Percento per l'arte: approfondimenti
Gli esiti conseguiti dal progetto Percento per l'arte in Emilia-Romagna
Il censimento, effettuato sui documenti di numerosi archivi istituzionali della regione, ha portato alla scoperta di un’applicazione scarsa e carsica della legge che, comunque, ha posto in luce un patrimonio artistico che segna esteticamente il territorio e che, il più delle volte, è stato realizzato privo di contestualizzazione con l’architettura di riferimento e con un’incidenza che racconta a capisaldi, anche se con livelli qualitativi discontinui, la storia dell’arte degli ultimi sessant’anni con riflessi locali e nazionali che si dimostrano assai interessanti.
Com’è nei suoi compiti istituzionali, l’Istituto ha voluto dar corso alla valorizzazione di questo patrimonio artistico con un libro e una giornata di studi internazionale dal titolo Percentuale per l’arte negli edifici pubblici; e definire le linee per la conservazione preventiva attraverso la sua catalogazione fruibile in una futura banca dati e alla sensibilizzazione dell’applicazione della legge sulla percentuale per l’arte anche con la promozione di una mostra fotografica itinerante, entrambe realizzate nell’autunno del 2009.
Un’efficace politica culturale è dimostrata anche dalla consapevolezza di essere nelle cose e nel loro farsi. Dal 2006 la legge del 2% ha subito alcune significative evoluzioni, come studi sull’ampliamento del campo d’applicazione della legge per la realizzazione d’interventi artistici in tutte le tipologie di opere pubbliche di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizia e urbanistica con la finalità del recupero di una metodologia di lavoro storicamente radicata nella cultura: l’unitario sodalizio progettuale tra l’architettura e le arti, con l’obiettivo di sviluppare sinergie che arrivino al più ampio processo di identificazione, consapevolezza e appartenenza dei cittadini con i luoghi urbani della loro città. Inoltre, Le “Linee guida per l’applicazione della legge n.717/1949 recante norme per l’arte negli edifici pubblici” ricordavano che l’arte negli edifici pubblici è materia di potestà legislativa concorrente, invitando le Regioni a legiferare autonomamente su essa, in conformità anche della “Legge quadro sulla qualità architettonica” il cui Disegno è, a tutt’oggi, in iter in Parlamento.
E’ impensabile un oggetto privo della considerazione con il suo rapporto con il contesto: questo rapporto dovrebbe essere sempre affrontato, poiché altrimenti si resterebbe vincolati a un pensiero che rimane atomistico, anche quando vuole essere globale, oggi più che mai. L’abbellimento “a posteriori” non è funzionale se non in casi sporadici, ma se invece si assume l’idea della contestualizzazione le conseguenze si traducono nel legame che viene ad assumere l’architettura con il contesto geografico e così le arti che nascono con lei.
L’Istituto Beni Culturali ha quindi istituito un gruppo di studio interistituzionale che, di concerto, ha formulato il progetto di legge regionale “Norme regionali per l’arte negli edifici pubblici”: una proposta concettuale che propone l’applicazione della percentuale graduata per l’arte, proporzionale all’impegno del progetto edilizio, con finalità volte a migliorare la vivibilità dell’ambiente urbano e la qualità della vita, l’identificazione della collettività con esso e consolidare l’identità ed il senso di appartenenza della comunità con interventi che valorizzino il territorio attraverso l’inserimento di opere d’arte negli edifici pubblici.
Dalle riunioni del gruppo di studio sono emerse testimonianze diverse a cui si è voluto dar spazio nel libro: si tratta di esperienze che portano tutte, anche se da diverse angolazioni, al desiderio che questa legge, che è una grande opportunità, venga applicata con una progettazione unitaria tra progettisti architettonici ed artisti e che da essa scaturisca anche una nuova etica pubblica fondata su un’autentica modernità dialogica tra le arti.