giovedì,  14 settembre 2023

A Carpi "Emilio Isgrò - Sillogismo del cavallo"

Palazzo dei Pio ospita 47 opere dell'artista che testimoniano nel tempo il suo rapporto con i temi filosofici. Tra queste il nuovo "Sillogismo del cavallo" realizzato per l'occasione. Dal 15 settembre al 10 dicembre 2023

In occasione dell'edizione 2023 del Festivalfilosofia, Carpi omaggia Emilio Isgrò esponendo, dal 15 settembre al 10 dicembre 2023,  quarantasette opere dell'artista, tutte inerenti al mondo della filosofia, a testimonianza dell'intenso rapporto avuto dal Maestro con questa disciplina a partire dagli anni sessanta del Novecento. A queste si aggiunge la serie dedicata a Pico della Mirandola, con la cancellazione di venti volumi delle Conclusiones, realizzata nel 2014 e anch'essa esposta nel loggiato di Palazzo dei Pio, in memoria del forte legame dei signori di Carpi con la famiglia del filosofo.

La mostra è curata da Chiara Gatti e Marco Bazzini e prodotta dal Comune di Carpi – Musei di Palazzo dei Pio, con il contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Carpi e la collaborazione dell’Archivio Emilio Isgrò.

Tramite il gesto (di sola apparente) rimozione, Emilio Isgrò ha ideato una formula creativa che ha scosso, al pari di Lucio Fontana o Yves Klein, il sistema dell’arte a partire dagli anni sessanta. È infatti il 1964 quando l’autore inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi e altri materiali a stampa coprendone manualmente grandi porzioni. E, indirettamente, esaltando quelle rimaste.

Lo stesso procedimento applicato alle quarantesette opere in mostra, con la particolarità che queste trattano argomenti prettamente filosofici. Attraverso una selezione che spazia dal 1966 ad oggi, l'esposizione si distribuisce lungo la grande loggia seguendo il percorso indicato dalla grande tela iniziale Freccia bianca in campo nero.
La visita incontra poi le Conclusiones cancellate di Pico della Mirandola, umanista che con Carpi intrattenne numerosi rapporti politici e professionali, tanto che il nipote Alberto III Pio, figlio della sorella Caterina Pico (in mostra anche un suo ritratto cancellato insieme a quello del fratello), è stato l’ultimo Signore e poi Conte della città dal 1480 al 1527. Prosegue poi con una selezione di opere legate alla filosofia greca, con testi "cancellati" di Platone, Aristotele, Archimede ed Eraclito. Qui spicca la statua del Discobolo – copia romana, insieme all’inedito Plutarco Plutarque (opera in diciannove volumi del 1973) e soprattutto Sillogismo del Cavallo, il nuovo lavoro che l'artista ha ideato per l'occasione e che dà anche il titolo alla mostra. Il percorso si conclude, infine, con un nucleo di opere legate alla filosofia moderna, dove a venire elise sono le dottrine di Hegel, Sartre e Benedetto Croce.
Il contenuto filosofico delle opere, ridotto a sentenze, precetti e aforismi, sottolinea ancor di più il valore intrinseco della cancellatura. Un gesto contraddittorio che si pone tra distruzione e ricostruzione, tra morte e vita. Un'azione che porta a riflettere su cosa vale di più: ciò che è stato cancellato o quanto è ancora visibile?

In occasione della mostra è stato realizzato da Franco Cosimo Panini Editore un catalogo che approfondisce il tema proposto con saggi dei curatori, un intervento del filosofo Silvano Petrosino e uno scritto di Isgrò.    

Per informazioni su orari e visite guidate alla mostra:
Palazzo dei Pio 

 Emilio Isgrò. Nota biografica
Tra gli indiscussi protagonisti della scena artistica internazionale del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, ME, 1937) è il padre della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. È il 1964, infatti, quando l’artista inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare articoli di giornale e pagine di libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Nel tempo questo gesto ha investito carte geografiche, telex, spartiti musicali e immagini anticipando le espressioni più tipiche dell’arte concettuale e rilevandosi estremamente attuale. La cancellatura è la lingua inconfondibile della ricerca artistica di Emilio Isgrò che oggi appare come una filosofia alternativa alla visione del mondo contemporaneo: spiega più cose di quanto non dica.
Ad oggi, le opere di Isgrò figurano nelle collezioni di prestigiose istituzioni nazionali e internazionali quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il MART di Rovereto, la collezione d’arte del Quirinale a Roma, il Centre Georges Pompidou di Parigi, i Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles, l’Israel Museum di Gerusalemme e il Tel Aviv Museum of Art.

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ultima modifica 2023-09-14T16:31:15+02:00
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