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Introduzione

Il suo nome è ancora poco conosciuto al grande pubblico, anche se le sue opere fanno parte di importanti collezioni, tra cui quelle del MoMA di New York, del LACMA di Los Angeles, del Centre Pompidou e della Maison européenne de la photographie di Parigi e dello Stedelijk Museum di Amsterdam. Parliamo di Mohamed Bourouissa, nato nel 1978 a Blida, in Algeria, e attivo in Francia. A Parigi ha avuto mostre personali nei più importanti centri culturali, dal Pompidou al Palais de Tokyo, a Le Bal. In Italia è stato ospite della Triennale di Milano.
Quella che ci presenta la Fondazione Mast a Bologna è la più ampia personale a lui dedicata nel nostro paese. Segue l'evoluzione dell'artista nell'arco di vent'anni, dagli esordi, nel 2005, a oggi, con una serie di inediti. E, ne siamo certi, come sempre al Mast, non mancherà di stupirvi.

ingresso alla mostra

(L'ingresso alla mostra)

Mohamed Bourouissa

(Mohamed Bourouissa. Foto MAST)

Le quattro serie di opere in mostra

Bourouissa realizza opere con differenti media, dalla fotografia alla scultura, dal film al disegno e alla musica. Da anni esplora il complesso rapporto tra individuo e società, muovendosi tra le storie individuali e la grande Storia, per decostruirne le narrazioni. Nuovi e vecchi contesti sociali, la vita nelle città di chi vive ai margini, la migrazione, il lavoro sono alcuni dei temi delle sue "Serie" di opere, accomunate da un titolo. La prima è Péripherique (2005-2008). Grazie a queste immagini il lavoro di Bourouissa è stato conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo. Rifacendosi alla pittura, l’artista mette in scena alcune situazioni di pericolo e tensione utilizzando amici e conoscenti come attori non professionisti. Realizzate in seguito alle rivolte nelle banlieue francesi del 2005, queste fotografie restituiscono visibilità a chi solitamente rimane ai margini della storia.

La Butte, 2007, foto della serie Péripherique

(La Butte, 2007, C-print, 90 x 120 cm, della serie Péripherique © Mohamed Bourouissa ADAGP. Courtesy of the artist and Mennour, Paris)

Le Cercle Imaginaire, 2007-2008 , della serie Péripherique

(Le Cercle Imaginaire, 2007-2008 , della serie Péripherique)

La seconda serie costituisce il fulcro della mostra. Horse Day (2013-2019) documenta la presenza di scuderie sociali in un sobborgo di Philadelphia, fondate da membri della comunità afroamericana locale, che fieramente si dichiarano "cavalieri" e non "cowboys". Qui, Bourouissa decostruisce l’immaginario del cowboy, alimentato in particolare dal cinema di Hollywood e dal mito della conquista del West.
Composta da opere realizzate con diversi medium, tra cui la fotografia, il video e il disegno, Horse Day comprende sculture fotografiche ottenute stampando le fotografie delle scuderie e dei loro frequentatori su parti di carrozzerie di automobile, accostando la pratica di vestire e abbellire i cavalli con quella di modificare auto e pick-up.

Horse Day, 2014, Color photograph.

(Horse Day, 2014, Color photograph. Photo by Lucia Thomé. © Mohamed Bourouissa ADAGP, Courtesy of Mennour Archives, Paris)

Horse Day, allestimento

(Horse Day, allestimento)

Horse Day, video frame

(Horse Day, video frame)

In Shoplifters (2014), la terza serie in mostra, Bourouissa ha riprodotto una serie di fotografie che ha visto esposte all’entrata di un supermarket di Brooklyn nel 2014. Realizzate dal manager del negozio con intento accusatorio, le immagini - feroci - mostrano i volti di coloro che sono stati sorpresi a rubare qualcosa, messi in posa insieme all’oggetto del tentato furto. L’artista trasforma queste immagini, sfruttando la banalità dei beni sottratti (come detersivi, biscotti, uova, formaggi, frutta, cibo in scatola, bibite, alcolici), per assolvere uno ad uno i protagonisti di queste fotografie, denunciando invece la miseria consumistica della società.

Shoplifters, foto a colori

(Shoplifters . Series of 19 color photographs, © Mohamed Bourouissa ADAGP. Courtesy of the artist and Mennour, Paris)

infine, Hands (2025), il progetto più recente di Bourouissa, esposto per la prima volta al pubblico. Le immagini di Hands sono prelevate da serie preesistenti, ristampate su plexiglas e appoggiate sullo sfondo di una griglia metallica. Le mani e i gesti che si vedono in queste immagini si sovrappongono alle griglie, simbolo di controllo e coercizione, innescando un senso di forte tensione nella loro continua trasformazione. Stupefacente.

Hands #34. Photo Louis Rémi

(Hands #34. Foto Louis Rémi)

Hands, allestiment

(Hands, allestimento)

Hands # 27, particolare

(Hands # 27, particolare)

informazioni

La mostra, curata da Francesco Zanot, è , come sempre, a ingresso gratuito, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, fino al 28 settembre 2025. Sono previsti eventi a ingresso gratuito su prenotazione, visite guidate e percorsi didattici per bambini e ragazzi.

Tutti dettagli sul sito web della Fondazione MAST

Ultimo aggiornamento: 05-06-2025, 17:43