Introduzione
Si tratta della più ampia ricognizione monografica mai organizzata per presentare le origini e le evoluzioni della modernità artistica in ambito bolognese, e in particolare della produzione pittorica la cui presenza è dominante nella cultura figurativa del “lungo Ottocento”.
Sono oltre 500 le opere, di cui circa un centinaio mai esposte prima proveniente dai depositi di istituzioni museali pubbliche e da collezioni private, di 80 artisti appartenenti a generazioni differenti, a essere visibili in 18 sedi (5 musei, 5 gallerie antiquarie, 3 fondazioni, 2 edifici di culto, un palazzo comunale, un teatro storico e un’associazione culturale) situati tra Bologna, Crespellano e San Giovanni in Persiceto, che spaziano tra tecniche (dal disegno al dipinto su tela e tavola, all’acquerello su carta), contesti di realizzazione (dalle grandi decorazioni pubbliche alle opere da salotto, alle riviste) e generi rappresentati (paesaggi, ritratti, soggetti storici, pale d’altare, vedute urbane).
E' un'occasione unica per ammirare l’inquieto alternarsi di nuovi stili e ricerche – dal Neoclassicismo accademico al movimento romantico, passando per le tendenze naturalistiche del Purismo e del Realismo, l’Eclettismo storicista fino alle sperimentazioni dei Simbolisti e dei Divisionisti - nel periodo storico in cui, dopo la fine del dominio pontificio e l’adesione al Regno d’Italia, Bologna è attraversata da profondi mutamenti politici, sociali e culturali che conducono la città alle soglie dell’epoca contemporanea.
La città felsinea è geograficamente destinata a essere il crocevia d’Italia, luogo d’incontro e confronto della cultura e dell’economia. Questo ruolo viene in parte perdendosi negli anni centrali del Risorgimento, ma con l’Unificazione Bologna può tornare a diventare uno dei centri vitali nazionali. Un'occasione importante per accreditare questo ruolo è certamente l’Esposizione Emiliana del 1888, quando - sotto l’egida di Giosue Carducci - di fatto si candida a capitale culturale della Terza Italia. Sede della più antica Università d’Europa, nel corso del “lungo Ottocento” vede un fiorire di nuove istituzioni e circoli artistici che si affiancano all’Accademia Clementina (poi delle Belle Arti), fondata nel 1710. Il Collegio Venturoli inizia l’attività nel 1825 offrendo a studenti in difficoltà economica la possibilità di accedere agli studi, mentre con la nascita della Società Protettrice delle Belle Arti (1853) e in seguito con la società "Francesco Francia" (1894) vengono organizzate mostre-mercato che avvicinano gli artisti a un pubblico borghese. In Accademia, ai Concorsi Curlandesi, riformati nel 1870, si affianca dal 1878 il Premio Baruzzi. Il Comitato per Bologna Storica e Artistica (1899) e il movimento dell'Aemilia Ars, insieme ad altre gilde e cenacoli di minore durata, sono tutte occasioni per sviluppare il gusto contemporaneo. Tutto questo fervore artistico si riflette in un grande numero di giornali e riviste d’arte e nella nascita di una delle più importanti tipografie italiane, la Litografia Chappuis.
L’itinerario espositivo diffuso documenta la ricchezza espressiva e la complessità di questi nuovi orizzonti visivi attraverso i lavori degli artisti locali che si sono confrontati con i movimenti italiani e internazionali, partecipando alle Esposizioni Nazionali, a quelle Universali, alle Biennali di Venezia come alle Secessioni romane, ottenendo commissioni all’estero, viaggiando per il mondo. Accanto ai protagonisti di primo piano, più documentati e studiati - Gaetano Gandolfi, Antonio Basoli, Pelagio Palagi, Ottavio Campedelli, Alessandro Guardassoni, Luigi Bertelli, Luigi Busi, Mario De Maria detto “Marius Pictor”, Fabio Fabbi, Luigi Serra, Coriolano Vighi, Augusto Majani detto “Nasica”, Carlo Corsi, Athos Casarini, Alfredo Protti – sono rappresentati altri artisti dimenticati o oggi quasi del tutto sconosciuti come Giuseppe Bortignoni junior, Achille Frulli, Dina Pagan de’ Paganis.
Non mancano poi documenti di artisti “forestieri” che hanno influito sulla cultura artistica locale, o che vi hanno soggiornato, o che hanno insegnato nella locale Accademia delle Belle Arti: Antonio Canova, Felice Giani, Antonio Puccinelli, Leonardo Bistolfi, Giovanni Boldini.
Le sedi espositive coinvolte (in ordine alfabetico):
Antichità Barberia | Via Barberia 8/a, Bologna
Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista | Piazza del Popolo 22, San Giovanni in Persiceto (BO)
Chiesa della Madonna della Cintura | Piazzetta Guazzatoio 5, San Giovanni in Persiceto (BO)
Collezioni Comunali d’Arte | Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6, Bologna
Comitato per Bologna Storica e Artistica | Strada Maggiore 71, Bologna
Fondazione Collegio Artistico Venturoli | Via Centotrecento 4, Bologna
Fondazione Gualandi a favore dei sordi | Via Nosadella 49, Bologna
Galleria Artifigurative | Via Provinciale 27, Crespellano (Valsamoggia)
Galleria de’ Fusari | Via de’ Fusari 7/A, Bologna
Galleria del Caminetto | Galleria Falcone e Borsellino 4/D, Bologna
Galleria Fondantico | Via de’ Pepoli 6/E, Bologna
Museo civico del Risorgimento | Piazza Giosue Carducci 5, Bologna
Museo d’Arte Sacra | Piazza del Popolo 22, San Giovanni in Persiceto (BO)
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44, Bologna
Museo Ottocento Bologna | Piazza San Michele 4/C, Bologna
Palazzo d’Accursio, Sala del Consiglio Comunale | Piazza Maggiore 6, Bologna
Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni | Via Alessandro Manzoni 2, Bologna
Teatro Comunale | Corso Italia 72, San Giovanni in Persiceto (BO)
Per consentire la più ampia fruizione del progetto espositivo diffuso, presentando il biglietto di ingresso a una delle sedi è previsto l'accesso a tariffa ridotta nelle altre sedi coinvolte entro la data di conclusione della mostra.
Ricchissimo il calendario di iniziative intorno alla mostra, che comprende conferenze, visite guidate, laboratori per bambini, rievocazioni storiche e tanto altro.
Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile sui siti web www.museibologna.it/risorgimento e www.storiaememoriadibologna.it/ottocento
La pittura a Bologna nel lungo Ottocento - Brochure (PDF - 2.5 MB)
“La mia avventura con la pittura bolognese dell'Ottocento è cominciata studiando la collezione fotografica che Raffaele Belluzzi, primo direttore del Museo del Risorgimento di Bologna, raccolse pazientemente in vita e lasciò al suo museo in eredità; parte di essa è dedicata proprio alla pittura a Bologna nella seconda metà del secolo. Naturale conseguenza delle scoperte fatte è il dare conto alla cittadinanza di quanto riemerso e di mostrare per la prima volta tante opere mai viste, o mai studiate, e di rivedere quelle che in genere non sono esposte, rivelando al pubblico un quadro ricco e vivace del panorama artistico bolognese dell'Ottocento.”
“Da molto tempo la città di Bologna non dedica un'esposizione al suo Ottocento che sia occasione di mostrare tante belle opere inedite (quando capolavori), frutto delle straordinarie scoperte degli ultimi anni. Un progetto che ha trovato l'adesione degli istituti e delle associazioni che conservano e studiano questo periodo fondamentale per comprendere il nostro presente. Senza contare il contributo degli antiquari, che in prima persona sono anche amanti e collezionisti degli artisti del nostro XIX secolo."
Ultimo aggiornamento: 14-11-2024, 10:59