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Introduzione

Vita privata, impegno professionale e civile in un racconto composto da oltre 200 fotografie: arriva per la prima volta in Italia la mostra presentata nel 2024 al Jeu de Paume di Tours e al festival internazionale Rencontres d’Arles nel 2025. Al Museo Civico San Domenico di Forlì l'eposizione, curata da Walter Guadagnini, esplora l'intero percorso creativo di Letizia Battaglia (1935 – 2022) attraverso fotografie, libri, giornali e riviste provenienti dal suo archivio, testimoniando la varietà dei suoi interessi e la continuità del suo impegno civile. Nella tappa forlivese il progetto è stato aggiornato e arricchito arrivando a comprendere alcune fotografie inedite, 22 riviste con cui la fotografa ha collaborato e delle quali in alcuni casi è stata anche fondatrice ed editrice, nonché un docufilm sulla sua vita.
La mostra è ideata e prodotta da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e dal museo Jeu de Paume di Parigi, con la collaborazione dell’Archivio Letizia Battaglia, è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì col Comune di Forlì.

Allestimento della mostra a Forlì. Ph. Emanuele Rambaldi

Allestimento della mostra a Forlì. Ph. Emanuele Rambaldi

(Allestimento della mostra a Forlì. Ph. Emanuele Rambaldi)

L'autrice

Letizia Battaglia esordisce tra Palermo e Milano all'inizio degli anni Settanta, realizzando reportages sull'evoluzione dei costumi per diverse riviste italiane, per le quali scriveva gli articoli e scattava le fotografie. Il periodo più noto del suo lavoro inizia qualche anno dopo, a Palermo, sua città d’origine dove torna a vivere definitivamente nel 1974. Inizia qui la sua storica collaborazione con il quotidiano L'Ora, segnata dalle sue fotografie sui tragici eventi di mafia che hanno insanguinato il capoluogo siciliano per più di un decennio.
Immagini divenute drammaticamente celebri, nelle quali la cronaca si unisce alla denuncia, in una coraggiosa interpretazione del lavoro di fotoreporter, peraltro realizzato da una donna all’interno di un mondo prevalentemente maschile.

Letizia Battaglia, 
Il giudice Giovanni Falcone ai funerali del Generale Carlo Alberto 
Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia. Palermo, 1982 © Archivio Letizia Battaglia

(Letizia Battaglia, Il giudice Giovanni Falcone ai funerali del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia. Palermo, 1982 © Archivio Letizia Battaglia)

Letizia Battaglia, 
L'arresto del feroce boss mafioso Leoluca Bagarella.
 Palermo, 1979 
© Archivio Letizia Battaglia

(Letizia Battaglia, L'arresto del feroce boss mafioso Leoluca Bagarella. Palermo, 1979 © Archivio Letizia Battaglia)

Letizia Battaglia, 
Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile, sul luogo di un omicidio a Piazza del Carmine. Palermo, 1978 
© Archivio Letizia Battaglia

(Letizia Battaglia, Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile, sul luogo di un omicidio a Piazza del Carmine. Palermo, 1978 © Archivio Letizia Battaglia)

Letizia Battaglia 
Rosaria Schifani, vedova dell'agente di scorta Vito, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i
suoi colleghi Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Palermo, 1992 © Archivio Letizia Battaglia

(Letizia Battaglia Rosaria Schifani, vedova dell'agente di scorta Vito, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i suoi colleghi Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Palermo, 1992 © Archivio Letizia Battaglia)

A fianco di questi scatti che hanno reso Letizia Battaglia una fotografa nota in tutto il mondo, la mostra vuole però mettere in luce anche il suo desiderio di ritrarre Palermo e la Sicilia nella varietà della loro anima: così documenta e racconta con amore e gioia la miseria e la nobiltà, la bellezza dei volti, le tradizioni e le feste religiose, restituendo anche un importante resoconto della vita in un ospedale psichiatrico. Le sue immagini non sono solo scatti rubati alla vita di tutti i giorni, diventano icone e simboli di un territorio ferito e fiero, intriso di contraddizioni, dove la violenza convive con la grazia, e il dolore con una struggente vitalità.
Vincitrice nel 1985 del prestigioso premio di fotografia umanista W. Eugene Smith, Letizia Battaglia si è aperta al mondo – dall'Unione Sovietica agli Stati Uniti, dalla Turchia all'Islanda – mantenendo però salda la propria poetica, che lei stessa descrive in questi termini: “La fotografia diventa o, meglio, è la vita raccontata: m’infilo in una fotografia che è il mondo, cioè, io divento il mondo e il mondo diventa me”.

Letizia Battaglia, 
Via Calderai, Palermo, 1991 © Archivio Letizia Battaglia

(Letizia Battaglia, Via Calderai, Palermo, 1991 © Archivio Letizia Battaglia)

Letizia Battaglia, 
Quartiere Cala. La bambina con il pallone, Palermo, 1980 
© Archivio Letizia Battaglia

(Letizia Battaglia, Quartiere Cala. La bambina con il pallone, Palermo, 1980 © Archivio Letizia Battaglia)

Dalla metà degli anni Ottanta in poi, Letizia Battaglia ha affiancato all'attività di fotografa un diretto impegno politico e civile: assessore nella giunta di rinnovamento guidata da Leoluca Orlando nel capoluogo, consiglie reregionale, ha fondato riviste, una casa editrice e, nel 2017, il Centro Internazionale di Fotografia nei Cantieri Culturali alla Zisa, tutti impegni che offrono una nuova prospettiva sulla sua storia e produzione.
Letizia Battaglia muore a Palermo il 13 aprile 2022. Lo straordinario patrimonio frutto della sua opera e della sua vita fa ormai parte della storia della fotografia e della società italiana.

Letizia Battaglia, 
Casa Professa. La sposa ricca inciampa sul velo. 
Palermo, 1980

(Letizia Battaglia, Casa Professa. La sposa ricca inciampa sul velo. Palermo, 1980 © Archivio Letizia Battaglia)

Letizia Battaglia, 
Pier Paolo Pasolini al Circolo Turati. Milano, 1972

(Letizia Battaglia, Pier Paolo Pasolini al Circolo Turati. Milano, 1972 © Archivio Letizia Battaglia)

Il commento

La fotografia di Battaglia, sostanzialmente, non è spiegabile solo per via fotografica, poiché è il risultato di una serie di tensioni che confluiscono nell’apparecchio e nel gesto della mano, ben oltre il dato professionale. È certamente una fotografia d’azione, che nasce però prima di tutto dal binomio parola e immagine […]. Si tratta di una fotografia che non prevede ambiguità di interpretazione e che si pensa sempre unita al testo, in modo tale da raggiungere chi guarda nella via più diretta possibile”.
Walter Guadagnini, curatore della mostra

Informazioni

Intorno alla mostra sono organizzate visite guidate, conferenze e incontri. Tutte le info sul sito web dedicato alla mostra

Santi Caleca, 
Letizia in via Giulia, 1972

(Santi Caleca, Letizia in via Giulia, 1972 © Santi Caleca)

Ultimo aggiornamento: 24-10-2025, 10:35