mercoledì,  13 luglio 2022

La memoria infedele. La seduzione delle immagini da de Chirico a Schifano

Al Castello Estense di Ferrara una mostra dossier rievoca una stagione artistica e culturale che nel secondo Novecento coincide per molti artisti con una rinnovata fascinazione per le arti figurative, partendo dall'esempio precursore di Giorgio de Chirico

La mostra in corso nella Sala dei Comuni del Castello Estense, a cura di Chiara Vorrasi, presenta una selezione di 12 opere tra dipinti, sculture e opere su carta, che raccontano un importante capitolo di storia dell'arte del secondo Novecento in Italia.  E' quello in cui molti artisti, a partire dagli anni Settanta, tornano a farsi "sedurre" dalle immagini del passato. L'infinito repertorio di modelli figurativi a disposizione diviene un utile alleato per interpretare la complessità di una nuova era, quella della comunicazione di massa. E l'artista tende a riappropriarsi delle tradizionali pratiche della pittura e della scultura, messe al bando dalle avanguardie. Un "ritorno al mestiere"  che vede come precursore e artefice Giorgio de Chirico, a cui è dedicata l'apertura del percorso espositivo. Le sue opere "citazioniste" degli anni Cinquanta-Settanta rileggono l'esuberanza pittorica del barocco e danno nuova vita ai manichini della produzione metafisica degli anni Dieci. Il suo esempio si impone alle generazioni più giovani, come nel caso di un protagonista internazionale della stagione pop quale Mario Schifano, presente in mostra con le sue iconiche riletture di monumenti equestri, o delle ninfee care a Monet (Senza titolo, del 1978,  e Acquatico, del 1988).  Remo Bianco con Scultura calda (1965) propone un torso classico riscaldato elettricamente, invitando lo spettatore a percepire in modo diverso l'opera d'arte; a sua volta Carlo Mattioli negli anni Ottanta dipinge un paesaggio che si condensa in un albero stilizzato e Paola Bonora con il suo lavoro Senza Titolo, del 1996, chiude il secolo con un enigmatico ritratto maschile, il cui volto è tagliato fuori dall'inquadratura. 
La memoria infedele (La memoire infidèle), che dà il titolo all'esposizione in corso fino al 27 dicembre 2022, è un opera del 1979 di Leonor Fini: un misterioso damerino in costume settecentesco osserva un altro dipinto della stessa autrice, Crepuscolo del mattino, anch'esso presente in mostra e denso di rimandi all'arte rinascimentale, barocca e simbolista. Ma l'opera riprodotta all'interno del quadro non è fedele all'originale e non può esserlo: rievocare il passato, seppure prossimo (le due tele sono state realizzate lo stesso anno), significa sempre mutarne il significato. 
La maggior parte delle opere presenti in mostra, esattamente 9 su 12, appartiene alla ricca collezione privata (circa 200 pezzi) di Franco Farina (direttore della Civica Galleria d’Arte Moderna e del polo espositivo di Palazzo dei Diamanti dagli anni Sessanta agli anni Novanta) che nel 2019 è stata donata alla città dalla vedova, Lola Bonora
La mostra è stata realizzata dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

Tutte le info per organizzare la visita sul sito: https://www.castelloestense.it/

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