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Introduzione

Si fa presto a dire Simenon, ancora prima se usiamo lo pseudonimo con cui firmava i suoi primi articoli da giovane giornalista, "Georges Sim". Raccontare la vita e le opere di uno degli autori più prolifici del Novecento è davvero un'impresa. Ci riesce alla perfezione la mostra in corso fino al prossimo febbraio 2026 nei nuovi spazi del Modernissimo, 1300 metri quadrati che raccolgono oltre 2000 pezzi, inseriti nelle scenografie che Giancarlo Basili ha realizzato per l'occasione. E' l'esito di un lavoro decennale svolto sull'archivio custodito dal figlio di Simenon, John, curatore insieme a Gian Luca Farinelli di un'esposizione che ci fa entrare nel mondo del "romanziere", come amava definirsi.
"D'altra parte vivere per Simenon - scrivono i curatori nella presentazione del catalogo della mostra - è sempre stato sinonimo di scrivere. E' questa fedeltà alla scrittura il segreto dell’arte di Simenon che, dopo aver esplorato altre strade – sarebbe potuto diventare un fotografo, uno sceneggiatore, un regista, un giornalista, un editore –, resterà sempre fedele alla sua vocazione di romanziere."

(Tessera dell’Associazione Giornalisti della stampa liegese, 15 luglio 1922, Collection Fonds Georges Simenon – Université de Liège)

(Tessera dell’Associazione Giornalisti della stampa liegese, 15 luglio 1922, Collection Fonds Georges Simenon – Université de Liège)

Dall’album di Régine Renchon (Tigy). Gli anni parigini: Simenon con Tigy e Joséphine Baker nel locale ‘Chez Josephine’. Parigi, 1926 ca./ Coll. Diane Simenon. © Simenon.™

(Dall’album di Régine Renchon (Tigy). Gli anni parigini: Simenon con Tigy e Joséphine Baker nel locale ‘Chez Josephine’. Parigi, 1926 ca./ Coll. Diane Simenon. © Simenon.™)

Georges Simenon osserva la Darsena. Milano, 1957 (© Mondadori Portfolio/Mario Carrieri

(Georges Simenon osserva la Darsena. Milano, 1957 (© Mondadori Portfolio/Mario Carrieri)

Un viaggio dall'Ottocento ad oggi

La mostra, in otto tappe, è "un viaggio dall'Ottocento ad oggi, un omaggio non solo ad un uomo e alla sua opera, ma anche alla letteratura, alla scrittura, al cinema e all'editoria", scrive il figlio John.
Si parte da Liegi, sua città natale e allora prima metropoli industriale del continente, che nel 1905, a due anni dalla nascita di Simenon, è sede dell'Esposizione Universale. Qui "Sim" fa il giornalista alla "Gazette de Liège". E poi Parigi, allora centro creativo e artistico del mondo, dove Sim vive da protagonista con la prima moglie Tigy. Segue una lunga e intensa stagione dedicata alle esplorazioni: otto anni passati in barca, in treno, in auto, in nave, per attraversare la Francia, L'Europa, il Mediterraneo e l'Africa. Scrive lunghi reportage per i giornali, grazie ai quali si mantiene, e scatta centinaia di fotografie, per la prima volta esposte al pubblico a Bologna.

Nel 1931 con Pietr il Lettone, firma il suo primo Maigret e lo fa con il suo cognome, abbandonando i diversi pseudonimi usati fino ad allora. Il successo è immediato. Nel 1932 Mondadori in Italia inizia a pubblicare i suoi romanzi, diventando così il suo primo editore non francofono.
Nel dopoguerra parte per gli Stati Uniti dove incontra e sposa la seconda moglie, Denyse Ouimet. Il suo successo ormai è internazionale. Il ritorno definitivo in Europa avverrà nel 1955, in Svizzera. Da questo momento non sarà più Simenon a viaggiare per il mondo ma la sua opera, con una diffusione a dir poco straordinaria.

Simenon con la macchina fotografica durante la crociera sul Mediterraneo, 1934. Collection Fonds Georges Simenon – Université de Liège

(Simenon con la macchina fotografica durante la crociera sul Mediterraneo, 1934. Collection Fonds Georges Simenon – Université de Liège)

allestimento. Foto di Margherita Caprilli

(allestimento. Foto di Margherita Caprilli)

La scrivania di Simenon. Allestimento. Foto di Margherita Caprilli

(La scrivania di Simenon. Allestimento. Foto di Margherita Caprilli)

L'Italia: Fellini, Camilleri e Calasso

Grazie a Mondadori, Maigret diventa popolare in Italia, tra il 1961 e il 1978. E non solo tra i lettori. Diego Fabbri e Andrea Camilleri (proprio lui, il padre di Montalbano), sceneggiatori Rai, fanno entrare Maigret in tutte le case di chi possiede un televisore, prendendo a prestito il volto di Gino Cervi, uno dei 39 attori che finora, in tutto il mondo, hanno recitato quella parte sul piccolo e grande schermo.
Nel 1960 da presidente della Giuria del Festival di Cannes fa assegnare la Palma d'Oro alla Dolce Vita. Quest'episodio segna l'avvio di una profonda amicizia con Fellini, di cui restano messaggi, telegrammi, fotografie, lettere e disegni presenti in mostra. Si pensi che nella biblioteca privata di Fellini Simenon è l'autore più presente, con oltre cento edizioni italiane dei suoi romanzi. Ed è Fellini a far conoscere a Simenon l'amico Roberto Calasso, direttore della casa Editrice Adelphi, che dal 1985 diventa l'editore italiano di Simenon, facendo amare al pubblico italiano non solo il giallista di successo, ma anche l'autore dei cosiddetti "romans durs". Ancora oggi l'Italia è il primo mercato mondiale dell'opera dello scrittore.

Simenon annotava con precisione sul calendario il tempo di scrittura e quello di revisione di ciascun romanzo. Il gatto (1966) fu scritto in poco più di una settimana.© Simenon.™ / Collection Fonds Georges Simenon – Université de Liège

(Simenon annotava con precisione sul calendario il tempo di scrittura e quello di revisione di ciascun romanzo. Il gatto (1966) fu scritto in poco più di una settimana.© Simenon.™ / Collection Fonds Georges Simenon – Université de Liège)

(Calendario di Simenon)

(Calendario di Simenon)

Il "metodo" di scrittura

Simenon è stato tra i pochi scrittori che hanno raccontato con precisione il proprio metodo di scrittura. Il suo è un lavoro quotidiano, metodico, che inizia al mattino chiudendo la porta del proprio studio, dove appende un cartello con la scritta "Please, do not disturb". Nei calendari appesi al muro sono evidenziati i giorni di "lavorazione" di un romanzo, come farebbe un artigiano. E qui è il regno delle sue pipe: "Ho iniziato a fumare la pipa all'età di tredici anni per darmi l'aria da grande. E se non ho mai smesso è perchè questa abitudine è parte di me", così dichiarava nel 1976.
Le foto che chiudono la mostra sono con l'ultima compagna, Teresa Sburelin, di origine veneta, sua "femme de chambre" fin dal 1961, che resterà a suo fianco fino alla morte, nel 1989.

Allestimento. Foto di Margherita Caprilli

(Allestimento. Foto di Margherita Caprilli)

Intorno alla mostra: Simenon invade la città

Tra le iniziative realizzate per promuovere la mostra, chi vive o visita Bologna troverà una selezione di incipit audio tratti dai romanzi di Simenon a disposizione in diversi punti d'ascolto distribuiti sul territorio cittadino (tra cui, le pensiline alle fermate degli autobus messe a disposizione da Tper). La Cineteca organizza invece una lunga retrospettiva al Modernissimo dedicata ai percorsi che hanno intrecciato Simenon con il cinema.

Poster della mostra

(Poster della mostra)

Informazioni

Orari:
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 14.00 – 20.00
Sabato, domenica e festivi 10.00 – 20.00
Ultimo accesso: ore 19
Martedì chiuso
Chiusura estiva: dal 4 al 19 agosto. Fino all'8 febbraio 2026

Tutti i dettagli sono disponibili sul sito della Cineteca di Bologna

Ultimo aggiornamento: 18-04-2025, 10:02