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Introduzione

Domenica 3 agosto ci ha lasciati Isabella Zanni Rosiello, una delle più grandi archiviste italiane del Novecento. Nata nel 1931, era entrata nei ruoli ministeriali come archivista nel 1958 e ha trascorso tutta la sua vita professionale all’Archivio di Stato di Bologna, di cui dal 1973 fino al 1994, anno del suo pensionamento, è stata direttrice. È stata anche direttrice e insegnante dell’annessa Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica ed ha sempre avuto una particolare attenzione per la formazione dei professionisti del settore.

Isabella Zanni Rosiello. Foto Archivio di Stato di Modena

(Isabella Zanni Rosiello. Foto: Archivio di Stato di Modena)

Zanni Rosiello apparteneva alla schiera di archiviste e archivisti cui apparteneva anche Claudio Pavone, con il quale ha avuto per tutta la vita rapporti amicali e complicità intellettuale, che avevano ricercato negli anni Settanta il sense making del ‘passaggio’ culturalmente non semplice dal Ministero degli Interni al neonato Ministero per i Beni culturali fortemente voluto da Giovanni Spadolini e dell’ancor più problematica istituzione delle Regioni che aveva reso oggettivamente più articolata la realtà archivistica, sia con riguardo alla percezione pubblica, sia con riguardo ai processi archivistici. E l’intersezione tra questi due grandi eventi istituzionali, come pure l’inserimento degli archivi nella categoria giuridica dei “beni culturali”, costringeva a guardare la realtà archivistica con maggiore disincanto, ad utilizzare criticamente gli strumenti concettuali tradizionali o a reinterpretarli, a chiedersi se la distinzione tra istituti e complessi documentari di interesse statale, regionale o locale avesse ancora senso o a trovarne uno culturalmente e scientificamente accettabile.

Le sue traiettorie di pensiero si incrociarono quindi non raramente e non occasionalmente con quel grande laboratorio di idee, di intuizioni, di piste di ricerca che era l’Istituto per i Beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), anch’esso nato a metà degli anni Settanta, ma con una forte connotazione scientifica che consentiva transizioni consapevoli e documentate dal sense making al policy making nel perimetro del patrimonio culturale. Isabella Zanni Rosiello farà parte del Consiglio direttivo dell’Istituto poco dopo il suo collocamento in quiescenza, dal 1996 al 2002 e dal 2009 al 2011. In tale veste partecipò al processo deliberativo dei Piani bibliotecari che contenevano, come una capsula protettiva, anche gli interventi regionali nel settore degli archivi storici.

Forse quella cultura storica di Marc Bloch e delle Annales e l’annessa concezione ‘allargata’ del documento, che aveva trovato ampie fertilizzazioni nella terra incognita che stava dissodando l’Istituto negli anni Settanta, stimolò la sua riflessione sull’archivio visto e interpretato in prospettiva storica. Una riflessione, che è tuttora una lezione per noi, che aveva il suo baricentro sull’archivio come fonte per la ricerca storica e che significava evidenziare la criticità del legame di reciprocità fra archivio ed ente o fra complesso documentale e soggetto produttore e studiare quanto scelte, condizionamenti e mediazioni, e cioè le vicende umane, modificassero le geografie documentarie generando nuovi significati e con ciò ‘nuovi’ documenti. Una riflessione che ha contribuito a innovare i canoni tradizionali dell’archivistica italiana e a definire un nuovo approccio metodologico per gli studi storici.

La scomparsa di Isabella Zanni Rosiello è motivo di grande tristezza non solo per gli archivisti, che potranno ancora contare sui suoi insegnamenti disseminati nella sua ampia produzione scientifica, ma per tutti i professionisti del patrimonio culturale. È motivo di grande tristezza anche per la Regione Emilia-Romagna e per il Settore Patrimonio culturale, che ha ereditato la grande esperienza dell’IBC. A Isabella Zanni Rosiello, grande archivista e grande donna, dedicheremo il nuovo sistema archivistico regionale, che sarà reso disponibile fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, la cui prima versione prese avvio proprio negli ultimi anni in cui fu consigliera dell’Istituto.

Agli archivisti e ai professionisti del patrimonio culturale spetta ora il compito non facile di essere all’altezza della sua eredità.

(Testo a cura di Claudio Leombroni, responsabile Area Biblioteche e Archivi del Settore Patrimonio culturale)

Ultimo aggiornamento: 06-08-2025, 13:57