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Introduzione

Dopo il weekend inaugurale del 12-14 settembre, a Savignano sul Rubicone (FC) riaprono le mostre della trentaquattresima edizione del SI FEST, tra le più longeve e autorevoli manifestazioni italiane dedicate alla fotografia contemporanea.

Geografie Visive è il tema scelto per questa edizione: una riflessione profonda e articolata sulla complessità del presente. In un mondo attraversato da conflitti, crisi climatiche, spostamenti forzati e trasformazioni culturali e sociali, il festival invita a interrogarsi su come abitiamo oggi i territori fisici e simbolici. La fotografia diventa così un atto di responsabilità, uno strumento per osservare il visibile e insieme dare forma all’invisibile: ciò che sfugge alla cronaca, ma definisce il nostro tempo. Le opere in mostra tracciano una mappa plurale fatta di paesaggi, memorie e identità in evoluzione, mostrando come lo sguardo fotografico possa farsi testimonianza, interpretazione e possibilità di orientamento nel mondo che cambia.

Visitatori al SI FEST 2025

(nella foto: visitatori al SI FEST 2025)

Mostre e autori

Tra i progetti in mostra, Hyperborea (Chiesa del Suffragio) di Evgenia Arbugaeva (Russia), un viaggio tra le nevi della Siberia artica in cui il linguaggio del reportage incontra l’atmosfera della fiaba. Si prosegue con Where the World is Melting (spazio Don Baronio) di Ragnar Axelsson (Islanda), elegia visiva sullo scioglimento dei ghiacci e la sopravvivenza delle comunità artiche, e con Just in Case #2 (spazio Sora) di Taysir Batniji (Palestina/Francia), archivio visivo della diaspora costruito attraverso oggetti quotidiani trasformati in simboli della memoria.

(Evgenia Arbugaeva, da Hyperborea)

(Ragnar Axelsson, da Where the World is Melting)

(Taysir Batniji, da Just in Case #2)

Con Skagit Valley (spazio Margelloni), Michael Christopher Brown (USA) immagina un’agricoltura post-apocalittica usando l’intelligenza artificiale per generare un paesaggio visivo sospeso tra documentazione e speculazione. Sehnsucht (Vecchia Pescheria) di Barbara Diener (Germania) riflette invece sul senso di comunità e spiritualità nei territori rurali tra Europa e Stati Uniti, mentre Fabio Domenicali (Italia), premio Portfolio Italia 2024, in Teren Zielony (Monte di Pietà), costruisce un racconto dove l’elemento naturale diventa metafora di una ricerca identitaria.

(Michael Christopher Brown, da Skagit Valley)

(Barbara Diener, da Sehnsucht)

(Fabio Domenicali, da Teren Zielony )

L’agonia del Mar Caspio è invece al centro di The Caspian (Spazio Faberi) di Khashayar Javanmardi (Iran), che documenta la crisi ecologica con sguardo lucido e coinvolto. Con Shine Heroes (Monte di Pietà), Federico Estol (Uruguay), Premio Pesaresi 2024, trasforma un gruppo di lustrascarpe di La Paz in supereroi della quotidianità, ribaltando la narrazione su marginalità e visibilità.

(Khashayar Javanmardi, da The Caspian)

(Federico Estol, da Shine Heroes)

Roselena Ramistella (Italia), con Deepland (Castello di Ribano), ci porta lungo i sentieri montani della Sicilia, restituendo una narrazione intima e concreta del mondo rurale contemporaneo.

(Roselena Ramistella, da Deepland )

Hashem Shakeri (Iran) in Staring into the Abyss (Spazio Margelloni) firma un potente reportage sull’Afghanistan post-talebano, dove lo sguardo si fa testimonianza della violenza e della dignità resistente delle minoranze perseguitate. In How to Disappear (Monte di Pietà), Aleks Ucaj (Albania/Italia), Premio Portfolio “Werther Colonna” SI FEST 2024, indaga invece il tema della scomparsa e dell’identità migrante, attraverso una ricerca fotografica e d’archivio che incrocia autobiografia e memoria collettiva.

(Hashem Shakeri, da Staring into the Abyss )

(Aleks Ucaj, da How to Disappear)

Tra i progetti autoriali, anche il debutto espositivo in un festival fotografico di Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce (Italia), con Doppia Uso Singola (Vecchia Pescheria): dieci anni di immagini raccolte tra viaggi, stanze d’albergo e oggetti dimenticati, in un racconto stratificato sulla solitudine, l’identità e la dimensione sospesa del tempo.

(Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, da Doppia Uso Singola )

Il percorso curatoriale si amplia poi con due mostre collettive: Oltre la porta. 80 anni Cocif tra memoria e innovazione  (Sala Allende), realizzata per gli 80 anni della cooperativa Cocif, intreccia fotografie d’archivio e nuovi scatti firmati da Mario Cresci; Tagliata dall’acque la terra (Fototeca “Marco Pesaresi”) restituisce invece uno sguardo partecipato sull’alluvione in Romagna e sulla capacità delle comunità di rielaborare le proprie ferite.

(Mario Cresci, da Oltre la porta)

(Giovanni Zaffagnini, da Tagliata dall’acque la terra)

(Filippo Venturi, da Tagliata dall’acque la terra)

(Silvia Camporesi, da Tagliata dall’acque la terra)

Completano l’edizione 2025 i due progetti scolastici che confermano l’impegno del festival sul territorio: Ambiente e Paesaggio (Monte di Pietà), curato dal Liceo Scientifico “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone, e Guardare, Vedere, Percepire (Monte di Pietà), sviluppato con la Scuola Secondaria di Primo Grado “Giulio Cesare” e SI FEST Kids, che raccoglie i lavori realizzati nell’ambito del laboratorio di educazione all’immagine The drawn photograph. Segni, sogni e immagini, a cura di Jacopo Ricci, Jessica Neri e Mario Beltrambini svolto nell’estate con un gruppo di studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Savignano sul Rubicone.

informazioni

Orari mostre:
20-21 settembre, 27-28 settembre ore 10-20
Dettagli e visite guidate sul sito sifest.it

SI FEST 2025 è un progetto di Savignano Immagini Aps, promosso in collaborazione con il Comune di Savignano sul Rubicone e con il sostegno della Regione Emilia Romagna. La curatela è affidata a un nuovo comitato artistico composto da Manila Camarini, Francesca Fabiani, Jana Liskova e Mario Beltrambini,  figure centrali della fotografia italiana tra editoria, istituzioni e progettazione culturale.

Ultimo aggiornamento: 19-09-2025, 13:23