Russi, 5 secoli di storia tra immobilismo e rivoluzione
Chissà se Gaston de Foix, ventiduenne nipote e comandante dell'esercito di Luigi XII in Italia durante la guerra della Lega di Cambrai, ebbe qualche presentimento sul suo destino quando, alla vigilia della Domenica delle Palme tra il 3 e il 4 aprile 1512, in marcia sulla via di Ravenna, decise di impadronirsi del castello di Russi e ne ordinò il brutale saccheggio da parte dei suoi soldati. Il giorno di Pasqua, durante una delle battaglie più sanguinose del tempo, nonostante la vittoria delle truppe francesi, troverà la morte, trafitto da una picca che porrà fine alla sua rapidissima ascesa.
In quella notte di otto giorni prima però, era anche avvenuta molto probabilmente la completa distruzione di ogni precedente memoria documentaria dell’antico Comune di Russi, il cui archivio infatti presenta atti soltanto a partire dal 1515.
La documentazione conservata dall'Archivio storico del Comune di Russi ci tramanda gli ultimi cinque secoli della storia millenaria di questa comunità, la cui esistenza è attestata fin dall’epoca romana. Le serie più antiche, gli Acta civilia e Acta criminalia del governatore, gli atti del Consiglio generale, insieme ai memoriali degli Anziani e alla corrispondenza, ci parlano di una comunità d’antico regime pontificio ormai amministrata stabilmente secondo un assetto socio-economico che resterà pressoché immutato per circa tre secoli.
Saranno ancora una volta truppe francesi a portare un brusco cambiamento: nel marzo 1797 anche a Russi fu istituita una Municipalità che seguì le vicende della Repubblica Cisalpina e Italiana e del Regno d'Italia napoleonico: negli atti conservati osserviamo il recepimento delle innovazioni amministrative introdotte dai nuovi governi rivoluzionari, come ad esempio l’istituzione dello stato civile e la gestione dei beni delle corporazioni religiose soppresse. Nell’Ottocento poi Russi si contraddistinse per l’adesione agli ideali patriottici e risorgimentali: qui nacquero personalità e uomini politici di primo piano come Domenico Antonio Farini, il nipote Luigi Carlo e Alfredo Baccarini.
A circa sessant’anni dal primo intervento ad opera di Giuseppe Plessi, che ne ha configurato solidamente la struttura, l’Istituto Beni Culturali ha promosso un nuovo intervento di riordino e descrizione relativo all’Archivio storico del Comune di Russi dal 1515 al 1963 e agli archivi aggregati, i cui inventari sono ora consultabili nel sistema informativo regionale IBC Archivi.
L’archivio infatti prosegue poi con gli atti postunitari fino ad oggi e comprende anche la documentazione aggregata: l’Ente comunale di assistenza, il Comitato comunale dell’Opera nazionale maternità e infanzia, il Patronato scolastico, i comitati comunali dell’United nations relief and rehabilitation administration e dell’Amministrazione per gli aiuti internazionali attivi nell’immediato secondo dopoguerra.
Gli archivi sono conservati presso il Centro culturale polivalente cittadino e sono gestiti dalla Biblioteca comunale, cui sono pervenuti nei decenni anche alcuni significativi fondi privati tra cui la Collezione Baccarini.