venerdì,  27 gennaio 2023

Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani

Al MAMbo nuovo appuntamento con il racconto delle esperienze artistiche del territorio bolognese: "Viola!" e la stagione tra il '77 e il '78 . Fino al 14 maggio 2023

Il rapporto di Pablo Echaurren (Roma, 1951) con il contesto bolognese ha inizio con una esposizione, nel marzo 1977, alla Galleria San Luca, che segnerà una svolta nella sua carriera artistica. Lì espone i suoi "quadratini", piccole griglie dipinte a smalto o acquerello, della dimensione di un francobollo, con disegni o vignette. Si tratta di una tipologia lavori avviata verso il 1970 quando l’artista, non ancora ventenne, disegna e dipinge ponendosi nel solco tracciato dall'artista livornese Gianfranco Baruchello, già da qualche anno suo tutore e eletto a “nume tutelare”.

Dal 1973 collabora anche con la redazione del quotidiano Lotta Continua, per il quale realizza diverse illustrazioni che inizialmente mantengono la struttura sequenziale dei “quadratini”. Il doppio binario su cui si muove Echaurren in questi anni, tra l’“Arte” esposta nelle gallerie e l’illustrazione riprodotta sulle pagine dei giornali, diverge bruscamente nel 1977 e la mostra di Bologna marca questa deviazione. 
Si tratta non solo dell’ultima occasione in cui i “quadratini” sono stati esposti, ma anche il momento in cui l’artista ne interrompe la produzione e decide di porre fine alla collaborazione con le gallerie per mettere la sua creatività al servizio della controcultura, della militanza, “armato” di pennarelli, nei gruppi antagonisti legati al movimento del ’77, e condividere le nuove forme creative degli indiani metropolitani.
Il fatto che questa decisione sia presa a Bologna nel marzo del 1977 non è una coincidenza. In quello stesso mese gli scontri di piazza tra studenti e forze dell’ordine toccano l’apice della violenza, in seguito alla morte del militante di Lotta Continua Francesco Lorusso, ucciso da un carabiniere di leva durante una manifestazione studentesca, l’11 marzo. La notizia dell’uccisione è subito trasmessa da Radio Alice, fondata nel 1976 dal collettivo bolognese A/traverso, che ha avuto un peso decisivo nello sviluppo del pensiero del ’77 attraverso le pagine della omonima rivista. La sede di Radio Alice è sgomberata dalla polizia il 12 marzo. Gli eventi di Bologna e la violenta repressione da parte delle forze dell’ordine fanno propagare le proteste a Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Catania.

Lotta Continua accoglie sulle sue pagine il dibattito sul tema dell’azione repressiva dello stato, pubblica l’appello di intellettuali francesi, tra cui Jean-Paul Sartre e Michel Foucault (5 luglio 1977), promuove l’organizzazione del convegno nazionale a Bologna nel settembre 1977 ed Echaurren accompagna il dibattito sul quotidiano con illustrazioni di sapore surreale e rubriche irriverenti all’insegna del depistaggio, come Dietro lo specchio, realizzata in collaborazione con Maurizio Gabbianelli, detto Fanale, uno dei principali esponenti del gruppo degli Indiani metropolitani, l'area più libertaria e creativa del Movimento del ‘77. Li vediamo insieme in una fotografia di Tano D'Amico,  presente in mostra accanto a un'altra immagine, sempre del 1977, che ritrae Echaurren con la futura moglie sotto le due Torri, in un abbraccio che il fotografo non esitò a definire emblematico nell'illustrare la forza dell'amore in quel periodo, prima della violenta repressione. 

In quel periodo vedono la luce anche diverse fanzine, tra le quali Oask?! e Il complotto di Zurigo in cui parola e immagini, citazione colta e incursioni pop, segni grafici asemici, volontari anacronismi e détournement sono finalizzati a una rappresentazione disincantata e ironica della realtà. Le fanzine operano una radicale rottura dei consueti meccanismi di comunicazione e attestano quel processo di rinnovamento dei linguaggi che ha contraddistinto la stagione creativa degli indiani metropolitani.
Umberto Eco sulle pagine de L’Espresso e Maurizio Calvesi in Avanguardia di massa (1978) sono stati i primi intellettuali in Italia a cogliere la convergenza sul piano linguistico della controcultura del Settantasette, nell’esperienza che le giovani generazioni stavano vivendo, con quella delle avanguardie storiche: trasponendo nelle proteste pacifiche un linguaggio provocatorio che si rifaceva alla rottura linguistica operata dal Futurismo e dal Dada oltre mezzo secolo prima, gli indiani metropolitani lo fecero tornare a essere una lingua viva, parlata non dalle élite ma dalle masse, nelle strade.

Nella Project Room del MAMbo rivive tutto questo, grazie anche all'allestimento progettato dallo studio Ab Rogers Design di Londra che permette di attraversare l’opera di Echaurren e al contempo di immergere il pubblico nell’atmosfera di creatività diffusa di quegli anni, occupando con il linguaggio della strada l’ambiente espositivo.

Sui muri la riproduzione di pagine di Lotta Continua, di fanzine, di disegni e illustrazioni ispirati agli avvenimenti e alla poetica del Settantasette. Il percorso espositivo include anche alcuni dei suoi "quadratini", le sue "macchine dadaiste", i collage e anche alcuni inediti "assemblage" raccolti dentro scatole e di recente produzione. Questi ultimi lavori riflettono sulle recenti scoperte scientifiche legate all'uomo di Neanderthal, "sicuramente - dichiara Echaurren - meno ansioso del Sapiens" e già capace di posare uno sguardo estetico sul mondo. Lo dimostrano i "manuport", piccoli sassi con forme antropomorfe che i "neanderthaliani" conservavano.
C'è anche una lunga videointervista realizzata dalla Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell’arte nell’ambito del progetto Rome Contemporary, diretto dal Prof. Dr. Tristan Weddigen. Lo stesso ha dato vita nel 2021 a una collezione digitale di controcultura, rendendo accessibili online pubblicazioni rare sull'arte e la politica in Italia negli anni Sessanta e Settanta dall’archivio della Fondazione Echaurren Salaris, a cui si è attinto per la stampa dei materiali in mostra.

Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19
giovedì h 14-20
venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
chiuso lunedì non festivi
Fino al 14 maggio 2023
Orari di apertura in occasione di ART CITY Bologna 2023:
2 febbraio h 14-20; 3 e 5 febbraio h 10-20; 4 febbraio h 10-24 
Ingresso: Intero 6 euro | ridotto 4 euro | gratuito per possessori Card Cultura | gratuito dal 2 al 5 febbraio 2023 in occasione di ART CITY Bologna 
Info: www.mambo-bologna.org





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ultima modifica 2023-01-27T17:34:03+02:00
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