Biblioteca Malatestiana di Cesena - Manoscritto Malatestiana S.XV.2, Quinto maestro delle Vitae plutarchee: ritratto di Teseo (1441-1460), iniziale figurata - carta 189v, riga 11, cm 65x74

Per dare un’occhiata al profilo di un autentico mito non occorre curiosare sui “social”, basta aprire le pagine di un manoscritto antico. Come quello che appartiene alla raccolta degli oltre 300 esemplari collezionati da Malatesta Novello nel corso del 1400, oggi conservati nella Biblioteca Malatestiana di Cesena e visibili a tutti nel Catalogo aperto.

Il nostro eroe è nientemeno che Teseo e il codice da cui spunta il suo profilo (con tanto di barba a pizzetto e raffinato copricapo) riporta le celebri “Vite parallele” di Plutarco. Il prezioso manoscritto venne commissionato da Malatesta alle migliori mani artistiche dell’epoca: tra i nomi ipotizzati, si fanno quelli di Piero della Francesca, Matteo de’ Pasti e Pisanello. A ogni lettera iniziale è abbinato il ritratto del personaggio di cui narra lo scrittore greco, tradotto in latino dai più famosi umanisti italiani di quel secolo. 

Stando al mito, Teseo era di stirpe semidivina, essendo nato da Etra, figlia del re di Trezene, e dalla notte di passione in cui conobbe sia Egeo, sovrano di Atene, sia Posidone, il dio delle acque. Temendo l’ira della divinità per quell’indebita “condivisione”, Egeo fugge da Trezene, ma prima nasconde una spada e un paio di sandali sotto un pesante macigno: quando il figlio sarà capace di sollevarlo, la madre potrà dirgli la verità sulla sua origine. Così fu. Ed è proprio da quel “deposito” nascosto (in greco “thésis”) che deriverebbe il nome di Teseo.

Partito alla volta di Atene per ritrovare il padre, il giovane rivela la sua natura eroica, sconfiggendo i serial killer che infestano l’Attica: Sinis, un brigante che, derubati i passanti, strazia i loro corpi; Procuste, che offre ospitalità ai viandanti, ma poi li allunga o li accorcia per adattarli alla misura del suo letto; Scirone, che obbliga i malcapitati a lavargli i piedi e poi li scaraventa da una rupe.
Ma è giunto alla mèta che Teseo darà il meglio di sè: “di un popolo fin allora disunito, sordo a ogni chiamata quando si trattava di interessi comuni, anzi, spesso sceso a litigi e talora a guerre intestine, egli fece una sola città”. Parola di Plutarco.


Per saperne di più e progettare una visita alla Biblioteca Malatestiana c’è il sito del Comune di Cesena.
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