Antiche Vie
La mostra, accompagnata da un catalogo, veniva organizzata per l’Expo '92 di Siviglia da IBC e AICER (Agenzia Iniziative Culturali Emilia-Romagna), su mandato della Regione Emilia-Romagna. Sintetizzava la rappresentazione delle diverse componenti sociali e culturali che portarono, nell'evo antico, al definitivo assetto di popoli e civiltà nel territorio; nell’area cioè, secondo la celebre definizione di Plinio il Vecchio (23-79 dopo Cristo), compresa tra l'Appennino, il corso del Po e del Marecchia, il mare Adriatico.
Dalla documentazione emergono gli apporti che genti e culture diverse recarono alla formazione umana della regione, creando un autentico crocevia di civiltà: Umbri, Etruschi e Greci prima, poi Celti e, ad amalgamare tutto, il grande assetto del paesaggio romano con le città, i campi, le strade. Emergeva dai contributi sia l’importanza fondamentale della regione: una cerniera tra l’Italia tirrenica e quella Adriatica, sia il ruolo peculiare delle vie d’acqua. Fondamentale nel futuro del territorio fu il percorso tracciato da una delle grandi vie consolari, la Via Emilia, lungo la quale crebbe un progetto di acculturazione. Sull’asse di questa strada si organizzarono centri urbani e servizi, si consolidarono aggregazioni di carattere religioso presso santuari e luoghi di culto. Centri poi trascolorati nella religiosità cristiana tra tardoantico e alto medioevo, quando l’eredità del mondo classico ritrovò la memoria nei grandi monasteri e nelle abbazie.
Il volume "Antiche vie: la formazione umana dell'Emilia-Romagna" [a cura di Valeria Cicala, Angela Donati, Giancarlo Susini]. - Venezia: Marsilio, 1992 sintetizza lo studio ricco di segni ancor'oggi visibili: sia nelle testimonianze documentali sia nei cippi e nelle aree archeologiche, disseminati nella regione.