Collezione Per Dante Alighieri Malatestiana

Cesena, Biblioteca Malatestiana, Benedetto da Cesena, De honore mulierum, Ed. Bartolomeo Zani, (Venezia 1500). Foto di Luca Bacciocchi. Benedetto, cesenate di origine, visse principalmente a Rimini alla corte di Sigismondo Pandolfo. La sua opera in terzine dantesche è sopravvissuta in tre manoscritti e in una trentina di copie dell’incunabolo. In quanto poema in terzine e descrizione di un viaggio di natura spirituale, esso fu giudicato un plagio della Commedia e più in particolare del Paradiso. La copia dell’incunabolo esposto alla mostra dantesca, venne donata alla Malatestiana nel 1563 dal gesuita Antonio Casario. Cesena, Biblioteca Malatestiana, Benedetto da Cesena, De honore mulierum, Ed. Bartolomeo Zani, (Venezia 1500). Foto di Luca Bacciocchi. Benedetto, cesenate di origine, visse principalmente a Rimini alla corte di Sigismondo Pandolfo. La sua opera in terzine dantesche è sopravvissuta in tre manoscritti e in una trentina di copie dell’incunabolo. In quanto poema in terzine e descrizione di un viaggio di natura spirituale, esso fu giudicato un plagio della Commedia e più in particolare del Paradiso. La copia dell’incunabolo esposto alla mostra dantesca, venne donata alla Malatestiana nel 1563 dal gesuita Antonio Casario.
Gigantografie di alcuni manoscritti che testimoniano la circolazione della Commedia in Toscana e in area Emiliano Romagnola. 1) Il codice Trivulziano 1080, scritto a Firenze nel 1337 dal copista professionista Francesco di ser Nardo da Barberino, è uno dei più antichi della Commedia. 2) Il manoscritto Urbinate latino 366 venne terminato il 16 marzo 1352 in area emiliano romagnola come dimostrano numerosi elementi linguistici tipici di quest’area, per esempio l’ipercorrettismo ‘meggio’ per ‘mezzo’ nel primo verso dell’Inferno. Il codice appartenne nel sec. XV ai Montefeltro. 3) Nel 1415 Pandolfo III Malatesta, padre del Novello, rimborsò a “Iohannes de Burgo” il costo delle pergamene necessarie a copiare un Dante, forse il manoscritto ora conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli (ms. XIII C 2) . Inoltre, appartenne a Sigismondo Pandolfo Malatesta, fratello di Malatesta, un magnifico codice decorato, ora conservato a Parigi (ms. Ital. 530). Gigantografie di alcuni manoscritti che testimoniano la circolazione della Commedia in Toscana e in area Emiliano Romagnola. 1) Il codice Trivulziano 1080, scritto a Firenze nel 1337 dal copista professionista Francesco di ser Nardo da Barberino, è uno dei più antichi della Commedia. 2) Il manoscritto Urbinate latino 366 venne terminato il 16 marzo 1352 in area emiliano romagnola come dimostrano numerosi elementi linguistici tipici di quest’area, per esempio l’ipercorrettismo ‘meggio’ per ‘mezzo’ nel primo verso dell’Inferno. Il codice appartenne nel sec. XV ai Montefeltro. 3) Nel 1415 Pandolfo III Malatesta, padre del Novello, rimborsò a “Iohannes de Burgo” il costo delle pergamene necessarie a copiare un Dante, forse il manoscritto ora conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli (ms. XIII C 2) . Inoltre, appartenne a Sigismondo Pandolfo Malatesta, fratello di Malatesta, un magnifico codice decorato,  ora conservato a Parigi (ms. Ital. 530).
Sezione Commenti - Il codice Malatestiano S IV 1 è un testimone tipico della scuola bolognese strettamente collegata alla produzione universitaria felsinea, dove è evidente lo stretto legame illustrativo che intercorre tra testo e decorazione. Quando la Commedia iniziò a diffondersi l’organizzazione delle pagine poté attingere a queste esperienze editoriali, come si evince nella pagina iniziale del canto XIII dell’Inferno che descrive la selva dei suicidi, dove sono combinati illustrazione, testo su due colonne e commento organizzato ‘a cornice’. Sezione Commenti - Il codice Malatestiano S IV 1 è un testimone tipico della scuola bolognese strettamente collegata alla produzione universitaria felsinea, dove è evidente lo stretto legame illustrativo che intercorre tra testo e decorazione. Quando la Commedia iniziò a diffondersi l’organizzazione delle pagine poté attingere a queste esperienze editoriali, come si evince nella pagina iniziale del canto XIII dell’Inferno che descrive la selva dei suicidi, dove sono combinati illustrazione, testo su due colonne e commento organizzato ‘a cornice’.

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ultima modifica 2021-07-26T11:35:14+01:00
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