venerdì,  17 febbraio 2023

Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

La mostra inaugura la nuova stagione espositiva di Palazzo dei Diamanti, dopo il complesso intervento di restauro e di riqualificazione che ha coinvolto l’edificio. Dal 18 febbraio al 19 giugno 2023

Non potevano avere una più degna riapertura le nuove sale espositive di palazzo dei Diamanti a Ferrara. Qui rivivono i fasti della corte estense, a distanza di novant'anni dalla celebre esposizione della pittura ferrarese del Rinascimento, con decine di opere provenienti dai principali musei del mondo e due protagonisti principali, Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa.

L'esposizione si articola in dieci sezioni e prende il suo avvio ideale durante il governo di Borso d'Este, che dura circa vent'anni, dal 1450 al 1471. Uno degli episodi più rilevanti della sua committenza è la decorazione del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, eseguita tra il 1469 e il 1470. E qui esordisce il giovane Ercole de’ Roberti. A quel tempo Ercole è molto giovane, forse nemmeno ventenne, ma nel mese di Settembre brucia le tappe assimilando le maniere dei pittori presenti nel cantiere e plasmandole in forme nuove e originali. 
L’artista di maggiore caratura tra quelli operanti nel Salone dei Mesi è Francesco del Cossa, responsabile di Marzo, Aprile e Maggio. Il primo a rendersene conto è lui stesso, che in una celebre lettera del 25 marzo 1470 chiede a Borso che il suo talento venga riconosciuto anche a livello economico. La risposta negativa del duca provoca il suo trasferimento a Bologna: insieme a lui si trasferisce anche Ercole, che aveva avuto modo di apprezzare l’arte di Francesco sui ponteggi di Schifanoia. I due pittori, insieme, realizzano il polittico per Floriano Griffoni nella chiesa bolognese di San Petronio, la più importante della città. Francesco del Cossa muore poco più che quarantenne proprio a Bologna, nel 1478. Per Ercole de' Roberti quest'epoca coincide con la prima maturità, testimoniata in mostra da un numero davvero eccezionale di opere, oltre venti. C'è anche il celebre frammento con la Maddalena piangente, una delle immagini più celebri del Quattrocento, proveniente dagli affreschi della cappella Garganelli dell'antica cattedrale di San Pietro a Bologna, purtroppo distrutti con la ricostruzione della chiesa nel 1601.
Ercole de’ Roberti trascorre gli ultimi dieci anni della sua vita a Ferrara, come pittore di corte degli Este, ai quali lo unisce un legame che va oltre il semplice rapporto professionale. E' di questo periodo la Porzia proveniente da Fort Worth, in Texas, che è l'immagine manifesto della mostra. Tra le opere più notevoli in mostra, la preziosa Madonna con il Bambino della Gemäldegalerie di Berlino, e le quattro tavole della National Gallery di Londra, che per la prima volta lasciano tutte assieme il museo inglese. L’ultima impresa di Ercole, mai portata a termine, è il monumento equestre del duca, che sarebbe dovuto sorgere al centro dell’attuale piazza Ariostea: ne rimane il basamento scolpito su suo disegno, a dimostrazione di un’abilità tecnica non limitata alla sola pittura.
Ercole muore nel maggio del 1496, a soli 45 anni. 
Il vero erede di Ercole de’ Roberti, l’unico artista in grado di comprenderne e riadattarne lo stile ai tempi che andavano rapidamente mutando, è il ferrarese Lorenzo Costa. Questi si trasferisce a Bologna con la famiglia nel 1483, e al pari di Ercole è attivo tanto per il centro felsineo quanto per la città natale. In mostra sono eccezionalmente esposte quindici opere, eseguite in poco più di un decennio.
Al rientro di Ercole a Ferrara, Lorenzo Costa gli era subentrato come artista prediletto dei Bentivoglio: oltre ai dipinti per la cappella gentilizia, egli soddisfa anche le commissioni delle famiglie vicine ai signori, e nel 1492 licenzia la celebre pala per i Rossi, nella chiesa di San Petronio. 
Con la cacciata dei Bentivoglio da Bologna, nel 1506, si chiude per sempre una stagione. Costa riallaccia i rapporti con Isabella d’Este, che già da un anno gli aveva commissionato un dipinto per il suo studiolo. Approfittando anche del vuoto lasciato dalla morte di Mantegna (artista grande, ma poco amato da Isabella), Lorenzo si trasferisce poi a Mantova, alla corte dei Gonzaga, dove resterà circa trent'anni. Di questo periodo poche sono le opere (anche perché non ha bisogno di lavorare, essendo benestante). In genere si tratta di doni diplomatici commissionati dai Gonzaga, come come la Veronica del Louvre donata al tesoriere di Francia nel 1508, il Ritratto di cardinale ora a Minneapolis, che torna in Italia dopo più di duecento anni. Chiude la pala del 1525 nella chiesa di Sant’Andrea a Mantova, ultimo colpo di coda di un artista che ha saputo attraversare sempre da protagonista un’epoca cruciale.
Una mostra imperdibile, a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli.

Per tutte le informazioni:
https://www.palazzodiamanti.it/



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ultima modifica 2023-02-24T14:45:49+02:00
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