Giulio Bizzarri. Arte Divertissement Pubblicità
Definire un personaggio come Giulio Bizzarri (Reggio Emilia, 1947-2020) non è semplice. Artista, creativo, art director, esperto di comunicazione, pubblicitario, docente...di sicuro fu il protagonista di quella che fu una grande stagione di produzione culturale nella nostra regione, con larga risonanza anche a livello nazionale. A tre anni dalla scomparsa, la sua città lo omaggia con una mostra che dà conto della sua variegata produzione, con materiali in gran parte provenienti dall'archivio personale. In un video l'amico Franco Guerzoni ricorda che tra i titoli proposti per questa esposizione c'era anche il provocatorio "Giulio Bizzarri e il rinascimento a Reggio Emilia", e non è casuale: tra gli anni Sessanta e i Settanta la città è una fucina di artisti, letterati e intellettuali, centro di sviluppo e diffusione delle neoavanguardie grazie a personaggi come Corrado Costa, Renzo Bonazzi e Nanni Scolari. Anche le istituzioni partecipano attivamente, interrogandosi sul ruolo che possono avere nella promozione e sviluppo dell'arte e della cultura contemporanea. In questo clima Bizzarri sviluppa, da autodidatta, una propria poetica tra immagini e parole. Le immagini lo attraggono e il suo sguardo si rifà a grandi numi tutelari: Duchamp e i surrealisti prima di tutto. E' un "artista, amico di artisti" capace di lunghi sodalizi con Corrado Costa, Luigi Ghirri, Franco Guerzoni, Ermanno Cavazzoni. Sviluppa fin dagli esordi una propria identità culturale, così variegata che per classificare il suo lavoro si è pensato alla forma del dizionario, dalla A alla Z, così come ce lo presenta il catalogo della mostra, mentre l'allestimento si sofferma su alcune voci: la "B" di Bizzarri, la "P" di Pubblicità, la "T" di Teatri, la "E" di eventi, e la "U" di Università del Progetto.
Partiamo dalla "B" che ripercorre la nascita della sua poetica, il suo agire sulle immagini alla "Warhol" o alla "Jiří Kolář", ritagliandole, colorandole e modificandole. Allo stesso modo usa le parole, servendosi spesso del paradosso. Importante è l'incontro con Rosanna Chiessi a inizio Settanta. Sarà Bizzarri a realizzare il logo della prestigiosa casa editrice d'arte "Pari & dispari" da lei fondata a Reggio Emilia nel 1971. E qui Bizzarri, oltre a curare la grafica di molte edizioni, pubblicherà anche opere sue.
A metà degli anni Settanta Bizzarri fonda lo studio di grafica AQu, il cui nome è ispirato a un libro di Borges. Collabora con lo studio UNI e qui entriamo nella voce "P" di Pubblicità. Con lo studio UNI realizza alcune campagne esemplari, come quella per i "Jail Jeans" del 1977. A inizio anni Ottanta fonda a Bologna con Walter Ocule TEAM/ITALIA, con la quale partecipa a campagne pubblicitarie locali e nazionali per aziende (FIAT, Amadori, COM, St.Moritz e molti altri), per le istituzioni, per la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna. A Bologna lavora per la comunicazione di mostre, come quella di Guido Reni del 1988, e di convegni e rassegne che hanno segnato un'epoca, come "Bologna Sogna". Crea il logo e l'immagine coordinata di "Bologna Musei", del Teatro Comunale, fino all'ideazione della memorabile campagna per il restauro del Nettuno, con l'aiuto dell'artista Mario Ceroli.
Anche a Reggio è estremamente attivo: lavora per i Musei Civici, la Biblioteca Panizzi, l’Istituto Banfi. Lungo è il sodalizio con il Teatro Municipale: cura per anni l'immagine coordinata delle varie rassegne che ospita. Del resto l'opera e la lirica sono stati spesso per lui una fonte di ispirazione fondamentale. Si veda la campagna Malaguti, che accosta ai veicoli brani tratti da famose "arie".
Nella sezione "E" di Eventi alcuni dei suoi progetti più conosciuti: da "I porci comodi" del 1982, elogio del maiale in tutte le sue forme, fino a manifestazioni più recenti come la "Biennale del Paesaggio" (2006-2010).
Chiude, in bellezza, la "U" di Università del Progetto. Se ne parlava in tutta Italia, ci fu addirittura uno speciale di "BLOB", il programma di Rai Tre, dedicato a questa originalissima esperienza. L’Università del Progetto viene fondata da Giulio Bizzarri, Paolo Bettini e Gian Franco Gasparini nel 1989, con l’ambizione di formare professionisti in grado di gestire un progetto in tutte le sue fasi: ideazione, comunicazione e distribuzione. Fra i docenti dei primi corsi ci sono Corrado Costa e Luigi Ghirri.
Attiva fino ai primi anni Duemila, tra le sue realizzazioni le famosissime "poesie terapeutiche", farmaci-letterari antidepressivi per meglio comprendere/assecondare i turbamenti dell'animo umano. Il tutto nacque da un'idea di Ermanno Cavazzoni e furono un vero successo di critica e di pubblico: 120 mila copie vendute, 4 ristampe. La scelta era tra sette diverse poesie, da "La quiete dopo la tempesta" prodotta dai Laboratori Leopardi di Recanati, a "Tanto gentile e tanto onesta pare" della casa farmaceutica Degli Alighieri di Firenze allo "Zang Tumb Tumb" della Farmaceutici Filippo Tommaso Marinetti, per citarne solo alcune.
Tra le aziende che hanno lavorato con UdP ci sono Alessi, Apple, Bayer, Ballarini, Barilla, Bialetti, Credem, De Agostini, Ferrero, Flou, Lagostina, Limonta, Mandarina Duck, Max Mara, Panini editore, Perfetti, Richard Ginori, Robe di Kappa, Walt Disney. Per i marchi, importante il restyling del logo Conad, tutt’ora invariato, e il progetto di comunicazione e progettazione per la banca Credem.
La mostra, imperdibile per gli appassionati di comunicazione e per chi vuole vedere la creatività all'opera, prima dell'avvento di Internet e dei social, quando tutto ancora si faceva con le mani e con la propria testa, è al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia fino al 17 marzo 2024. E' curata da Alessandro Gazzotti e Ernesto Tuliozi. L'ingresso è libero
Lo splendido catalogo, a cura di Marta Sironi con Alessandro Gazzotti, è edito da Corraini.
Info su mostra, visite guidate e laboratori:
Musei Civici Reggio Emilia
Orari:
martedì, mercoledì, giovedì 10.00 – 13.00
venerdì, sabato, domenica e festivi 10.00 – 18.00. Lunedì chiuso. Ingresso libero