giovedì,  3 marzo 2022

Dalla pittura al cinema, le "folgorazioni figurative" di Pasolini

Nell’anniversario dei 100 anni dalla nascita di PPP, una mostra a Bologna indaga il rapporto tra il suo cinema e la grande tradizione pittorica italiana. Fino al 16 ottobre, nei nuovi spazi del Sottopasso di piazza Re Enzo

"L'ora è confusa, e noi come perduti la viviamo", scriveva Pier Paolo Pasolini in Una polemica in versi del 1956, e mai come oggi questa frase appare profetica. Così come risuonano tristemente familiari i frame dal film La rabbia (1963) che riportano a un clima di guerra, attraverso il montaggio di materiale di repertorio curato dallo stesso Pasolini insieme a Giovannino Guareschi, ben visibili nell’esposizione Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni Figurative, in corso a Bologna, nei rinnovati spazi del Sottopasso di Piazza Re Enzo, fino al 16 ottobre 2022.

Passato e presente, medioevo e anni Sessanta-Settanta del Novecento, si intrecciano nell'esposizione promossa dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito delle celebrazioni del Comune di Bologna e di quelle del Comitato nazionale per il Centenario della nascita di Pasolini, e curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli. 

In una maniera unica e originale nella storia italiana, le grandi opere della storia dell’arte e il cinema hanno avuto un rapporto fecondo grazie all’amore di Pier Paolo Pasolini per l’arte, una passione che ne condizionò tutto l’impianto visivo cinematografico. Renzo Renzi scrive che “Pasolini riconobbe un giorno che era stato Roberto Longhi, il grande critico d'arte, a produrre in lui la folgorazione figurativa negli anni dell'università.” Le lezioni di Roberto Longhi seguite dal giovane intellettuale nelle aule di via Zamboni 33 cambiarono per sempre lo sguardo di Pasolini; questa prospettiva viene restituita nella mostra, mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film pasoliniani, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975. I riferimenti artistici individuati nei fermoimmagine dei film sono impressionanti, così come l’uso del colore copiato dai manieristi del ‘500 o la luce mutuata da Masaccio. Lo stesso Pasolini realizzò alcuni disegni che dialogano con i film e le riproduzioni delle opere dei grandi maestri d’arte italiana.

Folgorazioni figurative si arricchisce anche di molte fotografie di scena, provenienti dai fondi della Cineteca di Bologna e del Centro Cinema Città di Cesena. Quest'ultimo promuove anche a Lione (28 febbraio-16 aprile) e a Bratislava (3-30 marzo), due mostre con le foto realizzate sui set di "Uccellacci e uccellini" e “Mamma Roma”.

La città di Bologna, che diede i natali a PPP, promuove costantemente lo studio critico del lavoro poliedrico dell’intellettuale grazie al Centro Studi Pasolini, di cui è stato riordinato e inventariato nel 2018 l’archivio dell’Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini.

Su Radio Emilia-Romagna è disponibile una selezione di podcast dedicati alla figura di Pasolini:

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