Il Dolio delle meraviglie

Al Museo Civico Archeologico di Bologna dal 9 febbraio 2024 riapre al pubblico con un nuovo allestimento il Ripostiglio di San Francesco, il più importante deposito dell'Età del Ferro italiana

Nuovo allestimento per il Ripostiglio di San Francesco nella Sala Xb del Museo Civico Archeologico, una delle sale della Sezione Etrusca più amate dal pubblico e di straordinaria rilevanza scientifica per conoscere le dinamiche economiche e sociali dell'antica Bologna etrusca. Una nuova disposizione dei reperti, un nuovo apparato grafico e informativo e un nuovo contenuto multimediale è a disposizione dei visitatori del museo a partire dal 9 febbraio 2024.

Dall’11 febbraio al 6 aprile 2024 il ciclo “Il dolio delle meraviglie” ne racconta il valore straordinario attraverso conferenze, visite guidate e laboratori per bambine e bambini. Tutti gli appuntamenti sono disponibili sul sito del Museo.

ripostiglio san francesco.jpgLa scoperta del Ripostiglio di San Francesco, il più importante deposito dell'Età del Ferro italiana, avvenne nel 1877 quando l'ingegnere, architetto e archeologo Antonio Zannoni rinvenne, presso l'attuale Basilica di San Francesco a Bologna, un massiccio vaso di terracotta (dolio), sepolto tra i 2 e 3,25 metri di profondità al centro di una capanna villanoviana, contenente 14.838 oggetti metallici, tra interi e frammentari, sia di produzione locale che di altre provenienze, per un peso complessivo di oltre 14 quintali.
La cronologia dei materiali va dalla fine dell’Età del Bronzo agli inizi del VII secolo a.C., data in cui avvenne la deposizione del grande vaso e l'accurata sistemazione del suo contenuto. Oltre al numero di pezzi, eccezionale risulta la varietà degli oggetti presenti, tra i quali figurano quasi tutte le categorie di manufatti in uso nella Prima Età del Ferro: armi, oggetti di ornamento e di prestigio, utensili e attrezzi si affiancano a frammenti di vasellame, lamine ritagliate, verghette, pani metallici di varie dimensioni, scarti di fusione e scorie.
Zannoni e la maggior parte degli studiosi hanno interpretato il rinvenimento come riserva di metallo pertinente a una fonderia, occultata agli inizi del VII secolo a.C., per la presenza di oggetti semilavorati e rotti destinati alla rifusione, pani di metallo, carbone di cenere, cenere e tracce di ossido di bronzo. Accanto a questa, negli ultimi anni è stata proposta una diversa lettura che vede nel Ripostiglio di San Francesco una sorta di tesoro pubblico, forse deposto ritualmente in un’occasione speciale.

Nel primo allestimento del Museo Civico, inaugurato nel 1881, i materiali del Ripostiglio furono esposti integralmente nella Sala XI. Fu solo all’inizio degli anni ’70 del Novecento che l'intero complesso fu trasferito nella Sala Xb.
Per agevolare la comprensione e la fruizione delle migliaia di oggetti che compongono questo eccezionale complesso archeologico, l'intervento di riqualificazione ha interessato la revisione dell'impianto illuminotecnico ed espositivo con il recupero delle vetrine ottocentesche, rese più funzionali secondo gli attuali standard espositivi seppure intatte nel loro fascino originario, e una consistente selezione del materiale esposto rispetto al precedente ordine espositivo.

Il nuovo allestimento della Sala Xb è stato realizzato anche grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, nell’ambito dei Piani 2019-2021 dell’ex IBC ora Settore Patrimonio culturale, Fondazione Luigi Rovati (Milano) e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

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ultima modifica 2024-02-07T16:29:59+01:00
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