sua istituzione fino ai nostri giorni il Centro ha promosso numerose ricerche nella provincia di Piacenza arrivando a creare veri e propri "archivi sonori" comprendenti ogni tipo di materiale di tradizione orale (canti, fiabe, proverbi, testimonianze, biografie, ecc.).
Nel settore più strettamente dialettologico, il Centro inoltre avviò una prima indagine fonetico-lessicale basata sul questionario compilato dal Prof. Farè dell'Università di Milano i cui risultati, unitamente a tutti gli altri materiali raccolti, furono messi a disposizione degli studiosi.
Recentemente si è assistito a un notevole fiorire di iniziative riguardanti il dialetto: accanto a numerose pubblicazioni di poesia e teatro in vernacolo, sono stati editi volumi che trattano il tema delle varietà dialettali locali. Si tratta di opere redatte il più delle volte da studiosi locali che, anche se mossi da un genuino entusiasmo, spesso si limitano a compiere una raccolta empirica di voci del proprio dialetto. Alcune di queste opere potrebbero rivestire un notevole interesse solo che non venissero omessi quegli accorgimenti (trascrizione coerente, indicazione di località, ecc.) che potrebbero renderli maggiormente utili agli studiosi di dialettologia.
Attualmente il Centro sta studiando nuove iniziative che si spera possano contribuire ad arricchire la conoscenza del nostro dialetto: l'intenzione è quella di promuovere nuove ricerche inerenti l'aspetto "archeologico". Si tratterà di censire, vagliare ed analizzare meticolosamente una notevole serie di documenti manoscritti e a stampa riguardanti il vernacolo piacentino che tuttora giace negli archivi cittadini ed è assai poco conosciuta.
Per la realtà locale piacentina molto quindi resta ancora da fare nel campo dialettologico: l'augurio è che tramite la recente legge regionale sulla tutela e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna, anche nella nostra provincia si possa pervenire alla formazione tecnica e culturale di nuove figure di studiosi, nonché a promuovere nuove campagne di ricerca, soprattutto negli ambiti dialettologici fino a ora poco studiati.