Collezione Archivio Stato Bologna https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/multimedia/gallerie-di-immagini/collezione-archivio-stato-bologna https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/@@site-logo/logo_rer_quadrato_bianco.png Collezione Archivio Stato Bologna Bologna, Archivio di Stato, Curia del Podestà, Giudici ad maleficia, Libri inquisitionum et testium, busta 237, reg. 3, Atti relativi ai processi dal 10 dicembre 1380 al 25 maggio 1381. Sulla coperta posteriore interna il copista Talianoro Paolucci da Citerna ha vergato nella stessa scrittura e nello stesso inchiostro di tutto il registro i primi due versi della seconda egloga di Dante («Velleribus Colchis prepes detectus Eous / Alipedesque alii pulcrum Thithana ferebant»). Foto di Luca Bacciocchi Bologna, Archivio di Stato, Ufficio dei Memoriali 148, Secondo quaderno, f. 430r. Bologna (1323). Schizzo a penna vergato nel 1323 da ser Uguccione di Luca Bambaglioli, notaio della famiglia bolognese dei Bambaglioli, impiegato all’Ufficio dei Memoriali del Comune di Bologna, sul margine superiore del f. 430r del secondo quaderno del Memoriale 148 compilato dallo stesso notaio, raffigurante Dante (sulla sinistra) in atto di ricevere la corona laurea dallo Studio di Bologna (sulla destra), rappresentato dalla personificazione femminile opulenta assisa in cattedra tipica della città ricca e dotta di Bologna a partire dal XII sec. (Bononia crassa et pinguis). Foto di Luca Bacciocchi Particolare. Foto di Luca Bacciocchi Bologna, Archivio di Stato, Frammenti italiani, busta 1, Firenze (sec. XIV), frammento della Commedia. Foto di Luca Bacciocchi Bologna, Archivio di Stato, Ufficio dei Memoriali, 69, Bologna 1287. Si tratta di una tra le più antiche testimonianze del sonetto dantesco No me poriano zamay far emenda (f. 203v) conservate all’interno dei Memoriali bolognesi. Foto di Luca Bacciocchi Particolare. Foto di Luca Bacciocchi
Collezione Archivio Stato Bologna https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/multimedia/gallerie-di-immagini/collezione-archivio-stato-bologna https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/@@site-logo/logo_rer_quadrato_bianco.png Collezione Archivio Stato Bologna Bologna, Archivio di Stato, Curia del Podestà, Giudici ad maleficia, Libri inquisitionum et testium, busta 237, reg. 3, Atti relativi ai processi dal 10 dicembre 1380 al 25 maggio 1381. Sulla coperta posteriore interna il copista Talianoro Paolucci da Citerna ha vergato nella stessa scrittura e nello stesso inchiostro di tutto il registro i primi due versi della seconda egloga di Dante («Velleribus Colchis prepes detectus Eous / Alipedesque alii pulcrum Thithana ferebant»). Foto di Luca Bacciocchi Bologna, Archivio di Stato, Ufficio dei Memoriali 148, Secondo quaderno, f. 430r. Bologna (1323). Schizzo a penna vergato nel 1323 da ser Uguccione di Luca Bambaglioli, notaio della famiglia bolognese dei Bambaglioli, impiegato all’Ufficio dei Memoriali del Comune di Bologna, sul margine superiore del f. 430r del secondo quaderno del Memoriale 148 compilato dallo stesso notaio, raffigurante Dante (sulla sinistra) in atto di ricevere la corona laurea dallo Studio di Bologna (sulla destra), rappresentato dalla personificazione femminile opulenta assisa in cattedra tipica della città ricca e dotta di Bologna a partire dal XII sec. (Bononia crassa et pinguis). Foto di Luca Bacciocchi Particolare. Foto di Luca Bacciocchi Bologna, Archivio di Stato, Frammenti italiani, busta 1, Firenze (sec. XIV), frammento della Commedia. Foto di Luca Bacciocchi Bologna, Archivio di Stato, Ufficio dei Memoriali, 69, Bologna 1287. Si tratta di una tra le più antiche testimonianze del sonetto dantesco No me poriano zamay far emenda (f. 203v) conservate all’interno dei Memoriali bolognesi. Foto di Luca Bacciocchi Particolare. Foto di Luca Bacciocchi
Bologna, Archivio di Stato, Curia del Podestà, Giudici ad maleficia, Libri inquisitionum et testium, busta 237, reg. 3, Atti relativi ai processi dal 10 dicembre 1380 al 25 maggio 1381. Sulla coperta posteriore interna il copista Talianoro Paolucci da Citerna ha vergato nella stessa scrittura e nello stesso inchiostro di tutto il registro i primi due versi della seconda egloga di Dante («Velleribus Colchis prepes detectus Eous / Alipedesque alii pulcrum Thithana ferebant»). Foto di Luca Bacciocchi
Bologna, Archivio di Stato, Ufficio dei Memoriali 148, Secondo quaderno, f. 430r. Bologna (1323). Schizzo a penna vergato nel 1323 da ser Uguccione di Luca Bambaglioli, notaio della famiglia bolognese dei Bambaglioli, impiegato all’Ufficio dei Memoriali del Comune di Bologna, sul margine superiore del f. 430r del secondo quaderno del Memoriale 148 compilato dallo stesso notaio, raffigurante Dante (sulla sinistra) in atto di ricevere la corona laurea dallo Studio di Bologna (sulla destra), rappresentato dalla personificazione femminile opulenta assisa in cattedra tipica della città ricca e dotta di Bologna a partire dal XII sec. (Bononia crassa et pinguis). Foto di Luca Bacciocchi
Bologna, Archivio di Stato, Frammenti italiani, busta 1, Firenze (sec. XIV), frammento della Commedia. Foto di Luca Bacciocchi
Bologna, Archivio di Stato, Ufficio dei Memoriali, 69, Bologna 1287. Si tratta di una tra le più antiche testimonianze del sonetto dantesco No me poriano zamay far emenda (f. 203v) conservate all’interno dei Memoriali bolognesi. Foto di Luca Bacciocchi