mercoledì,  6 luglio 2022

Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive

Al palazzo del Governatore di Parma una mostra celebra l’ultima fase produttiva di Remo Gaibazzi (1915-1994). Le sue sperimentazioni dialogano con quelle di altri artisti, tra cui Isgrò, Boetti, Novelli e Castellani

"Un parigino in esilio sul Battistero":  così il critico Carlo Quintavalle ha definito il pittore Remo Gaibazzi (Stagno di Roccabianca (PR), 1915 – Parma, 1994). Siamo di fronte a un artista che aveva scelto di lavorare e vivere in una città di provincia, rifiutando di entrare nel circuito del mercato dell’arte e delle grandi gallerie nazionali, ma che è sempre stato in sintonia con la ricerca pittorica più avanzata dei suoi tempi, e che oggi finalmente trova una collocazione più adeguata nel panorama della pittura italiana del dopoguerra. 
Gaibazzi ha saputo sempre coniugare la ricerca all’impegno sociale. Si è sempre battuto affinché il suo lavoro avesse un significato civile all’interno del contesto in cui operava, la città di Parma, ponendo al centro della sua poetica il tema del lavoro, unitamente ad una partecipazione attiva alla vita politico culturale cittadina, basti ricordare il suo coinvolgimento nella battaglia per la chiusura dei manicomi o i suoi interventi sulla sistemazione di Piazzale della Pace. Per il suo impegno nel 1990 fu insignito del Premio Sant’Ilario, l’alta onorificenza conferita dal Comune di Parma a coloro, che con la propria attività, hanno in qualsiasi modo contribuito a rendere migliore la vita dei singoli e della comunità o ad elevare il prestigio della città, distinguendosi nel campo delle arti, delle scienze, dello sport, dell'industria o della solidarietà.

Remo Gaibazzi oggi torna alla ribalta con questo nuovo appuntamento espositivo al palazzo del Governatore di Parma fino al 24 luglio 2022. Organizzata dall' Associazione Remo Gaibazzi e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, l'esposizione rappresenta la conclusione di un ciclo di mostre dedicato ai vari periodi della produzione dell’artista, avviato nel 1996 a cura dello CSAC dell'Università di Parma e proseguito nel 2002 a palazzo Pigorini, con un'antologica incentrata sui suoi primi quarant’anni di lavoro.
Qui si prende in considerazione l’ultima fase produttiva dell'artista che va dal 1979 al 1993 per permettere un approfondimento della sua ricerca: al primo piano del palazzo vengono esposte le  opere del periodo definito della “scrittura” in cui la parola lavoro viene espressa in tutte le declinazioni di tecniche e superfici (dalla stoffa ai fazzolettini Kleenex, dal plexiglas alla carta e alle veline). Dalla seconda metà degli anni settanta alla morte ha enucleato il tema del lavoro (parola ripetuta ossessivamente) presentandolo in modi tali da farlo diventare occasione per sperimentare le raffinatezze infinitesimali della pittura, del colore, della struttura geometrico-compositiva, dei rapporti.

Al secondo piano il lavoro dell'artista, esaltato da un pregevole allestimento, si confronta con quello di altri artisti di rilievo nazionale e internazionale che hanno sperimentato l'uso della scrittura (o dei numeri) nelle arti visive nella seconda metà del Novecento. Sono presenti opere di Roman Opalka, Emilio Isgrò, Alighiero Boetti, Gastone Novelli, Enrico Castellani, Dadamaino, Vincenzo Agnetti, e altri ancora, a comporre un dialogo, affrontato per temi, con le opere di Gaibazzi: il segno come materia; la scrittura come variazione del tempo; ripetizione e ritmo; la scrittura e la sua negazione; il fare/il lavoro; la leggerezza del visibile; moltiplicazione, caso e necessità; l'azione, il divenire, l'essere e il tempo; il colore come scrittura; memoria e oblio.

La mostra è curata da Francesco Tedeschi e Andrea Piazza. Il catalogo a cura di Andrea Calzolari e Francesco Tedeschi edito da MUP – Parma, con testi di Andrea Calzolari, Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti e con una vasta antologia della critica.

L'ingresso è libero dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato e domenica orario continuato dalle 9.00 alle 19.00. Lunedì chiuso

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