Naturale Innaturale. Dinosauri e altre creature
All'ingresso della Palazzina dei Giardini di Modena ci accoglie la replica di uno scheletro completo di Allosaurus fragilis, dinosauro del Giurassico superiore proveniente dall'Università dello Utah che, insieme a circa 90 ossa appartenenti a più individui, fu acquisito nel 1967 dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Chi lo ha visto esposto nella “Sala dei Dinosauri” dal 1991 al 2012 noterà immediatamente una importante differenza: la ricostruzione prevedeva una posa “da canguro”, con la coda che si trascinava dietro al corpo, oggi superata dagli studi scientifici che indicano una posa con la coda parallela al terreno, con funzione di bilanciamento.
Dalle descrizioni dei primi ritrovamenti, ai più recenti studi basati sugli ultimi due secoli di scoperte e ricerche scientifiche, le raffigurazioni dei dinosauri sono cambiate radicalmente, passando da enormi e goffe lucertole ad animali dinamici, rappresentati durante comportamenti complessi, spesso colorati o ricoperti di piume.
Nell’anno in cui ricorre il duecentesimo anniversario della prima descrizione scientifica di un fossile di dinosauro (Megalosaurus descritto da William Buckland nel 1824), il Sistema dei Musei e Orto Botanico dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (MuseOmoRE), ripresenta così al pubblico il suo scheletro di Allosaurus fragilis con una posa coerente con le attuali conoscenze.
E' l'ennesima prova che la scienza è un processo in itinere: questo è particolarmente vero per la paleontologia, che si occupa di organismi incompleti e per lo più sconosciuti. L'immagine che abbiamo dei dinosauri riflette le conoscenze che abbiamo su questi animali. Nuovi fossili e nuove tecniche di indagine hanno permesso di ridurre le lacune nella comprensione di queste iconiche creature, permettendoci di ricostruire con maggiore accuratezza il loro aspetto, pur continuando a lasciare spazio all'interpretazione artistica.
La mostra ripercorre la storia di ciò che sappiamo sui dinosauri dalle prime scoperte ad oggi e come da questo si sia evoluta l’immagine che abbiamo di questi animali. Ed evidenzia quanto la scienza si sia affidata nel suo evolversi anche alla speculazione. E da qui parte il dialogo immaginifico con l'artista Dario Ghibaudo. Nato a Cuneo nel 1951, ha creato, a partire dal 1990, una grande opera multiforme: il Museo di Storia Innaturale. Egli ha reso questa impresa artistico-darwiniana il principale veicolo della sua produzione artistica, recuperando l’attitudine scientifica tipica della storia naturale ai fini della creazione di un personale museo immaginario, con cui riflettere ironicamente sull’universo delle classificazioni della specie, della genetica e sulle mutazioni tra animale, umano e vegetale.
Ecco allora che alla Palazzina dei Giardini le opere di Ghibaudo sono poste in dialogo con lo scheletro dell'Allosauros fragilis e con altri oggetti che sviluppano il percorso espositivo, provenienti dalle collezioni MuseOmoRE. Se la scienza per progredire si è servita dell'immaginazione, qui è l'arte e la creatività che si nutrono della scienza.
La mostra è a cura di Veronica Padovani (MuseOmoRE) e Gianlorenzo Chiaraluce, storico dell’arte, ricercatore e curatore, e resterà aperta fino al 12 gennaio 2025. Fa parte del progetto Il tempo della meraviglia, la programmazione culturale di Fondazione AGO che accompagnerà̀ cittadini e pubblico con mostre, eventi, lectures, attività didattiche che si svolgeranno a Modena fino a gennaio 2025.
Per tutte le informazioni e il ricco calendario di iniziative consultare il sito web della Fondazione AGO