venerdì,  10 novembre 2023

Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo

Dopo Comacchio e Ferrara, a Roma una mostra chiude le celebrazioni per il centenario della scoperta di Spina, la più importante città etrusca dell'Adriatico. Dal 10 novembre 2023 al 7 aprile 2024

A Roma al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia la terza e ultima tappa delle celebrazioni per il centenario di Spina, la più importante città etrusca dell'Adriatico, riscoperta nei pressi di Comacchio esattamente il 3 aprile 1922, dopo che per secoli era rimasta poco più di una leggenda persa nel tempo, nonostante diverse fonti letterarie ne avessero testimoniato la grandezza e la fama che la resero, tra la fine del VI e il principio del III secolo a.C., il porto etrusco più importante dell'Adriatico e uno dei più influenti dell'intero Mediterraneo.
La bonifica della Valle Trebba e gli scavi di Valle Pega portarono finalmente alla luce oltre quattromila sepolture e uno dei più importanti nuclei al mondo di ceramiche di importazione attica. E non è un caso. La fortuna di Spina arriva al suo apice intorno al 530-520 a.C. grazie anche al progressivo spostamento del baricentro commerciale dei rapporti col mondo greco, in particolare con quello ateniese, dal Tirreno all’Adriatico. Da terribili pirati, meritevoli di essere mutati da Dioniso in delfini per aver addirittura ostato rapirlo, gli Etruschi/Tirreni diventano in quel periodo interlocutori privilegiati dei Greci, tanto da ammettere Spina, alla pari con altre città elleniche, nel recinto sacro di Delfi, insieme a Caere (Cerveteri) con l'annesso porto di Pyrgi, "gemello" di Spina sul Tirreno. 
Adriatico e Tirreno, Spina e Pyrgi, porti strategici che intrecciano le loro vicende con le dibattute origini degli Etruschi. Immaginario mitico e storia condivisa si uniscono quindi e si raccontano nella mostra "Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo" attraverso oltre 700 opere, provenienti da istituti culturali italiani ed esteri, in dialogo con gli oggetti delle collezioni permanenti e dei depositi del Museo. Fra i prestiti inediti, per la prima volta in Italia il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene con l’apoteosi di Eracle. 
E' l’hydria con il mito della metamorfosi in delfini dei pirati tirreni  a fare da immagine simbolo della mostra, un immaginario che restò sempre forte nei Greci. Il loro riscatto avvenne nel segno di Dioniso, come potrebbe attestare la scena di sacrificio raffigurata sulla celebre Hydria Ricci, parte delle collezioni del Museo, e la loro capacità di competere in tutto il Mediterraneo nella produzione e nel commercio del vino, bevanda civilizzatrice per eccellenza. Le capacità commerciali degli Etruschi sono ben rappresentate anche da una inedita selezione di anfore da trasporto dai depositi del Museo di Villa Giulia, confrontate con quelle importate a Spina.

Il percorso espositivo
La mostra prende avvio dalla scoperta di Spina, con immagini e gli appunti originali di Francesco Proni, redattore dei giornali di scavo. Si analizza poi il paesaggio del Delta del Po, un paesaggio inquieto "domato" dagli Etruschi grazie alla loro straordinaria perizia idraulica. Dal mito si passa alla storia: la leggenda dell'arrivo dei Pelasgi - popolazioni preelleniche della Grecia -  a Spina e la loro diffusione nel resto dell'Etruria, fa dire a storici come Ellanico, nel V secolo, che proprio da questi discendessero i Tirreni, ipotizzando così una comune origine, ulteriore giustificazione all'incremento dei rapporti economici e commerciali tra Etruschi e Greci, in particolare Ateniesi.
Dopo aver assistito idealmente alla nascita di Spina, si entra nel vivo delle attività economiche del porto del Delta, con ricostruzioni video che lo confrontano con i più moderni scali commerciali contemporanei e , in una sala successiva, con il gemello porto di Pyrgi.
Dallo spazio dei vivi si passa a quello dei morti per un'analisi della società attraverso le necropoli. In mostra una selezione degli oltre 4000 corredi funebri provenienti da Spina, a confronto con altri esempi in Etruria. Anche in questo caso è testimoniata l'adesione da parte delle élite egemoni a modelli della cultura ellenica. La penultima sala è dedicata alla cerimonia funebre, con approfondimenti sulle modalità di sepoltura e sulle azioni rituali.
L'ultima sezione, dal titolo "Spina, che ora è solo un villaggio..."riprende le parole di Strabone che testimoniava, già al tempo dell'imperatore Augusto, la lenta fine di Spina, avviata con l'arrivo di Roma e la fondazione di Rimini nel 268 a. C.,  e la sua progressiva scomparsa dalla memoria collettiva.

La mostra è aperta dal 10 novembre 2023, con apertura straordinaria dalle 20, al 7 aprile 2024.
Per tutte le informazioni:
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Piazzale di Villa Giulia 9 Roma
www.museoetru


SPINA100
Il progetto del Centenario di Spina, fortemente voluto dal Ministero della Cultura ha già previsto diverse iniziative scientifiche e divulgative coordinate dal Comitato Promotore e dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, in collaborazione con istituti territoriali del Mic, enti locali e università, fra cui la Direzione regionale Musei Emilia Romagna e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con le amministrazioni locali, ovvero il Comune di Comacchio, il Comune di Ferrara e Regione Emilia Romagna, e le Università nazionali e internazionali che da anni effettuano ricerche e scavi sull’insediamento antico: l’Università di Bologna, l’Università di Ferrara e l’Università di Zurigo.
Il progetto è racchiuso e raccontato nel sito web www.spinacento.it/

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ultima modifica 2023-11-13T13:55:51+02:00
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