In campo una squadra di competenze specialistiche per progettare l’intervento e affrontare lo studio, il restauro, la digitalizzazione, il condizionamento e la valorizzazione di cinque codici liturgici miniati di straordinario valore storico-artistico: Jenny Servino, direttrice del Museo e Biblioteca internazionale della Musica, Antonella Salvi responsabile Conservazione e Restauro del Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, Maria Letizia Sebastiani, già direttrice del ICPAL (Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario), Rita Capitani, conservatore della Soprintendenza archivistica per l’Emilia-Romagna, il laboratorio di restauro Massimiliano Pandolfi di Firenze, con il supporto di un laboratorio di indagini e di documentazione delle fasi cruciali.

Un team tecnico-scientifico essenziale ha seguito passo-passo, mediante incontri e sopralluoghi, le varie fasi di esecuzione di questo importante intervento e ha individuato le più adeguate metodologie e soluzioni di un restauro reso necessario dallo stato di degrado conservativo che pregiudicava qualsiasi tipo di movimentazione e consultazione delle preziose opere.

Il progetto di restauro è stato promosso - e sostenuto con un contributo di 30 mila euro - dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia Romagna, e IBC prima, in collaborazione con il Museo internazionale e Biblioteca della Musica che fa capo all’Istituzione Bologna Musei del Comune di Bologna. L’intervento in collaborazione, siglato da una Convenzione a dicembre 2019, ha subito inevitabili rallentamenti e condizionamenti dalle vicende pandemiche.

L’intervento di recupero si è guadagnato l’attenzione della rivista specializzata “Medioevo” (Nov. 2020) con i suoi cinque corali miniati, prevalentemente pergamenacei, che fanno parte del cospicuo fondo di 22 liturgici, manoscritti e a stampa, risalenti al periodo che va dal X al XV secolo e oggetto, tutti, di intervento da parte della Regione. L’impegno e l’azione della Regione attraverso l'allora IBC a favore di questo straordinario fondo è di lunga data: nel corso dell’ultimo decennio e con successivi interventi nell’ambito delle funzioni in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali (LR 18/2000) è stato condotto un ampio progetto in collaborazione con il Comune di Bologna che ha riguardato in prima istanza la catalogazione analitica di tutti i 22 esemplari e, a seguire con una progressione a lotti, il restauro e la digitalizzazione per potenziarne fruizione e valorizzazione locale e globale.

Questo anche perché nella collezione documentaria del Museo internazionale e Biblioteca della Musica - che con i suoi circa 100.000 volumi ospita la biblioteca di settore più importante al mondo per la storiografia musicale - il fondo dei corali liturgici è la parte di maggior rilevanza, non ultimo per l’eterogeneità degli esemplari: messali, innari, graduali, cantorini, vesperali, rituali e processionali di diversa provenienza e datazione per lo più decorati con capilettera o con i tipici caratteri gotici rosso-neri.

Un patrimonio bibliografico musicale che rientra nel percorso espositivo: inaugurato nel maggio 2004 a Palazzo Sanguinetti nel centro storico di Bologna, il Museo ripercorre circa sei secoli di storia della musica europea, in gran parte eredità di padre Giovanni Battista Martini (1706-1784), con oltre un centinaio di dipinti di personaggi illustri del mondo della musica, più di ottanta strumenti musicali, oltre a un’ampia collezione documentaria di valore inestimabile. 

Un percorso conservativo del fondo dei Corali che si è completato con il recupero di questi ultimi 5 straordinari esemplari; un percorso che è occasione per far conoscere, riscoprire e valorizzare un patrimonio non comune per pregio e rarità e che viene accompagnato da un programma di valorizzazione attraverso specifici eventi rivolti alle scuole e alla comunità, compreso un concerto che ha consentito di ascoltare, dopo più sei secoli, le musiche liturgiche medievali scritte nei Corali.