Andrea Emiliani: il patrimonio culturale come luogo del futuro

Biografia

Andrea Emiliani nasce a Predappio (Forlì) il 5 marzo 1931.
Alla fine degli anni ‘30, per seguire il padre segretario comunale, la famiglia si trasferisce a Urbino. Qui, nella piazza antistante il Palazzo di Federico da Montefeltro, vive l’adolescenza e conduce gli studi liceali.
Nel 1950 si trasferisce all’Università di Bologna dove comincerà fin da subito a frequentare l’Istituto di Storia dell’Arte. Diventa allievo di Francesco (Momi) Arcangeli, a cui rimarrà per sempre legato da profonda amicizia.
Negli stessi anni avviene l’incontro determinante con Cesare Gnudi, Soprintendente alle Belle Arti: fu l’avvio di un sodalizio che segnò la vita professionale di Emiliani, portandolo a preferire l’attività sul campo alla carriera accademica. Nel 1953, con la qualifica di “salariato permanente” viene assunto in Soprintendenza. E via Belle Arti 56, sede della Pinacoteca Nazionale, e, accanto, dell’Accademia di Belle Arti e dell’Accademia Clementina, sarà il luogo dove lavorerà e abiterà da allora per quasi settant’anni.
Da “salariato”, si occupa delle attività amministrative, segue i restauri, i lavori di rinnovamento della Pinacoteca e collabora, sotto la direzione di Arcangeli, all’organizzazione delle mostre delle Biennali d’arte antica:  da Guido Reni nel 1954 a i Carracci nel 1956; i "Maestri della pittura del Seicento emiliano" nel 1959; "L’Ideale classico del Seicento in Italia e la pittura di paesaggio" nel 1962;  cui faranno poi seguito quella sul Guercino nel 1968 e "Natura ed espressione nell’Arte bolognese ed emiliana" nel 1970.
Nel frattempo, nel 1957, trasferisce l’iscrizione all’Università di Firenze e si laurea con Roberto Longhi con una tesi su Simone Cantarini.
Entra nel ruolo degli ispettori della Soprintendenza di Bologna.
Agli anni sessanta risale l’incontro con il restauratore Ottorino Nonfarmale, suo stretto collaboratore, per decenni, nei restauri preparatori alle esposizioni e, più in generale, in quelli su pietra. Negli stessi anni si consolida l’amicizia con Elio Castagnetti, fondatore nel ‘54 della piccola casa editrice “Edizioni Alfa”. Emiliani legherà alle edizioni Alfa, diventate “Nuova Alfa”, alla morte del fondatore nell’‘83 , gran parte della propria produzione editoriale.
Divenuto, nel 1964, direttore della Pinacoteca di Bologna, si dedica, a cavallo dei due decenni, ad un’opera di censimento integrale del patrimonio della Chiesa, in particolare nelle Diocesi di Bologna e di Imola: è la prima indagine che l’organismo statale preposto alla tutela compie dal 1861 sul patrimonio chiesastico.
Dopo aver ottenuto la libera docenza nel 1970, collabora alla nascita del Dams dove insegnerà dal 1970 al 1986 e poi, successivamente al pensionamento, sperimentando un corso interdisciplinare in museografia cui affiancherà, per qualche anno, quello in Fenomenologia degli stili.
Nel 1970 collabora alla mostra sul Piano di salvaguardia del centro storico di Bologna di Pier Luigi Cervellati.
Dal 1968 al 1971 coordina, come funzionario della Soprintendenza alle Gallerie, le campagne di rilevamento fotografico, alla scoperta del territorio, in particolare delle aree appenniniche.
Sempre all’inizio degli anni ‘70 inizia la collaborazione alla redazione della Storia d’Italia Einaudi.
Dal 1973 con un gruppo raccolto intorno alla figura di Guido Fanti, primo Presidente della Regione Emilia-Romagna, progetta quello che diventerà, nel 1974, l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, e di cui ricoprirà a lungo la carica di vicepresidente.
Sempre nel 1973 porta a compimento l'acquisto da parte dello Stato di Palazzo Milzetti a Faenza, capolavoro della cultura neoclassica, poi divenuto Museo nazionale.
Nel 1975 riattiva le Biennali di Arte Antica con una esposizione dedicata a Federico Barocci.
Dopo una reggenza a Parma, nel 1978 e fino al pensionamento, diventa Soprintendente per le province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì.
In tale ruolo organizza e cura numerose mostre internazionali per la riscoperta dell'arte bolognese: nel 1979 “Il Settecento in Emilia”; nel 1986 “Nell’età del Correggio e dei Carracci” con tappe a Bologna, Washington e New York; nel 1988 “Guido Reni” a Bologna, Washington, Los Angeles e Francoforte; nel 1989-90 “Il Guercino” a Bologna, Wa­shington e Los Angeles; “Crespi” nel 1990-91 a Bologna, Stoccarda; “Ludovico Carracci” nel 1993 a Bologna e a Fort Worth-Dallas.
Nel 1980 cura la mostra “Arte e Pietà, i patrimoni culturali delle Opere Pie” in varie sedi di Bologna, a compimento delle operazioni di censimento e inventariazione dei beni condotte dall'Istituto Beni Culturali.
Fra il 1981 e il 1982 coordina i lavori di restauro del Teatro Comunale dei Bibiena a Bologna e, dalla fine degli anni ‘80, la ristrutturazione della Pinacoteca, con ampliamento degli spazi espositivi e la costruzione della sala didattica. Dell’intensissima attività di Soprintendente di quegli anni, citiamo solo l’istituzione del Centro Cesare Gnudi per la conservazione delle sculture all'aperto;  e che rende fruibile e visitabile Palazzo Pepoli Campogrande a Bologna; promuove il recupero del San Domenico a Forlì a contenitore museale ed espositivo; porta a termine l'acquisizione della collezione Sacrati Strozzi da parte dello Stato e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara.
Assieme a Paolo Leon, Giuseppe Galasso e Giovanni Emiliani, nel 1986 fonda l’Associazione Economia per la Cultura.
Nel 1991 è nominato Accademico di San Luca a Roma. E' stato Accademico dei Lincei è membro delle Accademie Raffaello di Urbino e Torricelli di Faenza. 
Ha ricevuto il premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1988, e nel 1993 il premio per la critica d'arte del Ministero per i Beni e le Attività culturali assegnato dall'Accademia dei Lincei. La città di Bologna gli ha consegnato l’Archiginnasio d’oro nel 1998.
E' stato membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.
Ha presieduto l'Accademia Clementina di Bologna, e dal 1998 l’Accademia di Belle Arti di Bologna; dal 2015 alla morte è stato presidente del Centro di documentazione delle arti moderne e contemporanee in Romagna, con sede a Imola.
Nel 1998 cura l’ultima mostra in veste di Soprintendente a Bologna, dal titolo "Simone Cantarini detto il Pesarese 1612-1648".
Al di fuori di Bologna e dell’Emilia Romagna, occorre ricordare almeno il Piano per il recupero e ristrutturazione museale di Santa Giulia a Brescia, partito alla fine degli anni ‘80 con inaugurazione avvenuta nel 1998 e la curatela, assieme ad altri, di mostre come, “Gonzaga. La Celeste Galeria” a Mantova nel 2002 e la sezione bolognese della mostra per i 150 anni dell’Unità, “La Bella Italia”, nel 2011.
Nel 2018 cura, assieme a Michel Laclotte, il volume “Opere d’arte prese in Italia nel corso della campagna napoleonica 1796-1814 e riprese da Antonio Canova”.
L’ultima sua mostra è stata la retrospettiva dedicata a “La fotografia di Paolo Monti”, tenutasi a Forlì nel 2018-2019.
Muore il 25 marzo 2019 all'età di 88 anni a Bologna.

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ultima modifica 2020-03-26T19:07:43+02:00
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