Ritrovamenti: a Piacenza l'opera prima di Elisabetta Sirani
La vita di Elisabetta Sirani, nata a Bologna l'8 gennaio 1638 e qui deceduta il 28 agosto 1665, a soli 27 anni, ha dell'incredibile. Se la sua morte precoce è avvolta nel mistero (un'ulcera perforata o un avvelenamento?), la sua breve vita artistica è davvero intensa e singolare: fille prodige, realizzò ben 200 opere e nel suo studio, in via Urbana a Bologna, accoglieva le donne che volevano imparare a dipingere. Stupiva tutti per la rapidità nell'esecuzione, tanto da essere criticata per questo. Fu sepolta nella Basilica di San Domenico, accanto al sommo Guido Reni, con grande pompa, raccontano le cronache.
Elisabetta teneva un Diario, oggetto di studio attento da parte dello storico dell'arte e docente all'Accademia di Bologna Massimo Pulini. Grazie anche agli studi del "Vasari bolognese", Carlo Cesare Malvasia (1616-1693), Pulini ha individuato nelle note della Sirani le tracce per risalire alla prima committenza che l'artista ebbe, a soli 17 anni, da parte della Marchesa Spada per la congregazione parmense dei gesuiti. L'opera, raffigurante San Gregorio papa con Sant'Ignazio di Loyola e San Francesco Xaverio, è stata individuata come quella conservata nel Convento delle Orsoline di Piacenza, annesso alla Chiesa di San Martino del Foro e legato anch'esso ai gesuiti. L'opera non è firmata.
Sarà proprio Massimo Pulini a presentare l'opera sabato 20 gennaio 2024 nella sede dell'Associazione Amici dell'Arte, presso la Galleria Ricci Oddi (via San Siro 13), alle ore 17, seguita da una lettura drammatica del brano "Il Mistero di Elisabetta" interpretato da Eleonora Marzani. Saranno presenti anche Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura e paesaggio, e la sindaca Katia Tarasconi.
L'opera sarà visibile fino al 3 febbraio 2024, il venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30.