Introduzione
Si inaugura in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio (14 marzo) alle Collezioni Comunali d'Arte di Palazzo d'Accursio a Bologna, alle ore 17.30, una mostra dedicata ai calanchi delle argille azzurre nell’arte contemporanea.
(nella foto: frame dal video di Riccardo Calamandrei I calanchi tra storia, arte e natura, 2021, Video, colore, 4’31”)
Le "argille azzurre"
Con il termine "i calanchi delle argille azzurre" si designa quella zona geografica collinare compresa tra i territori di di Forlì, Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese, Imola, Castel San Pietro.
Da dove deriva il termine "argille azzurre"? Ce lo spiega Matteo Zauli, curatore della mostra e direttore del Museo Carlo Zauli di Faenza:
" C’è un momento preciso, nella storia, in cui scienza, arte e leggenda si fondono attorno ai paesaggi brulli e terrosi dei calanchi romagnoli: è l’inizio del sedicesimo secolo e Cesare Borgia, da poco diventato Duca di Romagna, si rivolse all’ingegnere - architetto militare allora più in voga per ammodernare le strutture difensive: Leonardo da Vinci.
E Leonardo, dopo esservi transitato per lunghi periodi tra l’estate e l’inverno del 1503 ne annota alcune caratteristiche in un taccuino, poi diventato uno dei libri più preziosi della storia dell’uomo, il codice Hammer; ne parla come di un suolo ricco di fossili marini, lo definisce poeticamente azzurrigno terren di mare e ne specifica la vocazione fittile, riferendosi specificatamente all’arte di fare boccali.
E così, quelle colline costituite da rocce formate da depositi sedimentari detritici, quella memoria di un mare preistorico originatasi tra cinque e un milione di anni fa, quel territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille rare - da quel momento Argille Azzurre -, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni pregiate ha ufficialmente iniziato ad essere di grande interesse anche per lo sguardo degli artisti."
(nella foto: Giambattista Borsieri de Kanilfeld (Civezzano, 1725 – Milano, 1785) Tavola incisa in rame della Veduta di una parte della collina, in cui trovano le acque di S. Cristoforo. Tratta da Delle acque di S. Cristoforo, trattato del chiarissimo sig. dottore Giambattista Borsieri medico fisico,Faenza, Lodovico Genestri, 1786)
La mostra
La mostra, articolata in tre sezioni, si apre con un’ampia introduzione documentaristica che fornisce al pubblico informazioni storiche e naturalistiche su questo peculiare territorio, sottolineandone il ruolo svolto nello sviluppo dell’artigianato e dell’arte ceramica fin dall’epoca romana e testimoniando la fascinazione esercitata attraverso contributi filmici e fotografici affidati a Riccardo Calamandrei, Claudio Betti e Gruppo Fotografia Aula 21.
Il percorso di visita prosegue con una sezione storica dove sono esposte xilografie, fotografie e disegni di Francesco Nonni (Faenza, 1885 - ivi, 1976), figura poliedrica di pittore, decoratore, illustratore, incisore, ceramista e xilografo che già dal 1925 più volte aveva scelto i calanchi come teatro delle proprie raffinatissime opere, due opere scultoree di Carlo Zauli (Faenza, 1929 – ivi, 2002), che proprio dai calanchi aveva tratto fortissima ispirazione per l’aspetto materico che caratterizza la sua scultura e tre collage su tavola di Giovanni Pini (Bologna, 1929 – Solarolo, 2020), artista “irregolare della pittura” che si è confrontato con tutte le esperienze artistiche più significative del secolo scorso, dalle Avanguardie Storiche all’Art Brut.
La sezione contemporanea presenta artiste e artisti legati fortemente ai territori delle argille azzurre - per esservi nati o per aver scelto di viverci - con opere in molti casi prodotte appositamente per questo progetto e realizzate con diverse tecniche espressive: Sergia Avveduti, Gaia Carboni, Jacopo Casadei, Marco Ceroni, Silvia Chiarini, Barbara De Ponti, Oscar Dominguez, Filippo Maestroni, Cesare Reggiani, Andrea Salvatori, Marco Samorè, Juan Esteban Sandoval, Noriko Yamaguchi, Monica Zauli e Italo Zuffi.
Dalla pittura alla fotografia, dal disegno alla scultura e all’installazione, la mostra è un viaggio nei calanchi affidato a molteplici linguaggi, che riflette tutta l’eterogeneità dell’arte contemporanea.
La mostra sarà corredata da una pubblicazione che riprodurrà le vedute di allestimento delle opere alle Collezioni Comunali d’Arte, accompagnate dai testi di Eva Degl’Innocenti, Silvia Battistini, Massimo Isola e Matteo Zauli.
(Matteo Zauli, curatore della mostra, nella prima sala espositiva)
(allestimento della mostra)
(allestimento mostra)
Il Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre
Azzurro fragile nasce in connessione e rientra nel Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre ideato dal Museo Carlo Zauli e sviluppato insieme al Comune di Faenza.
Giunto alla IV edizione, in programma a settembre 2025, il progetto di turismo culturale e audience development è teso alla creazione di un vero e proprio Parco Culturale e si pone come obiettivo la valorizzazione del vastissimo patrimonio naturale e culturale della zona geografica dei cosiddetti “calanchi delle argille azzurre”, un territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille pregiate, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni pregiate e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende. Un’area che è alla base dell’intera storia della ceramica di tutto il nostro territorio e che fu d’ispirazione per molti artisti, ed in particolare Carlo Zauli, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro artistico. Un’area, dunque, che in pochissimi chilometri quadrati raccoglie meraviglie naturalistiche e culturali, ponendo le basi di un doppio binario che questo progetto vuole percorrere.
(nella foto: Juan Esteban Sandoval Escuchador 08, 2024 Paper clay, argilla dei calanchi di Brisighella, rame e ferro)
Info sulla mostra
Periodo
15 marzo – 22 giugno 2025
Orari di apertura:
Martedì, giovedì 14.00 - 19.00
Mercoledì, venerdì 10.00 - 19.00
Sabato, domenica 10.00 – 18.30
Lunedì non festivi chiuso
Domenica 20 aprile 2025 (Pasqua) 10.00 – 19.00
Lunedì 21 aprile 2025 (Lunedì dell’Angelo) 10.00 – 19.00
Venerdì 25 aprile 2025 (Festa della Liberazione) 10.00 – 19.00
Giovedì 1 maggio 2025 (Festa del Lavoro) chiuso
Lunedì 2 giugno 2025 (Festa della Repubblica) 10.00 – 19.00
Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Biglietto integrato Collezioni Comunali d’Arte e Torre dell’Orologio: intero € 8 | ridotto € 5
Galleria di immagini delle opere in mostra
Ultimo aggiornamento: 14-03-2025, 09:30