mercoledì,  18 ottobre 2023

Biennale Foto/Industria 2023: GAME, l'industria del gioco in fotografia

A Bologna la sesta edizione dell'unica biennale al mondo di fotografia dell'industria e del lavoro. L’industria del gioco è il tema scelto: un percorso fotografico in 12 mostre, diffuso nel centro storico e al MAST. Prorogata fino al 3 dicembre 2023

Visioni sul tema del gioco a partire dalla fine dell'Ottocento fino ai nostri giorni, dai giochi per bambini ai luna park, dai casinò ai giochi di ruolo, fino ai videogame. E' quello che propone "GAME", tema del percorso fotografico declinato in 12 mostre nell'ambito della sesta edizione di Foto/Industria, l'originale rassegna, in corso a Bologna dal 18 ottobre prorogata fino al 3 dicembre 2023, che celebra anche i dieci anni di Fondazione MAST.

Il direttore artistico, Francesco Zanot, ha selezionato 11 artisti di fama internazionale, tra cui alcuni giovani emergenti e protagonisti della scena mondiale, che hanno liberamente indagato il tema del gioco in tutte le sue implicazioni, con esiti di straordinaria rilevanza e attualità. Undici mostre personali a cui si affianca una mostra collettiva, "Automated Photography", una ricerca sul ruolo sempre più crescente delle macchine nella creazione di immagini e di universi virtuali.

Le mostre

Il percorso parte dal MAST che, dal 25 maggio scorso ospita la mostra di Andreas Gursky (Lipsia, Germania, 1955) dal titolo Visual Spaces of Today. Nelle sue opere di grande formato i luoghi contemporanei fotografati sembrano portarci oltre il reale, come fanno i giochi e i videogiochi.
Segue Olivo Barbieri (Carpi,1954) con Flippers al Museo Civico Archeologico (Via dell'Archiginnasio, 2). Nel 1977 Barbieri scopre un deposito abbandonato di flipper nei pressi dalla propria abitazione e ne fotografa ogni angolo e ogni prospettiva.  Il Museo Archeologico ospita anche Las Vegas di Daniel Faust (1956). L'artista ha fotografato per oltre tre decenni la città in continua trasformazione, dove niente sembra vero, ma lo è.

Allo Spazio Carbonesi (Via de' Carbonesi, 11) troviamo Reach Capacity di Ericka Beckman (Hempsted, New York, USA, 1951), una videoinstallazione dove il sistema predatorio del mercato immobiliare prende le sembianze di un gioco. Nella Biblioteca d'arte e di storia San Giorgio in Poggiale/Genus Bononiae (Via Nazario Sauro, 20/2) c'è La salle de classe di Hicham Benohoud (Marrakech, Marocco, 1968). Tra il 1994 e il 2000 l'artista ha lavorato come insegnante d’arte in una scuola di Marrakech e, come in un gioco, ha trasformato l'aula in un improvvisato studio fotografico dove protagonisti erano gli studenti. Al MAMbo (Via Don Minzoni, 14) Cécile B. Evans (1983), artista di origine americana e belga, propone una videoinstallazione, dal titolo Reality or Not, che mette in discussione la possibilità di distinguere tra reale e virtuale.

A Palazzo Boncompagni (Via del Monte, 2) Linda Fregni Nagler (Stoccolma, Svezia, 1976) propone Playgrounds, una serie di immagini di parchi giochi ripresi durante la notte che, perdendo la loro funzione, si trasformano in qualcosa d’altro. La sede UniCredit di Palazzo Magnani (Via Zamboni, 20) ospita Carlo e Luciana di Erik Kessels (Roermond, Paesi Bassi, 1966). L'artista nei suoi progetti si basa su immagini preesistenti, in questo caso sugli scatti di una coppia di coniugi di Vignola che viaggia il mondo fotografandosi. Alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna / Palazzo Paltroni (Via delle Donzelle, 2) Danielle Udogaranya (Londra, Regno Unito, 1991), meglio nota come Ebonix, esperta di gaming e artista 3D, in Seeing me, Seeing you, Seeing us crea avatar digitali di categorie sociali ancora senza volto per restituirgliene uno e poter finalmente entrare a far parte del gioco.

Negli spazi di Alchemilla a Palazzo Vizzani (Via Santo Stefano, 43) Raed Yassin (Beirut, Libano, 1979) ricorda il periodo in cui, ancora bambino, cantava con la madre in occasione di alcune feste religiose nel sud del Libano. in Ghost Karaoke il karaoke diventa narrazione e insieme elaborazione di eventi passati. Con il tedesco Heinrich Zille (1858-1929) torniamo invece agli inizi del 1900 e alle divertenti, allegre e folli fiere berlinesi. I soggetti sono le giostre sfavillanti di luci e di colori, le insegne vistose, le facciate dei teatri piene di manifesti, l’immondizia, le vetture dei giostrai. Solo nel 1966, 37 anni dopo la sua morte, viene scoperta nel suo vecchio appartamento di Berlino-Charlottenburg la sua straordinaria collezione di stampe d'epoca e negativi su vetro, e la sua opera fotografica, fino a quel momento del tutto sconosciuta, ha cominciato a ricevere attenzione in tutto il mondo. E' alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna / Casa Saraceni (Via Farini, 15).

Il viaggio si chiude all'ex Chiesa di San Mattia (Via Sant'Isaia, 14/a) con la mostra collettiva Automated Photography, organizzata in collaborazione con l’ECAL/University of Art and Design di Lausanne. Il suo Master in Fotografia offre agli studenti l’opportunità di ampliare i confini della ricerca applicata sulla fotografia contemporanea ponendo l’accento sulla smaterializzazione dell’immagine attraverso la manipolazione digitale, la 3D Computer Generated Imagery, la realtà virtuale e aumentata e l’intelligenza artificiale. 

La Biennale Foto/industria 2023 è anche un ampio programma di talk, proiezioni, presentazioni e workshop per il pubblico. Il catalogo della Biennale è pubblicato da Fondazione MAST.
L'ingresso è gratuito. Tutte le mostre sono aperte dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.
Per maggiori informazioni:
https://www.fotoindustria.it/ 

 

Azioni sul documento

ultima modifica 2023-11-23T13:24:31+02:00
Questa pagina ti è stata utile?

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina