Introduzione
Al Laboratorio della ditta Bigi di Reggio Emilia stanno per concludersi i lavori di restauro dell’antico organo a canne della Pieve di San Pietro di Roffeno, situata nel Comune di Vergato (BO).
Alle sapienti mani dei restauratori è stato affidato il recupero di uno strumento musicale che, nel corso del Novecento, fu oggetto di una complessa vicenda che poteva concludersi tragicamente con la sua irrimediabile perdita.
Realizzato secondo lo stile classico dell’organaria locale emiliana intorno al 1850 e attribuito al celebre organaro Alessio Verati di Bologna, l’organo era collocato originariamente in tribuna, sopra l’ingresso della Pieve. Fu gravemente danneggiato nel corso dell’occupazione nazista del 1944 e, secondo testimonianze orali tramandate nel tempo, fu rimosso alla fine della Seconda guerra mondiale e custodito smontato in casse, in attesa di un futuro recupero.
L’organo è arrivato così ai giorni nostri, sostanzialmente integro e allo stato originale, nonostante alcune perdite. L’ottima qualità costruttiva e la sapiente scelta dei materiali hanno contribuito a non deteriorare le varie parti in maniera irreversibile. In particolare, la maggior parte delle componenti meccaniche interne è stata preservata, così come vari elementi della cassa di contenimento, inclusi gli sportelli e la parete frontale decorata e intagliata.
Il materiale ritrovato ha fortunatamente consentito ai restauratori una completa lettura e ricomposizione della struttura originaria dello strumento che sarà restituito alla comunità nei primi mesi del 2025.
Il complesso intervento di conservazione e restauro, con la ricostruzione di parte delle componenti andate disperse, per un valore complessivo di 62mila euro, è stato reso possibile grazie al sostegno di vari soggetti, pubblici e privati, tra cui la Cei, la Fondazione Carisbo, la Fondazione Del Monte e la società Illumia.
Anche la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito di un più vasto programma di interventi dedicato agli organi antichi, ha contribuito al restauro con un finanziamento di 10mila euro.
La Regione Emilia-Romagna interviene per il restauro di tre organi antichi, patrimoni di comunità
“L’organo a canne della Pieve di Roffeno non solo è uno strumento musicale di grande valore storico artistico, ma si inserisce all’interno di una delle più antiche e rilevanti Pievi romaniche della Diocesi di Bologna, risalente al 1155, riconosciuta quale bene di straordinario valore religioso e culturale. Restituire alla comunità un patrimonio così prezioso, soprattutto quando se ne rischia l’oblio, è un impegno che la Regione sottoscrive. Lo dimostra, restando sui beni musicali, il sostegno al restauro di altri due importanti organi: l'organo a tre tastiere della Cattedrale di San Giorgio Martire di Ferrara e l'organo a mantice della Chiesa di Santa Chiara a Pieve di Cento, sempre nel bolognese. Anch’essi torneranno a emozionarci nel 2025. L’intervento a Roffeno ha anche l’obiettivo di aumentare le attrazioni del sito, che già oggi è meta di tanti visitatori e luogo per eventi sociali e religiosi. In generale, gli organi antichi, sparsi per tanti territori extraurbani, offrono la possibilità di fare cultura, e di alto livello, in aree ove tale offerta è normalmente limitata o nulla”.
“La restituzione di un organo alla sua originaria collocazione è sempre motivo di emozione e di grande gioia. La provvidenza e l’amore per le cose della chiesa da parte degli abitanti, ha voluto che le sue parti non fossero perdute o irrimediabilmente rovinate. La memoria dell’oggetto, la ricerca delle sue tracce, l’interesse a recuperarlo, il coinvolgimento delle istituzioni e dei privati sono gli elementi di questo iter per il raggiungimento dell’obiettivo desiderato. Mi unisco ai ringraziamenti di tutti i soggetti che hanno fin qui partecipato, chi ha provveduto al restauro e quanti lo hanno finanziato; inoltre devo ringraziare chi ha capito e creduto nel valore culturale di questo intervento, l’assessore Mauro Felicori. La restituzione dell’organo alla sua Pieve è un valore aggiunto agli itinerari culturali di questo territorio di Vergato.”
“La nostra Associazione ha fin dall’inizio voluto e creduto nel restauro di questo antico organo quando era ancora distrutto nelle casse di legno conservate sotto al tetto della chiesa. Abbiamo lavorato in questi anni per cercare i fondi necessari a riportarlo al suo antico splendore, convinti dell’importanza di ridarlo alla chiesa e al territorio, non solo come oggetto restaurato, ma come protagonista di future iniziative che daranno valore e visibilità alla nostra montagna. I contributi che sono arrivati, la condivisione del progetto da parte di banche e istituzioni, l’appoggio della Regione Emilia-Romagna e dell’Assessore Felicori, il supporto avuto anche dai numerosi amici della Associazione, dimostrano la validità e la forza di questo progetto, che è riuscito a unire le forze di tutti coloro che in questo restauro hanno creduto.”
Ultimo aggiornamento: 14-11-2024, 11:01