mercoledì,  31 maggio 2023

Viaggio verso l’ignoto. Lucio Saffaro tra arte e scienza

A Bologna, a palazzo Fava-Genus Bononiae, una mostra dedicata a Lucio Saffaro (Trieste 1929 - Bologna 1998), pittore, scrittore, poeta e matematico tra i più originali della cultura e dell’arte italiana del secondo Novecento. Fino al 24 settembre 2023

Lucio Saffaro è una figura totalmente autonoma rispetto al mondo della cultura e dell’arte. Difficilmente classificabile, compie la sua ricerca solitario e appartato rispetto alle principali correnti artistiche e culturali del secondo Novecento. Si trasferisce con la famiglia a Bologna nel 1945 e resterà per sempre legato alla città felsinea. Giovane, si iscrive all’Università laureandosi in Fisica pura, continuando parallelamente a coltivare i suoi interessi artistici, letterari e filosofico-speculativi.

Sempre alla ricerca di un linguaggio raffinato e plurale, rifiutando la definizione di "artista-matematico", Saffaro ha saputo fondere la sua profonda cultura scientifica con l’indagine pittorica e grafica di forme simboliche legate agli enigmi dello spazio e del tempo. Nel suo lavoro, fondamentale è l’approfondimento della relazione tra il mondo classico e il sapere moderno. Con una spiccata attitudine a collegare la memoria del passato alla consapevolezza del tempo presente, l’autore proietta con forza visionaria l’immagine del futuro, cogliendo i complessi legami tra l’antico e il contemporaneo.

La mostra offre la possibilità di seguire le molteplici dimensioni esplorate da Saffaro nel corso della sua singolare ricerca pittorica e grafica: identificazioni simboliche, monumenti e ritratti immaginari, visioni allegoriche, poliedri, dodecaedri e tetraedri canonici, dimensioni del pensiero creativo, immagini metafisiche ed emblemi del tempo infinito.

Il percorso espositivo si apre con le immagini che caratterizzano il periodo degli anni Cinquanta, evocanti scenari indeterminati e surreali dominati da presenze fantasmatiche. Le figure rappresentano personaggi enigmatici che abitano luoghi misteriosi. Sono “presenze” inquiete, che si aggirano tra architetture irreali e atmosfere senza tempo; figure iconografiche come quella che ricorda una sorta di cavaliere che impugna il pennello al posto della spada, e sfida il campo delle idee terrene per innalzarsi a un livello di comprensione superiore, non necessariamente dominato dal pensiero razionale.

Nel corso degli anni Sessanta, Saffaro inizia a indagare il rapporto tra arte e scienza: i codici scientifici dialogano con gli strumenti della fantasia, le strutture matematiche sconfinano oltre le misure spazio-temporali, i ritmi costruttivi si aprono all’irrazionale. Lo specchio, il labirinto, l’infinito, sono i temi di ricerca che l’artista sviluppa in questo periodo.

I teoremi logico-prospettici sono caratterizzati da una compostezza geometrica che si avvale di molteplici elementi costruttivi: archi tangenti e movimenti ondulatori, piani concavi e convessi, strisce convergenti e intersezioni asimmetriche. Nelle opere degli anni Settanta la tensione prospettica accompagna i flussi avvolgenti del sogno, le forme simmetriche sono turbate dalle ondulazioni del desiderio, i procedimenti razionali dialogano con la dimensione del dubbio.

Dalla metà degli anni Sessanta, l’introduzione dei “poliedri” assume una rilevanza non solo di natura matematica, ma anche di carattere esistenziale; infatti, essi non sono solo frutto di calcoli matematici, ma provengono anche dalla dimensione del sogno. L’immaginario geometrico di Saffaro riflette le sfaccettature del pensiero polidimensionale, la pluralità delle fonti iconografiche e la proiezione delle forme nello spazio cosmico.

Insieme alle opere pittoriche e grafiche è esposta anche una selezione di cataloghi monografici e di libri realizzati da Saffaro durante la sua carriera. Completa la rassegna una sezione composta da alcune fotografie inedite di Nino Migliori, ritrovate di recente, le quali ritraggono l’amico triestino negli anni Settanta. Viene infine presentato il documentario Lucio Saffaro. Le forme del pensiero, realizzato nel 2014 dal regista Giosuè Boetto Cohen, con le narrazioni di amici e studiosi: Maurizio Calvesi, Flavio Caroli, Federico Carpi, Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore, Michele Emmer, Piergiorgio Odifreddi, Riccardo Sanchini, Luigi Ferdinando Tagliavini, Walter Tega e Gisella Vismara. A questi contributi si aggiungono i preziosi film di famiglia che permettono di entrare nella dimensione intima e privata dell’autore.

Disponibile un catalogo pubblicato dalla casa editrice Bologna University Press con i contributi critici di Gisella Vismara (consulente scientifica della Fondazione Saffaro), Bruno D’Amore (critico d’arte e matematico) e di Claudio Cerritelli (già docente di storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera).

Dal 2021, 140 opere (7 olii, 40 litografie incorniciate e 93 disegni) dell’artista sono esposte al Museo del cielo e della terra di San Giovanni in Persiceto in modo permanente.

Per informazioni:
https://genusbononiae.it/mostre/viaggio-verso-lignoto-lucio-saffaro-tra-arte-e-scienza/

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ultima modifica 2023-08-03T18:06:36+02:00
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