da sinistra: Nazareno Pisauri ed Ezio Raimondi

Il Settore Patrimonio culturale ha ereditato la maggior parte delle funzioni e la sua memoria storica dall’IBC - Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, creato dalla Regione Emilia-Romagna nel 1974 e soppresso alla fine del 2020.

Come ricorda Guido Fanti, primo presidente della Regione, l’istituzione dell’IBC era uno dei “due pilastri attorno ai quali articolare il modo nuovo di governare”.
Al primo pilastro, che consisteva nel sostituire gli interventi a pioggia con una programmazione economica in grado di rispondere alle richieste di una società in crescita, si affiancava il secondo:

“creare uno strumento che, facendo tesoro dell’esperienza già sviluppata dagli enti locali, potesse arricchire l’insieme degli interventi sul territorio con la conoscenza e la rivalutazione del ricco patrimonio culturale, artistico e naturale di cui era dotata la regione, di un passato attraverso il quale conoscere il presente come garanzia per costruire bene, come volevamo, un futuro rispondente alle esigenze nuove”.
“Fu così” - conclude Fanti - “che, con l’aiuto determinante di uomini come Andrea Emiliani, Pier Luigi Cervellati, Lucio Gambi fummo in grado di presentare la legge regionale per la costituzione dell’Istituto. Fu un’esperienza esaltante, che arricchì la vita della Regione in un fecondo rapporto con Comuni e Province e rappresentò un punto di riferimento non solo nazionale”.

Per oltre 40 anni l’IBC ha operato come organo tecnico-scientifico e strumento della programmazione regionale nel settore dei beni artistici, naturali, librari e documentari, svolgendo in modo diretto, ma anche promuovendo a favore degli enti locali, attività conoscitive, operative, di indagine e di ricerca mirate alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale.

A lungo presieduto dall’italianista Ezio Raimondi e diretto dal soprintendente Nazareno Pisauri, l’Istituto, oltre ad avere esercitato le funzioni amministrative assegnate dalle “Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali” della Legge regionale 18/2000, ha avviato il processo di archiviazione e conservazione dei documenti digitali prodotti dalla Regione e dalle amministrazioni locali.

L’eredità di questa esperienza, che è stata costruita dal pensiero e dall’azione dei numerosi collaboratori succeditisi negli anni e che permane nel lavoro quotidiano del Settore Patrimonio culturale, è tuttora testimoniata da due concreti tramandi:

  • le collane editoriali realizzate nel tempo, consultabili all’interno della Mediateca intitolata a Giuseppe Guglielmi, primo direttore dell’Istituto;
  • la collezione che raccoglie tutti i fascicoli della rivista “IBC”, da cui sono stati tratti due libri dedicati alle interviste e agli articoli più significativi.

La citazione di Guido Fanti è tratta da: Valeria Cicala, Isabella Fabbri, IBC 1974-2002, “IBC”, X, 2002, 1, pp. 6-11.

Le radici dell’IBC

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