Rinasce il Duomo di Finale Emilia

Domenica 26 maggio 2024 la chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo, luogo simbolo del terremoto che colpì l'Emilia-Romagna il 20 e 29 maggio 2012, riapre al culto. Un tesoro ritrovato dopo 5 anni di lavori per il recupero

Domenica 26 maggio riaprono ufficialmente le porte del Duomo di Finale Emilia (chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo). La chiesa fu fortemente danneggiata dal terremoto che colpì la regione nel 2012. Già dalle prime scosse della notte del 20 maggio: all'alba di quella domenica, l'immagine delle pietre della facciata, crollate sul sagrato e sulla via antistante, fece subito il giro del mondo.
Avviati nel marzo 2019, i lavori di ripristino con miglioramento sismico si sono conclusi ai primi di maggio 2024. L'importo complessivo delle opere, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna grazie al Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati dal sisma, è stato di 6 milioni e 30mila euro.
Gli interventi hanno coinvolto la struttura architettonica del Duomo, l'apparato pittorico decorativo e le opere artistiche interne, quali gli altari e la cantoria lignea. 
Il progetto di restauro si è costantemente confrontato con il tema della “ricostruzione” che in alcuni casi è stata possibile grazie a rilievi geometrici o fotografici antecedenti al sisma, mentre in altri casi si è tradotta in una ricerca volta a trovare il giusto equilibrio con gli elementi superstiti. Nella ricostruzione della facciata si è voluto lasciare (sia pure mitigata) una traccia dell'evento traumatico: si è creato quindi un dialogo fra la muratura esistente e quella nuova che appaiono armonizzate, senza annullarne la differenziazione a distanza ravvicinata. In questo modo, il Duomo conserva in questo modo sulla facciata un 'segno' di storia e di memoria, che non è soltanto fisico ma anche e soprattutto simbolico.

Cenni storici

DuomoFinaleEmiliaRidFotoAlessandroFiocchi.jpgLa prima chiesa, 'antenata' dell'attuale Duomo, venne edificata già nel XIII secolo, nell'ambito della fondazione del nuovo centro fortificato di Finale. Non si conoscono le caratteristiche di questo primo luogo di culto, ma di certo, fin dalla sua costruzione, si configurò come la chiesa della Comunità finalese, che provvedeva anche agli oneri di officiatura stipendiando un cappellano. La storia conosciuta del Duomo inizia tra la fine del '400 e il primo '500, quando l'edificio originario venne ristrutturato, ampliato e alzato, con un'aula rettangolare a tre navate, un'abside semicircolare e una copertura a capriate. L'interno del Duomo risale ai lavori degli anni 1770 - 1773, con un disegno in stile barocco, opera dell'architetto ferrarese Angelo Marescotti: in quell'occasione la navata centrale venne coperta con una volta a botte lunettata. La facciata risale invece al 1807 e venne realizzata grazie al lascito dell'arciprete Giovan Battista Grillenzoni. Fino al 2002 il Duomo è rimasto di proprietà comunale e soltanto allora – con un atto ufficiale – è stato ceduto alla parrocchia.

ALE_4805.jpgAll'interno del Duomo sono custodite opere d'arte di enorme pregio, fra cui il Battesimo di Cristo di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, databile intorno al 1580, l' Adorazione dei Magi di Giuseppe Maria Crespi (circa 1730), lo Sposalizio di Maria, olio su tela seicentesco di Sigismondo Caula, il Crocifisso ligneo (alto un metro 86 centimetri) di esecuzione quattrocentesca che, secondo la tradizione, sarebbe giunto a Finale trascinato dalle acque in piena del fiume Panaro. Sull'altare maggiore, la tela con i Santi Filippo e Giacomo (a cui sono intitolate la parrocchia e la chiesa), opera del modenese Giovanni Mussati, risalente al 1772, È stata restaurata anche la venerata immagine della Beata Vergine delle Grazie: la statua della Madonna, in legno a tutto tondo, risale al 1603 e assunse la denominazione nel 1631, dopo l'epidemia di peste che in parte risparmiò il paese.
Il ciclo di affreschi della navata centrale è stato realizzato dall'artista finalese Giuseppe Busuoli nel 1942-43. Fra i soggetti, l'adorazione dell'Eucarestia, la preghiera di Gesù nell'orto degli ulivi, la crocifissione.
È stato completamente e accuratamente restaurato anche il pregiato organo che fu costruito nel 1911 dalla Casa organaria Mascioni di Azzio (Varese) che ha curato anche il suo recupero con l'ausilio dei disegni costruttivi originali.

La riapertura del Duomo è anche l'occasione per inaugurare ufficialmente il nuovo concerto di nove campane. Alle quattro campane che furono installate dopo la Seconda guerra mondiale (le precedenti campane erano state requisite per utilizzare il bronzo per la produzione di armi) se ne sono aggiunte cinque, realizzate presso la fonderia Capanni di Castelnovo ne' Monti (Reggio Emilia), e offerte da fedeli finalesi. Ora nella cella campanaria del Duomo, la campana più piccola (in Fa) ha diametro di 53 centimetri e pesa 84 chilogrammi, quella più grande (pure in Fa) ha diametro di 105 centimetri e pesa 6 quintali e mezzo.

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ultima modifica 2024-05-22T15:41:51+02:00
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