Da Dublino a Bologna: in mostra il ritratto di Alessandro Farnese, principe elegantissimo
Prosegue l’intensa relazione di scambi e collaborazioni che la Pinacoteca Nazionale di Bologna intrattiene con i musei di tutto il mondo. Da fine aprile, infatti, nelle sale del museo bolognese è esposto il Ritratto di Alessandro Farnese attribuito a Sofonisba Anguissola della National Gallery of Ireland di Dublino, in scambio per i prestiti concessi alla mostra in corso dedicata a Lavina Fontana.
Il giovane Principe che ci osserva con sguardo deciso è Alessandro Farnese (1545-1592), figlio di Ottavio Farnese e di Margherita d’Austria, nipote dell’imperatore Carlo V e di papa Paolo III. Diverrà duca di Parma e Piacenza, militare e diplomatico tra i più illustri del suo tempo, ma qui lo vediamo all’età di circa 15 anni, in un ritratto ufficiale eseguito a Madrid, presso la corte dello zio, il re Filippo II, presso cui il giovane ricevette la propria educazione dal 1559 al 1565.
Seppure nell’ambito di un’attribuzione non accolta da tutti gli studiosi, si pensa che il dipinto sia stato eseguito attorno al 1560 da Sofonisba Anguissola (1532-1625), nel primo periodo del suo soggiorno alla corte di Madrid protrattosi sino al 1573. Si tratta della celebre pittrice cremonese ammirata da Vasari e da Michelangelo, celebrata sin dai suoi esordi per la capacità di cogliere non solo le sembianze ma anche l’individualità del soggetto rappresentato.
Sofonisba Anguissola rielabora un precedente ritratto di Alessandro Farnese eseguito da Anthonis Mor (Parma, Galleria Nazionale), rinvigorendo i toni ombrosi dell’artista fiammingo con tonalità di bianco, oro e argento, trasformando il bambino malinconico in un giovane ed elegantissimo principe oramai adolescente. La viva e sensibile consapevolezza di sé del giovane principe emerge dal leggerissimo chiaroscuro del viso che delinea il delicato incarnato, dalla disinvoltura con cui indossa il prezioso abbigliamento, indicativo del rango, che la pittrice descrive con accuratezza e sensibilità materica per le stoffe, i bottoni, la pelliccia di ermellino.
Il Ritratto di Alessandro Farnese trova posto nella sala 20 del nuovo allestimento della sezione del Rinascimento, di fronte all’opera di Tintoretto Visitazione e i Santi Giuseppe e Zaccaria, di ritorno dalle Scuderie del Quirinale dove è stato esposto alla mostra Arte liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra. Nella stessa sezione sono anche allestite temporaneamente due preziose tavole di Perugino che giungono in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria: Battesimo di Cristo (1502-1525) e San Giovanni Battista tra i santi Francesco, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova (1509 circa).
L'allestimento delle sale del Rinascimento è stato di recente completamente rinnovato con un nuovo percorso espositivo e una nuova veste grafica. Il nuovo racconto dell’ala del Rinascimento della Pinacoteca si sviluppa in 20 capitoli secondo criteri cronologici e tematici. Esso copre un arco temporale che dal 1450 arriva fino alla metà del Cinquecento, ponendo l’accento su nodi fondamentali e sulle opere e personalità più significative dell’arte a Bologna nel periodo, secondo quanto emerso dal lavoro di ricerca condotto con il Dipartimento dell’Università di Bologna per la mostra. Sono inoltre riallestite le opere di grandi maestri rappresentati nelle collezioni della Pinacoteca che non hanno legami con la storia locale e che per questo erano state escluse dalla rassegna, come Tiziano, Tintoretto o El Greco.
Torna ad essere esposta al pubblico anche Lucrezia di Guido Cagnacci (Sant’Arcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663), dopo un lungo restauro compiuto da Cornelia Prassler. L’opera è caratterizzata da una pittura limpida e luminosa, che costruisce forme semplici e morbide, di grande evidenza naturalistica. Il soggetto di Lucrezia fu affrontato più volte da Cagnacci e fu molto ammirato e copiato, come testimoniano le frequenti segnalazioni nelle quadrerie patrizie dell’epoca. Il dipinto della Pinacoteca, databile intorno alla metà del Seicento, è l’esemplare da cui hanno avuto origine diverse derivazioni con piccole varianti, conservate in collezioni private di Bologna e Forlì e nel Museo di Kassel.
Infine dal 18 maggio la Pinacoteca si arricchisce di un nuovo capolavoro di recente acquisizione: si tratta dell'opera di Ludovico Carracci Sacra famiglia con i santi Giovannino, Orsola e Mattia, completamente restaurata.
Non resta che organizzare la visita!
Per tutte le informazioni:
https://www.pinacotecabologna.beniculturali.it/it/