Introduzione
Nella Ravenna oramai porto sicuro per centinaia di migranti in cerca di un rifugio dalla fame e dalla guerra, particolarmente significativa è la presenza di una mostra dedicata a "L'Umanità in cammino", come recita il sottotitolo di questo viaggio tra quattro continenti di uno dei più grandi reporter della contemporaneità, Sebastião Salgado. Le sue fotografie da decenni catturano i momenti tragici, drammatici, ma anche eroici di singoli individui o di gruppi per raccontarci la storia del nostro tempo. Nel 2023 è stato nominato da Time Magazine uno dei fotografi più influenti sul tema del cambiamento climatico e delle sue conseguenze per l'umanità.
"Exodus" ripercorre in 180 fotografie i sei anni di un reportage fotografico che Salgado ha avviato nel 1993, dedicato al tema delle grandi migrazioni. Ne è scaturita una coinvolgente testimonianza, fisica ed esistenziale, sulle condizioni dei profughi e dei migranti durante il loro esodo forzato, che spesso ha come approdo una condizione di degrado, ai margini delle metropoli e della società. Con qualche raro momento di riscatto.
Un tema questo particolarmente sentito da Salgado. E lo si comprende meglio se si legge la sua biografia. Anche lui, dopo essersi laureato in economia, è stato costretto a lasciare il Brasile, nel 1969, a causa della dittatura militare, per rifugiarsi in Francia. E qui è diventato fotografo quasi per caso, nei ritagli di tempo concessi dal suo dottorato in economia a Parigi. La prima macchina fotografica era quella della futura moglie, Lélia Wanick, che la usava per i suoi studi di architettura.
Ed è oggi proprio lei oggi a curare la mostra in corso al MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna fino al 2 giugno, nell'ambito dell'edizione 2024 del Festival delle Culture promosso dal Comune di Ravenna.
L'esposizione è suddivisa in diverse sezioni. All'ingresso immagini di migranti e profughi che corrono, fuggono o si nascondono perché irregolari. Tutti accomunati dalla povertà, la violenza, il sogno di una vita migliore, la speranza. Segue un focus sulla tragedia africana, tra guerre civili in Angola, Sudan, Ruanda, Zaire, con inevitabili stragi e milioni di rifugiati in cerca di pace. Una situazione oggi in via di peggioramento, con una sola eccezione, il Mozambico riappacificato, dove migliaia di rifugiati hanno potuto fare ritorno a casa. Una sezione è dedicata all'America Latina e alla migrazione di milioni di contadini, spinti alla povertà, verso le aree urbane come Città del Messico e San Paolo, circondate da baraccopoli. Anche in Asia è testimoniato l'esodo di massa dalla povertà rurale alla creazione di una megalopoli in cui i migranti vivono in condizioni precarie. Chiude la mostra una sezione dedicata ai ritratti di bambini incontrati nelle nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa. La particolarità di questi ritratti sta nel fatto che loro stessi hanno scelto di essere fotografati, scegliendo la posa da assumere davanti alla macchina fotografica di Salgado, compiendo così un fiero atto di autodeterminazione di quelle che sono le vittime principali dei fenomeni migratori, senza alcun controllo sul proprio destino.
La mostra è accompagnata da workshop, conferenze e da un percorso laboratoriale rivolto alle scuole e alle famiglie.
Per tutte le informazioni:
Sito web MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna
“La mia speranza è riuscire – come individui, come gruppi, come società – a fermarci per riflettere sulla condizione dell’umanità alla soglia del nuovo millennio. Oggi più che mai, sento che il genere umano è uno. Vi sono differenze di colore, di lingua, di cultura e di opportunità, ma i sentimenti e le reazioni di tutte le persone si somigliano. Noi abbiamo in mano la chiave del futuro dell’umanità, ma dobbiamo capire il presente. Queste fotografie mostrano una porzione del nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall’altra parte.”
"Le fotografie che qui presentiamo catturano i momenti tragici, drammatici ed eroici di singoli individui. Eppure, tutte insieme, ci raccontano anche la storia del nostro tempo. Non offrono risposte, ma al contrario pongono una domanda: nel nostro cammino verso il futuro non stiamo forse lasciando indietro gran parte del genere umano?"
Ultimo aggiornamento: 14-11-2024, 10:59