C'è una mosca sul quadro! Al Labirinto della Masone "Musca depicta"
Un celebre episodio, raccontato prima da Filarete e poi dal Vasari, narra che il giovane Giotto ingannò Cimabue aggiungendo in un dipinto del maestro una mosca così veritiera che quest'ultimo cercò più volte di scacciare, prima di accorgersi dello scherzo dell’allievo. Andato dapprima su tutte le furie, ebbe la riprova che il suo discepolo avrebbe avuto un raggiante futuro. Al Labirinto della Masone di Fontanellato (PR) il piccolo insetto è l'assoluto protagonista di una mostra, a cura di Sylvia Ferino ed Elisa Rizzardi, con oltre 50 opere - tra tele, disegni, sculture e volumi - che dal XIV secolo arrivano fino alla contemporaneità.
La mosca da sempre ha esercitato una particolare attrazione su intellettuali, letterati e artisti. Nell’antichità la rappresentazione realistica di una mosca nel quadro poteva suggestionare diverse interpretazioni, dal monito cristiano di non cedere alla matericità del mondo, fino all’idea che l’effimero insetto potesse incarnare la fugace fama dell’artista, passando per l’inganno – il trompe l’oeil – che dimostrava il virtuosismo del pittore. Dalla seconda metà del Quattrocento a tutto il Seicento, molti pittori si cimentarono nella riproduzione dell’insetto in composizioni sacre e profane. Questo scherzo illusionistico, che all’inizio serviva ad affermare la propria abilità tecnica (nel campo naturalistico e in quello anatomico, come diceva Leonardo, gli artisti avevano sempre preceduto gli studiosi), con il tempo si evolve e si declassa di significato, tra chi considerava la mosca simbolo mortuario e precario, fondamentale corredo di Vanitates e ricco di simbologie, e chi invece un insetto come tanti, trovatosi a dover competere nelle nature morte di bellissimi fiori e frutti con farfalle, bruchi, libellule decisamente più colorati e attraenti.
Strettamente connessa alla tematica religiosa è quella del Memento Mori, del deperimento del corpo e dell’imminenza della morte: l’artista contemporaneo Damien Hirst, che più volte ha lavorato con questo insetto, partecipa con il suo Fear of Death (Full Skull), scultura raffigurante un teschio completamente ricoperto di mosche che riprende l’iconografia tanto presente nell’arte del Cinquecento. Colorate composizioni floreali dove una mosca ha deciso di posarsi realizzate da maestri del barocco olandese, come Willem van Aelst, tedesco, come Isaak Soreau, italiano, come la pittrice Giovanna Garzoni, decorano la sala dedicata alle nature morte e la condividono con alcuni dei più importanti volumi a stampa dedicati all’insetto: dalle riporduzioni acquerellate di Ulisse Aldrovandi agli eleganti disegni di Maria Sibylla Merian. La mosca si posa anche su alimenti e animali, come nelle opere immobili e iperrealistiche dell’attuale Maurizio Bottoni, mentre nel video FLY di Yoko Ono è un corpo nudo ad esserne attraversato per 24 minuti.
Tra le caratteristiche fondamentali della mosca non poteva essere trascurato il suo particolare ronzio: colonna sonora della mostra è il brano La Folie des Mouches, Variazioni e Fuga su un Tema di Händel per Violino solo appositamente commissionate dal Labirinto della Masone al compositore Massimiliano Matesic: l’andamento di una danza barocca è trasfigurato in un virtuosismo allucinato e stridente, che alterna attimi di lirismo all’imitazione divertente ma inquietante del ronzio delle mosche.
Non è un caso che Il Labirinto della Masone dedichi una mostra alla mosca nell'arte. La predilezione per l’insolito e il bizzarro che ha contraddistinto le pubblicazioni di Franco Maria Ricci lo portò quarant’anni fa a pubblicare uno dei suoi volumi più affascinanti, dal titolo Musca depicta (da qui il titolo dell'attuale esposizione) dedicato al tema della mosca in pittura, con testi di Luciano di Samosata, Leon Battista Alberti, Luigi Pirandello, Giorgio Manganelli e con un saggio illuminante dello storico dell’arte André Chastel, magnifiche illustrazioni della pittura europea dal XV al XVII secolo raccontano alcune delle incarnazioni artistiche del ronzante dittero, da sempre considerato molesto, fastidioso e inopportuno, ma il cui fascino ha svelato nel tempo retroscena e curiosità controverse.
E in occasione della mostra sarà pubblicato un nuovo elegante volume per le edizioni FMR che amplia notevolmente il quadro delineato nel libro del 1984, corredato come di consueto da preziose immagini di alcune delle più interessanti opere sull’argomento e con un testo di presentazione del tema a cura di Sylvia Ferino, la ristampa dello studio critico di André Chastel, un saggio storico-scientifico ed entomologico a cura di Lucia Tongiorgi Tomasi e Giuseppe Olmi (che hanno contribuito alla parte scientifica della mostra) e un approfondimento letterario di Carlo Ossola.
Le opere esposte sono prestiti importanti da prestigiose istituzioni nazionali e internazionali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, i Musei Vaticani di Roma, la Galleria Sabauda di Torino, il Musée du Louvre di Parigi, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, il National Historical Museums di Stoccolma e molti altri, oltre a numerose collezioni private e opere della Collezione Franco Maria Ricci.
Per informazioni:
Labirinto della Masone
Strada Masone 121, Fontanellato (PR)
Telefono: 0521827081
mail: labirinto@francomariaricci.com
La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10.30 alle 19, ultimo ingresso alle ore 17.30. La biglietteria è aperta fino alle 17.30. Fino al 30 giugno 2024. L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone (intero 20 euro, riduzioni indicate sul sito www.labirintodifrancomariaricci.it) che comprende anche l’accesso al labirinto di bambù e alla collezione permanente di Franco Maria Ricci.