Introduzione
A Piacenza è iniziato il restauro di un settimo arazzo dei diciotto straordinari capolavori in lana e seta che costituiscono la collezione del Collegio Alberoni, una delle più importanti in Italia e in Europa. Si tratta di un panno istoriato della serie di Alessandro Magno.
Il piano culturale presentato da Opera Pia Alberoni - che prevede non solo il restauro dell'arazzo ma un intenso progetto culturale di valorizzazione del patrimonio tessile in suo possesso - è stato approvato dalla Regione e ha portato alla sottoscrizione di una convenzione triennale (2024-2026) che assegna un contributo di €. 17.100 per l’anno 2024, €. 16.300 per l’anno 2025 ed €. 17.600 per l’anno 2026.
nella foto: Veduta della Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni di Piacenza
L'arazzo
L’arazzo attualmente sottoposto a intervento di recupero, appartiene, come gli ultimi due recuperati, alla serie di Alessandro Magno. Si tratta di un pezzo in lana e seta di oltre quattro metri di altezza e larghezza tessuto dall’arazziere Jan Leyniers (1630-1686), su probabili cartoni di Jacob Jordaens (1593-1678), uno dei maggiori seguaci di Rubens.
Nel prezioso panno Alessandro, posto al centro con corazza, cimiero, lancia ed il mantello ocra sulle spalle, riceve l'omaggio di due personaggi inginocchiati ai suoi piedi, che portano le insegne di una città. Alle loro spalle altri dignitari, accanto ad un edificio dalla fronte riccamente ornata, si inchinano al sovrano. Dietro Alessandro si trovano due soldati, parzialmente coperti, di cui uno, col cimiero in capo, porta lo scudo. Alla sinistra del sovrano compare un cavallo che scalpita, trattenuto dall'arciere: su una ricca gualdrappa è posta una scimmietta che sembra voler giocare con i due soldati che stanno dietro. Le bordure sono molto ricche e portano in alto tre festoni di frutti e fiori e al centro un elmo con corona. In basso, al centro, due trombe incrociate, tra armi, fiori e frutta. Sui laterali, fiori, frutti e armi legati ai capitelli.
nella foto: Jan Leyniers, arazziere (1630-1686), Alessandro sceso da cavallo accoglie la delegazione di un popolo vinto, arazzo in lana e seta, della serie di Alessandro Magno, del quale è iniziato il restauro
Il restauro
Anche questo arazzo è stato affidato al laboratorio di restauro di Tiziana Benzi, ospitato presso Palazzo Chiappini, a Piacenza, antico edificio di proprietà dell’Opera Pia Alberoni dove la fondazione ha la sua sede.
Tiziana Benzi, profonda conoscitrice della collezione di arazzi alberoniani, ha già realizzato il restauro di alcuni panni istoriati che costituiscono la collezione del cardinale Alberoni.
Nel suo importante curriculum vanta una lunga collaborazione con il Palazzo del Quirinale e con altre prestigiose Istituzioni quali Venaria Reale, Accademia di Francia, Museo egizio di Torino, Vittoriale degli italiani, Duomo di Cremona, Palazzo Ducale di Mantova, Ambasciata di Malta (Roma), Ambasciata di Francia (Roma) e molte altre ancora.
nella foto: la restauratrice Tiziana Benzi al lavoro
Il progetto di recupero e valorizzazione degli arazzi del Cardinale
Alla fine dell’anno 2023 gli arazzi alberoniani restaurati erano 6, sui 18 che costituiscono la preziosa collezione: un terzo della collezione stessa. Il recupero della collezione alberoniana di arazzi era stata avviata nel 1995 ed aveva portato al restauro dei due pezzi della serie detta di Priamo. L’ottimo risultato ottenuto aveva spinto Opera Pia Alberoni e l'allora Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna a intraprendere il recupero di due ulteriori arazzi della serie di Alessandro Magno, portando pertanto a quattro il numero complessivo di arazzi restituiti al loro antico splendore. La campagna di restauro, riattivata nel 2022 grazie alla sottoscrizione tra Opera Pia Alberoni e Regione Emilia-Romagna di una convenzione finalizzata all’ampliamento dell’organizzazione museale, ha permesso di avviare e concludere, nel 2023, il restauro di ulteriori due arazzi della serie di Alessandro Magno. La nuova convenzione triennale (2024-26) finanzia il restauro del settimo arazzo e un progetto di valorizzazione culturale di tutto il patrimonio tessile, che si concretizzerà nell'autunno 2025 in un convegno internazionale di studi e in un progetto innovativo dal titolo "La musica racconta gli arazzi" a cura di Danilo Rea, uno dei più importanti pianisti italiani, che "metterà in musica" le tre serie di arazzi alberoniani.
Il "Laboratorio aperto"
A dicembre di quest’anno parte invece l’iniziativa "Laboratorio aperto" che intende svelare al pubblico tecniche, metodologie e segreti degli interventi di conservazione del patrimonio tessile, nonché le tecniche di tessitura di quelle storie narrate per trame e orditi che sono gli arazzi. Il pubblico avrà la possibilità di immergersi nel restauro dei tesori tessili e scoprirne le procedure e anche le tecniche di tessitura. L’iniziativa sarà organizzata da Galleria Alberoni insieme alla restauratrice Tiziana Benzi e al suo staff. Tutte le informazioni sul sito web del Collegio Alberoni.
Gli arazzi del cardinale Alberoni
Sono diciotto i superbi capolavori, suddivisi in tre serie diverse, che costituiscono la collezione di arazzi del cardinale Giulio Alberoni, in assoluto una delle più importanti raccolte italiane. Si tratta degli otto pezzi della Serie di Enea e Didone, tessuti dall’arazziere Michel Wauters di Anversa intorno al 1670 su cartoni di Giovan Francesco Romanelli, il maggiore allievo di Pietro da Cortona, gli otto pezzi della Serie di Alessandro Magno, tessuti da un ignoto arazziere fiammingo attivo a Bruxelles nella seconda metà del Seicento (forse Jan Leyniers) su probabili cartoni di Jacob Jordaens, uno dei più importanti seguaci di Rubens; e infine i due arazzi più antichi, quelli della cosiddetta Serie di Priamo.
Colto e attento conoscitore dell’arte del suo tempo Giulio Alberoni, per quanto riguarda l’arte tessile, prediligeva i capolavori antichi. Dei diciotto straordinari pezzi istoriati nessuno è infatti a lui contemporaneo.
Ultimo aggiornamento: 20-12-2024, 09:19