giovedì,  21 luglio 2022

Jacopo Valentini "Concerning Dante - Autonomous Cell"

Al Museo Civico Medievale di Bologna un progetto fotografico, in dialogo con le collezioni esposte, ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali e letterari di Dante

Concerning Dante - Autonomous Cell di Jacopo Valentini  è un progetto fotografico che ripercorre lungo l'Italia i viaggi reali compiuti dal Sommo Poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia. E non è un caso che l'esito di questo progetto sia esposto al Museo Civico Medievale di Bologna fino al 18 settembre 2022. Lungo i tre piani del Museo le opere di Valentini dialogano a perfezione con la collezione permanente, ne è un esempio eloquente l'incontro con la statua di papa Bonifacio VIII, protagonista nei rivolgimenti politici che provocarono l'esilio del poeta. 

Ritornando alle immagini, sono tre i luoghi simbolici  che l'autore interpreta come varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova è ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po è invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma è stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale.

Valentini nella sua ricerca ci mostra inoltre come l'influenza del testo letterario sia capace di condizionare la percezione dei luoghi e del paesaggio. A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg.  

La prima opera riletta visivamente da Valentini è il Dante Istoriato di Federico Zuccari (1539-1609), che nella seconda metà del Cinquecento realizzò una sorta di libro d’artista, dove le immagini diventano il centro della narrazione. La gamma cromatica adottata dal pittore in ogni cantica ne accentua il pathos visivo, come emerge nelle tavole dell’Inferno realizzate a matita. Nella sequenza iconografica del libro, Valentini colloca i disegni dell’artista urbinate tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realtà.

Il secondo contributo è quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia. L’occasione fu il celebre concorso del 1900 per l’edizione Alinari, snodo cruciale per la figurazione del poema dantesco perché aprì a una pluralità di declinazioni autoriali moderne con il solo vincolo della riproducibilità tecnica (non a caso era promosso dalla ditta della celebre dinastia di fotografi), agendo così da elemento capace di proiettare ulteriormente il testo nella cultura di massa. Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove è conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo.

La terza presenza autoriale è quella dell’artista statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezionò la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello. Nella tavola Malebolge, “transfer drawing” dedicato all’ottavo cerchio dell’Inferno, gli atleti che campeggiavano sulle pagine di “Sports Illustrated” diventano personaggi della Commedia: Virgilio ha le fattezze di un tennista, mentre i giganti sono tre lottatori sul podio. Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualità e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l’universalità del poema dantesco.

Tra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de La Divina Mimesis di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia uscito postumo nel 1975, che all’interno della mostra è una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.

Il progetto è corredato da un’iniziativa editoriale di Humboldt Books.  L’omonimo volume presenta il lavoro fotografico nella sua interezza ed è corredato da testi in italiano e inglese dello storico della letteratura Claudio Giunta e del curatore della mostra Carlo Sala

Le opere di Jacopo Valentini (nato a Modena nel 1990, vive e lavora tra Modena e Milano) sono esposte in istituzioni pubbliche e private. Una sua opera (A triptych from the series Vis montium) è stata acquisita nel 2020 dalla Regione Emilia-Romagna a seguito di un bando  rivolto agli artisti under 40 ed è oggi parte della collezione d'arte contemporanea regionale.

Tutte le informazioni per visitare la mostra al Museo Civico Medievale sono disponibili sul sito: 
http://www.museibologna.it/arteantica/documenti/53061

 

 

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