venerdì,  24 febbraio 2023

Artiste a Bologna nel Novecento

A Casa Saraceni le opere di venti pittrici attive in città nel corso del Novecento. Sotto lo sguardo di un'illustre artista del Seicento: Elisabetta Sirani. Fino all'11 giugno 2023

Dal 23 febbraio ha aperto a Casa Saraceni una mostra che raccoglie circa 60 opere di venti artiste attive a Bologna nel Novecento. Si tratta in generale di pittrici che frequentano liberamente gli istituti pubblici e gli ateliers dei maestri e avviano una carriera autonoma. A seconda della personale sensibilità aderiscono al tradizionalismo dell’Accademia di Belle Arti di Bologna dove insegnano – oltre a Giorgio Morandi, Virgilio Guidi e Augusto Majani – anche Alfredo Protti, Ferruccio Giacomelli e Giovanni Romagnoli all’insegna di un postimpressionismo intimo e raffinato, oppure partecipano con passione alle nuove tendenze dell’Informale e infine alla corrente dell’Ultimo Naturalismo che vede l’ideologo in Francesco Arcangeli.

Attingendo alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione, si va dall’indipendente Dina Pagan de’ Paganis, allieva di Domenico Ferri e autrice del Canton dei fiori esposto nel 1943 alla mostra dell’“Associazione Donne artiste e laureate”, a una pittrice come Lea Colliva, sostanzialmente autodidatta per quanto amica di Nino Bertocchi, Corrado Nino Corazza e Ferruccio Giacomelli, la quale nel 1939 fu tra i fondatori della rivista “L’Orto” ed è qui rappresentata da tre dipinti in cui si intravede qualche assonanza con la poetica dell’Informale.

Aderisce invece con convinzione a questa corrente, mostrandosi nel tempo tenacemente fedele, Lidia Puglioli, allieva di Roberto Longhi e inizialmente in bilico tra Accademia e Università, che si unì a Pompilio Mandelli, l’artista più rappresentativo, insieme al “grande lombardo Morlotti”, dell’Ultimo Naturalismo arcangeliano.

Partecipa all’Informale, con delicato sentimento poetico, anche Maria Petroni allieva di Virgilio Guidi, che entrò in sintonia con Vasco Bendini a lungo frequentato a partire dai tempi dell’Accademia. Della pittrice, presente nelle Collezioni d’Arte della Fondazione grazie alla donazione di venti dipinti da parte del nipote Giovanni Barducci, si espongono cinque opere realizzate tra il 1955 e il 1962.

Attraversa quasi l’intero secolo Norma Mascellani, scomparsa centenaria nel 2009, personalità indipendente benché allieva prediletta di Giorgio Morandi, la cui formazione si svolse tra l’Accademia Regazzi accanto a Luciano Minguzzi e Pompilio Mandelli, il Liceo artistico e infine l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Augusto Majani, Alfredo Protti e Ferruccio Giacomelli. Con le vedute poetiche di San Luca, le brumose ‘Venezie’ e le silenti nature morte, oltre che con i sensibili ritratti, “è entrata di diritto nella storia dell’arte”, come ha affermato Franco Solmi.

Sotto lo pseudonimo di Rosalba si presenta Bianca Rosa Arcangeli, sorella del noto storico e critico d’arte, con un nucleo significativo di opere della sua produzione, ambivalente tra il chiarismo di alcuni paesaggi e dei numerosi acquerelli e le cupe visioni notturne di alberi con riverberi di luce sulle fronde.

Segue la produzione di Maria Ogier, sensibile al tema religioso, mentre spicca per la vivacità dei colori la tela naïf con l’Eco della giungla di Gina Negrini, artista impegnata socialmente, che fu staffetta partigiana all’età di diciotto anni, poi scrittrice e bibliotecaria dell’Istituto Gramsci.

Chiudono la mostra due opere di giovani allieve dell’Accademia di Belle Arti, Letizia Lucchetti e Giulia Mantasia vincitrici nell’ambito di Opentour 2022, rispettivamente nella sezione Dipinti e nella sezione Grafica, disegno e illustrazione, di Art Up | Premio della Critica e dei Collezionisti, il riconoscimento ideato dalla Fondazione Zucchelli con il sostegno della Fondazione Carisbo.

Lo sguardo antico: Elisabetta Sirani
Il percorso di mostra comprende anche una tela del 1664, dipinta da Elisabetta Sirani all'età di 26 anni, un anno prima della morte. E' figlia d'arte, essendosi formata nella bottega del padre Giovanni Andrea Sirani, allievo di Guido Reni, così come Lavinia Fontana nel secolo precedente aveva appreso il mestiere da Prospero Fontana. Donna che dipinge una donna: il dipinto raffigura un'eroina romana di età repubblicana, Porzia, figlia di Catone e moglie di Bruto, che si ferisce la coscia per dimostrare al marito forza morale e coraggio. Nasconde il dolore, è impassibile. E' degna quindi di condividere la lotta politica con il marito, che sta tramando in segreto l'assassinio di Cesare. E si distacca così dalle altre tre donne del quadro, intente a tessere e filare, rassegnate al loro destino. Una coraggiosa autorappresentazione per l'artista, vissuta in un mondo che riservava l'arte ai soli uomini.

La mostra è a cura di Angelo Mazza con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli.

Per tutte le informazioni:
https://fondazionecarisbo.it/mostra-arte-al-femminile/  
L'ingresso è libero. Fino all'11 giugno 2023
Pieghevole  (pdf917.98 KB)



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ultima modifica 2023-03-01T15:37:25+02:00
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