Introduzione
Alla Biblioteca Malatestiana di Cesena dal 21 dicembre 2024 al 9 febbraio 2025 sono esposte le foto di Giovanni Zaffagnini realizzate tra il 1979 e il 1991 e dedicate a una usanza diffusa in tutta la Romagna, il rito della Pasquella.
nella foto: Giovanni Zaffagnini, il rito della Pasquella
Il rito
Il rito della Pasquella, tuttora vivo in diverse aree della Romagna, è un canto processionale diffuso in gran parte delle regioni italiane, imperniato sulla questua e sulla funzione simbolica del dono e dello scambio, che si lega agli antichi culti agrari. Con la festa di “Pasqua Epifania” (in dialetto la Pasqueta) si conclude il tempo festivo che parte il giorno di Natale e si apre quello profano del Carnevale. La notte tra il 5 e il 6 gennaio, momento di passaggio tra l’anno vecchio e l’anno nuovo, costituisce un “tempo magico” aperto al ritorno dei morti, che portano auguri di abbondanza e doni ai vivi.
I Pasquarùl, o Pasqualót, gruppi spontanei di musicisti e cantori itineranti la notte dell’Epifania si ritrovano per portare di casa in casa il canto augurale, ricevendo in cambio offerte di vino, cibo e denaro. I testi cantati evocano il Natale, la visita dei Re Magi e, in alcune zone, contengono l’esplicita richiesta di cibo e auguri. Frequente è l’allusione alle spose e alle ragazze di casa a cui si augura di trovare marito o avere presto prole. Spesso i Pasquaroli, accompagnati da Befana e Befanotto (due uomini mascherati) e da suonatori di fisarmonica, clarinetto, chitarra e altri strumenti, cantano fuori dalla porta, per invitare il padrone a farli entrare. All’interno i questuanti e gli ospiti della casa bevono, mangiano, ballano e cantano.
Il progetto e la mostra
Giovanni Zaffagnini, insieme allo studioso Giuseppe Bellosi, ha documentato con metodo questa usanza. La loro indagine, realizzata tra il 1979 e il 1991, testimonia la diffusione della Pasquella in ogni parte della Romagna: dalla vallata del Savio a quella del Bidente, dall’area marittima alle colline del riminese.
Le fotografie in mostra provengono dal Fondo Fotografico Giovanni Zaffagnini, acquisito dalla Biblioteca Malatestiana grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna nel 2022, che costituisce una fonte preziosa per gli studi antropologici del territorio romagnolo.
Il fotografo
Giovanni Zaffagnini vive e lavora a Fusignano (Ravenna). Dalle ricerche etnografiche concluse nel corso degli anni Novanta è passato successivamente alla fotografia di paesaggio e dei vari aspetti della quotidianità, con particolare interesse alle relazioni fra l'immagine e le altre forme di espressione, ai linguaggi e alla sperimentazione.
Nel 1986, su progetto di Gianni Celati, è stato fra i curatori della mostra itinerante e del volume Traversate del deserto; nel 2016 ha curato la mostra e il volume Abitare il deserto.
È stato protagonista di numerose mostre e cataloghi; le sue opere sono conservate in collezioni italiane e straniere, tra cui: Bibliothèque Nationale de France (Parigi), Canadian Centre for Architecture (Montreal); Galleria Civica (Modena); Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna (Bologna); Archivio Italo Zannier (Venezia).
informazioni
Biblioteca Malatestiana, 21 dicembre 2024-9 febbraio 2025. Ingresso libero
Orari: lunedì ore 14-19, martedì-sabato ore 9-19, domenica ore 15-19
Chiuso 25 e 26 dicembre 2024, 1 gennaio 2025; 24 dicembre e 31 dicembre 2024: ore 9-14; 6 gennaio: ore 15-19
Galleria di immagini
Documenti
Ultimo aggiornamento: 19-12-2024, 11:58