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Introduzione

Felicity Hammond, Gosette Lubondo, Silvia Rosi, Sheida Soleimani, Kai Wasikowski: sono i nomi dei cinque giovani finalisti dell'ottava edizione del concorso "MAST Photography Grant on Industry and Work" promosso dalla Fondazione MAST. Nato nel 2007 per sostenere la ricerca sull’immagine dell’industria e del lavoro e dare voce ai nuovi talenti, il premio consente ai giovani fotografi finalisti (quest'anno 5 su 42 candidati under 35 provenienti da tutto il mondo) di sviluppare un progetto e di realizzare una mostra accompagnata da un catalogo. Nel tempo il concorso ha contribuito alla creazione di una raccolta fotografica di artisti contemporanei che ora fanno parte della collezione di fotografia industriale di Fondazione MAST.
Ogni edizione prevede anche la proclamazione di un vincitore: per il 2025 si tratta di Sheida Soleimani con il progetto "Flyways".

nella foto i finalisti durante la cerimonia di premiazione: da sinistra Kai Wasikowski, Sheida Soleimani, Gosette Lubondo, Silvia Rosi, Felicity Hammond.

nella foto, i finalisti: da sinistra Kai Wasikowski, Sheida Soleimani, Gosette Lubondo, Silvia Rosi, Felicity Ham

La mostra

Anche per questa edizione i progetti dei cinque finalisti sono l'oggetto di una mostra, a cura di Urs Stahel, allestita nella Photo Gallery del MAST e visitabile gratuitamente fino al 4 maggio 2025.
Le parole del curatore, Urs Stahel, riflettono sul tema generale di questo nuovo allestimento: “I grandi temi classici dell'industrializzazione e della fotografia industriale sono le fabbriche, gli operai, le macchine, gli altiforni, le colate d'acciaio, le catene di montaggio e molto altro ancora. Ma […] l'industrializzazione va ben oltre questo, si spinge più in profondità ed è qualcosa di estremamente complesso. E’ diventata essa stessa una nuova società, una nuova struttura di vita, una nuova condizione mentale: un sistema che abbraccia l'intera esistenza umana.”

I progetti finalisti e la vincitrice

Il lavoro di Kai Wasikowski (Australia, 1992) prende le mosse dalla vita di sua nonna, emigrata in Australia dalla Polonia, per indagare il tema della dispersione di professionalità legata ai flussi migratori e il mancato riconoscimento delle esperienze lavorative o di studio maturate nel paese d'origine.
Gosette Lubondo (Kinshasa, 1993) realizza fotografie e riprese video a Lukula, una città-dipartimento della provincia del Congo Centrale, nella Repubblica Democratica del Congo, dove la gioia per la liberazione dal giogo coloniale si combina con la perdita di fabbriche e posti di lavoro. Nelle sue foto ritroviamo alcune industrie nate in epoca coloniale e oggi fallite, dove gli ex operai sembrano fantasmi.
Felicity Hammond (Birmingham, 1988) stabilisce nuove connessioni tra il passato e il futuro della produzione automobilistica, fino alle più moderne tecnologie di guida autonoma, che fanno dell'auto qualcosa di autonomo dall'essere umano. Le sue “sculture” sono assemblaggi che intersecano foto e produzione industriale.
Silvia Rosi (Scandiano, 1992) è nata in Italia da genitori originari del Togo. Il suo progetto ci mostra una serie di ritratti ispirati alla storia delle Nana Benz, le autorevoli commercianti di Lomé, in Togo, che controllavano la compravendita dei coloratissimi tessuti a stampa wax. Queste donne hanno ricoperto un ruolo fondamentale ma spesso ignorato nella storia del paese, soprattutto durante la lotta per l’indipendenza.
E, infine, la vincitrice di questa edizione del Premio, Sheida Soleimani (Providence, 1990). Con il progetto "Flyways" propone simboliche vie di fuga, instaurando un nesso tra la devastazione della vita e l'aspirazione a un futuro più giusto e accogliente per tutte le specie. "In questi tableaux fotografici sovrappongo due narrazioni: le storie delle donne del movimento globale Donna, Vita, Libertà e quelle degli uccelli migratori feriti. (...). In questa serie – la prima che rappresenta esplicitamente le connessioni tra il mio lavoro di artista e la mia attività di riabilitatrice della fauna selvatica con licenza federale – creo vie di fuga dalla distruzione che l’essere umano porta in ogni forma di vita, percorsi verso futuri più giusti per tutte le specie".

nella foto: Sheida Soleimani davanti al suo lavoro esposto al MAST

Informazioni

Fondazione MAST, via Speranza, 42 - Bologna

dal 30 gennaio al 4 maggio 2025

Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00

Ingresso gratuito

Catalogo edito da Fondazione MAST

Galleria di immagini

Ultimo aggiornamento: 06-02-2025, 15:17